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Responsabilità del produttore: il caso protesi difettose

Un paziente ha citato in giudizio il produttore di protesi d’anca rivelatesi difettose. I tribunali di primo e secondo grado avevano respinto la richiesta di risarcimento, applicando il termine di decadenza decennale previsto dal Codice del Consumo, decorrente dalla data di immissione in commercio del prodotto. La Corte di Cassazione, pur confermando la correttezza dell’applicazione del termine di decadenza per la specifica azione di responsabilità del produttore, ha cassato la sentenza con rinvio. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito abbiano errato nel non valutare la sussistenza di una responsabilità extracontrattuale (ex art. 2043 c.c.) in capo all’azienda, sorta dal momento in cui questa è venuta a conoscenza della difettosità dei suoi prodotti (a seguito di richiami dal mercato) e ha omesso di informare i pazienti già impiantati, violando così un obbligo di protezione e aggravando il danno.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del Produttore per Protesi Difettose: La Cassazione Chiarisce i Limiti

La responsabilità del produttore per i danni causati da prodotti difettosi è un pilastro della tutela del consumatore. Tuttavia, i confini di questa responsabilità sono spesso oggetto di complesse battaglie legali, specialmente quando i danni si manifestano a distanza di molti anni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un caso emblematico riguardante protesi d’anca difettose, distinguendo tra la decadenza prevista dal Codice del Consumo e la persistente responsabilità extracontrattuale dell’azienda produttrice.

I Fatti del Caso: Una Lunga Battaglia per il Risarcimento

Un paziente, a seguito dell’impianto di protesi d’anca metallo su metallo, subiva gravi danni alla salute. I problemi non erano solo di natura meccanica, ma anche sistemica, a causa del rilascio di ioni di cobalto e cromo nel sangue. Di fronte a questa situazione, il paziente citava in giudizio l’azienda produttrice, chiedendo un cospicuo risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.

La Decisione dei Giudici di Merito: La Scure della Decadenza

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la domanda del paziente. La motivazione principale si basava sull’articolo 126 del Codice del Consumo (d.lgs. 206/2005), che stabilisce un termine di decadenza di dieci anni per l’esercizio del diritto al risarcimento. Secondo i giudici, questo termine decorreva dal giorno in cui il produttore aveva messo in circolazione il prodotto, ovvero dalla data degli impianti. Essendo l’azione legale stata avviata oltre questo termine, il diritto al risarcimento era considerato estinto.

L’Analisi della Cassazione sulla responsabilità del produttore

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha operato una fondamentale distinzione, accogliendo parzialmente il ricorso del paziente.

La questione della decadenza decennale

In primo luogo, la Suprema Corte ha confermato la corretta applicazione, da parte dei giudici di merito, del termine di decadenza decennale previsto dalla normativa speciale sulla responsabilità da prodotto difettoso. La Corte ha ribadito che questo termine ha un dies a quo (un punto di partenza) oggettivo, coincidente con la messa in commercio del prodotto, e che l’azione specifica prevista dal Codice del Consumo era, pertanto, effettivamente preclusa.

La responsabilità aquiliana ex art. 2043 c.c.

Il punto cruciale della decisione risiede però nell’analisi di un’altra forma di responsabilità: quella extracontrattuale, o aquiliana, basata sull’articolo 2043 del codice civile. La Cassazione ha censurato la Corte d’Appello per non aver considerato che, a partire dal momento in cui l’azienda produttrice era venuta a conoscenza della difettosità e pericolosità delle sue protesi (fatto testimoniato dai richiami del prodotto dal mercato avvenuti tra il 2008 e il 2009), era sorto in capo ad essa un nuovo e autonomo obbligo.

Questo obbligo consisteva nell’informare tempestivamente i pazienti a cui erano già state impiantate quelle protesi e nell’adottare tutte le misure necessarie per prevenire il danno o la sua ingravescenza. L’omissione di queste cautele configura un illecito civile distinto dalla mera produzione del bene difettoso, la cui colpa andava accertata dal giudice di merito.

Il rigetto della tesi sul “contatto sociale”

Il ricorrente aveva anche invocato una responsabilità da “contatto sociale qualificato”, sostenendo che l’impianto della protesi avesse creato una relazione di affidamento meritevole di tutela. La Cassazione ha rigettato questa tesi, chiarendo che non esisteva un rapporto diretto tra paziente e produttore, essendo l’ospedale l’intermediario. La responsabilità del produttore andava quindi inquadrata nell’alveo della responsabilità extracontrattuale.

Le Motivazioni della Decisione Finale

La Corte di Cassazione ha stabilito che la decadenza prevista dal Codice del Consumo non esaurisce tutte le possibili forme di tutela per il danneggiato. Anche se l’azione specifica per prodotto difettoso è prescritta, il produttore rimane soggetto alla regola generale del neminem laedere (non danneggiare nessuno) sancita dall’art. 2043 c.c. Nel momento in cui un produttore acquisisce la consapevolezza della pericolosità di un suo prodotto già in circolazione, sorge un dovere di agire per proteggere la salute degli utilizzatori. La violazione di questo dovere di informazione e protezione costituisce un illecito autonomo, per il quale il danneggiato può chiedere il risarcimento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Consumatori e Aziende

Questa ordinanza ha importanti implicazioni. Per i consumatori, apre una via di tutela anche quando i termini specifici della normativa di settore sono scaduti, purché si possa dimostrare che il produttore, una volta a conoscenza del difetto, non ha agito diligentemente per prevenire i danni. Per le aziende, rafforza il principio secondo cui gli obblighi di vigilanza e informazione non si esauriscono con la vendita del prodotto, ma persistono per tutto il tempo in cui questo è in uso, specialmente quando emergono rischi per la salute e la sicurezza.

Quando inizia a decorrere il termine di 10 anni per agire contro il produttore di un prodotto difettoso ai sensi del Codice del Consumo?
Secondo la decisione, il termine decennale di decadenza previsto dall’art. 126 del Codice del Consumo decorre dal giorno in cui il prodotto è stato messo in circolazione, a prescindere dal momento in cui il danno si manifesta o viene percepito dal consumatore.

Se il termine per la responsabilità da prodotto difettoso è scaduto, il danneggiato ha altre possibilità di ottenere un risarcimento?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che, anche se l’azione specifica basata sul Codice del Consumo è preclusa dalla decadenza, il danneggiato può ancora agire per il risarcimento del danno secondo le regole generali della responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.).

Il produttore ha obblighi verso i consumatori anche dopo aver venduto il prodotto?
Sì. La sentenza afferma che, qualora un produttore venga a conoscenza della pericolosità di un suo prodotto già sul mercato, sorge un autonomo obbligo di informare i consumatori a rischio e di adottare le misure necessarie per impedire il verificarsi del danno o il suo aggravamento. L’inadempimento di questo obbligo costituisce un illecito civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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