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Responsabilità del preponente: banca paga per il dipendente

Una risparmiatrice ha citato in giudizio un istituto di credito e un suo dipendente per la restituzione di ingenti somme di denaro che aveva affidato a quest’ultimo e che erano state indebitamente sottratte. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, ha affermato la responsabilità del preponente (la banca) per il fatto illecito del proprio dipendente. Ha chiarito che la responsabilità sussiste quando le mansioni lavorative, anche indirettamente, hanno agevolato o reso possibile l’illecito, a prescindere dal fatto che il dipendente abbia agito per fini personali e al di fuori dei suoi compiti specifici.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

La responsabilità del preponente: quando la banca paga per il dipendente infedele?

La questione della responsabilità del preponente per gli atti illeciti commessi dai propri dipendenti è un tema cruciale nel diritto civile, specialmente in ambito bancario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: l’istituto di credito è responsabile per le frodi del proprio funzionario se le mansioni di quest’ultimo, anche indirettamente, hanno reso possibile il danno. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una risparmiatrice aveva affidato ingenti somme di denaro, per un totale di oltre 200.000 euro, a un funzionario di banca che conosceva da tempo come amico di famiglia. Il funzionario, approfittando della sua posizione e utilizzando documentazione riconducibile all’istituto di credito, si era appropriato indebitamente del denaro. La cliente, scoperta la frode, ha agito in giudizio contro il funzionario e la banca per ottenere il risarcimento del danno.

Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali avevano condannato il solo funzionario, escludendo la responsabilità della banca. La motivazione si basava sull’idea che il dipendente avesse agito al di fuori delle sue mansioni specifiche (era addetto all’ufficio estero e non alla gestione di investimenti) e che il rapporto di fiducia tra la cliente e il funzionario fosse di natura puramente personale e amicale, slegato dal contesto lavorativo.

Le Motivazioni della Cassazione e la Responsabilità del Preponente

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva, accogliendo il ricorso della risparmiatrice. I giudici supremi hanno censurato la decisione della Corte d’Appello, ritenendola non conforme ai principi consolidati in materia di responsabilità del preponente, disciplinata dall’art. 2049 del Codice Civile.

Il Principio dell’Occasionalità Necessaria

Il fulcro della decisione risiede nel concetto di “nesso di occasionalità necessaria”. La responsabilità del datore di lavoro sorge non solo quando il dipendente agisce nell’ambito delle sue precise mansioni, ma anche quando le sue incombenze lavorative hanno agevolato o semplicemente reso possibile la condotta illecita.

Nel caso di specie, il fatto che l’impiegato fosse un funzionario della banca e potesse utilizzare la documentazione dell’istituto è stato considerato un elemento sufficiente a integrare tale nesso. La sua posizione all’interno della filiale ha fornito l’opportunità e la credibilità necessarie per perpetrare la frode, indipendentemente dal fatto che non fosse formalmente un promotore finanziario.

La Natura Oggettiva della Responsabilità

La Corte ha inoltre ribadito che la responsabilità del preponente è una forma di responsabilità oggettiva. Ciò significa che non si fonda sulla colpa del datore di lavoro (per esempio, per non aver vigilato adeguatamente), ma sul rischio d’impresa. Il fondamento di questa norma risiede nel principio “cuius commoda eius et incommoda”: chi si avvale dell’attività di altri per perseguire i propri fini (il vantaggio, il profitto), deve anche assumersi le conseguenze dannose che da tale attività possono derivare.

L’istituto di credito, quindi, non può liberarsi dalla responsabilità dimostrando di non avere colpe. La responsabilità sorge per il solo fatto che l’illecito del dipendente sia collegato da un nesso di occasionalità necessaria con le mansioni svolte.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per tutti gli istituti di credito e, in generale, per ogni datore di lavoro. La sentenza chiarisce che il confine delle mansioni non può essere interpretato in modo restrittivo per escludere la responsabilità aziendale. Se la posizione lavorativa ha contribuito, anche indirettamente, a creare l’apparenza di affidabilità che ha indotto il terzo a subire il danno, l’impresa è tenuta a risponderne. La Corte di Cassazione ha quindi cassato la sentenza e rinviato il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi, che dovrà tenere conto della responsabilità solidale della banca nel risarcimento del danno subito dalla risparmiatrice.

Quando un datore di lavoro è responsabile per il danno causato da un dipendente?
Il datore di lavoro (preponente) è responsabile quando le mansioni affidate al dipendente hanno determinato, agevolato o reso possibile la realizzazione del fatto dannoso. Questo legame è definito ‘nesso di occasionalità necessaria’.

Il rapporto personale tra il dipendente e la persona danneggiata esclude la responsabilità della banca?
No. Secondo la Corte, il rapporto amicale preesistente non è sufficiente a escludere la responsabilità dell’istituto di credito se l’illecito è stato comunque reso possibile o facilitato dalla posizione che il dipendente ricopriva all’interno della banca.

Che tipo di responsabilità è quella prevista dall’art. 2049 del Codice Civile?
Si tratta di una responsabilità oggettiva per fatto altrui. Ciò significa che non si basa su una colpa del datore di lavoro (es. per mancata vigilanza), ma sul principio che chi trae vantaggio dall’attività altrui deve anche sopportarne i rischi e le conseguenze negative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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