LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità del produttore: prova del difetto

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità del produttore. In un caso di incendio causato da un’asciugatrice, la Corte ha rigettato la richiesta di risarcimento perché i danneggiati non hanno fornito la prova del nesso di causalità tra un difetto specifico dell’elettrodomestico e l’evento. La sola implicazione del prodotto nel danno non è sufficiente per affermare la responsabilità del produttore, rimanendo a carico del consumatore l’onere di provare il difetto e il suo legame con il danno subito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del produttore: se la causa del danno è incerta, il risarcimento è escluso

La responsabilità del produttore per i danni causati da un prodotto difettoso è un pilastro della tutela del consumatore, ma non è illimitata. Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: per ottenere un risarcimento, non basta dimostrare che un prodotto sia stato coinvolto in un incidente, ma è necessario provare l’esistenza di un difetto specifico e il nesso di causalità tra quel difetto e il danno subito. Analizziamo questa decisione che offre spunti cruciali sull’onere della prova a carico del danneggiato.

I Fatti del Caso: Un Incendio e la Ricerca di un Responsabile

Due coniugi convenivano in giudizio l’azienda produttrice di un’asciugatrice, chiedendo un risarcimento di due milioni di euro per i danni subiti a seguito di un incendio divampato nella loro abitazione, presumibilmente originato dall’elettrodomestico. La richiesta si basava sull’idea che un malfunzionamento dell’apparecchio fosse la causa scatenante del rogo.

Il contenzioso si è rapidamente allargato, con la chiamata in causa di altre società, tra cui l’azienda produttrice del termostato e la compagnia di assicurazione. Nonostante le perizie e le consulenze tecniche, sia in primo grado che in appello i giudici hanno respinto la domanda dei danneggiati.

Il Percorso Giudiziario e la Prova del Difetto

Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, hanno concluso che non era stata raggiunta la prova, neppure in termini probabilistici, di un rapporto di causa-effetto tra l’utilizzo dell’asciugatrice e l’incendio. Le consulenze tecniche disposte non sono riuscite a individuare con certezza un difetto di funzionamento dell’elettrodomestico che potesse essere considerato la causa scatenante dell’incendio. Di fronte a molteplici possibili cause alternative e a un quadro probatorio incerto, la domanda risarcitoria è stata rigettata.

La Disciplina della responsabilità del produttore

La normativa di riferimento (originariamente il d.P.R. 224/1988, oggi trasfuso nel Codice del Consumo) stabilisce che il danneggiato ha l’onere di provare tre elementi: il danno subito, il difetto del prodotto e il nesso di causalità tra difetto e danno. La colpa del produttore è presunta, ma non lo è l’esistenza del difetto. Questo significa che il consumatore non deve dimostrare che il produttore ha agito con negligenza, ma deve inderogabilmente provare che il prodotto era ‘insicuro’ e che proprio questa insicurezza ha causato il danno.

Nel caso specifico, i ricorrenti sostenevano che il malfunzionamento dovesse essere identificato nell’incendio stesso, ma la Cassazione ha chiarito che tale impostazione non è corretta. Il semplice verificarsi di un danno non è di per sé prova della difettosità del prodotto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. Le motivazioni si concentrano sull’analisi del percorso logico seguito dalla Corte d’Appello, ritenuto corretto e privo di vizi. I giudici di legittimità hanno sottolineato come la sentenza impugnata avesse adeguatamente considerato le risultanze delle consulenze tecniche, evidenziando le numerose incertezze che impedivano di stabilire un nesso causale certo.

Tra gli elementi di incertezza figuravano:
* L’impossibilità di ascrivere l’incendio a un difetto funzionale evidente e incontrovertibile dell’asciugatrice.
* La possibile causa legata all’accensione dei ‘pelucchi’ nel filtro, un evento non necessariamente riconducibile a un difetto di fabbricazione.
* La modifica dello stato dei luoghi tra il momento dell’incendio e i sopralluoghi dei periti.
* Altre possibili concause, come un’installazione non a norma dell’apparecchio o un uso anomalo.

La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo di verificare la correttezza logico-giuridica del ragionamento. Poiché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione congrua e completa per escludere il nesso di causalità, il ricorso è stato respinto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio chiave in materia di responsabilità del produttore: la tutela del consumatore non si traduce in un’automatica attribuzione di responsabilità all’azienda in caso di incidente. Il consumatore che agisce per il risarcimento deve prepararsi a un percorso probatorio rigoroso. È indispensabile dimostrare, attraverso prove concrete o un insieme di presunzioni gravi, precise e concordanti, che il danno è stato causato da un difetto specifico del prodotto e non da altri fattori. In assenza di tale prova, anche di fronte a un danno ingente, la domanda risarcitoria non potrà trovare accoglimento.

Per ottenere un risarcimento, è sufficiente dimostrare che un elettrodomestico ha causato un incendio?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, il danneggiato deve provare non solo il danno e il suo collegamento con l’uso del prodotto, ma anche l’esistenza di un difetto specifico del prodotto e il nesso di causalità tra tale difetto e il danno subito.

Chi ha l’onere di provare il difetto del prodotto in un caso di responsabilità del produttore?
L’onere della prova grava sul danneggiato. La legge (d.P.R. n. 224/1988, ora Codice del Consumo) stabilisce che il consumatore deve dimostrare il danno, il difetto e la connessione causale tra i due. La colpa del produttore è presunta, ma non l’esistenza del difetto.

Cosa succede se le cause dell’incidente rimangono incerte dopo le perizie tecniche?
Se le cause rimangono incerte e non è possibile individuare un difetto specifico del prodotto come causa diretta dell’evento dannoso, la domanda di risarcimento viene rigettata. La mancanza di una prova certa sul nesso causale va a svantaggio del danneggiato, su cui grava l’onere della prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati