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Responsabilità del notaio: fidefacenti e testimoni

Un notaio è stato citato in giudizio da una banca per la falsa identità di un acquirente in un atto di compravendita e mutuo. La Corte di Cassazione ha chiarito la responsabilità del notaio, specificando che l’uso di ‘fidefacenti’ per l’identificazione è una procedura valida, anche se questi non sono i testimoni ufficiali dell’atto. La sentenza di merito che aveva confuso i due ruoli è stata annullata, affermando che il notaio aveva seguito le procedure corrette.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del Notaio: La Cassazione Chiarisce l’Uso dei Fidefacenti

La responsabilità del notaio nell’accertamento dell’identità delle parti è un pilastro fondamentale della sicurezza giuridica nelle transazioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione sulla differenza tra ‘fidefacenti’ e ‘testimoni’, annullando una decisione di merito che aveva ingiustamente attribuito colpa a un professionista. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa: Un Acquirente Fantasma

Un istituto di credito citava in giudizio un notaio, accusandolo di negligenza. Il professionista aveva rogato un atto di compravendita immobiliare e il conseguente contratto di mutuo. L’acquirente, la cui identità era stata attestata dal notaio, si rivelò in seguito inesistente. Dopo aver pagato le prime dodici rate del mutuo, l’uomo era scomparso, e la banca non era riuscita a recuperare il proprio credito poiché i dati anagrafici forniti non corrispondevano a nessuna persona reale.

Secondo l’istituto bancario, l’errore del notaio nell’identificazione aveva causato un grave danno economico, inducendolo a erogare un mutuo a un soggetto fittizio.

Le Decisioni di Merito e il Ripartimento della Colpa

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano riconosciuto una colpa concorrente. Al notaio era stato attribuito il 60% della responsabilità per non aver adottato tutte le cautele necessarie all’identificazione. Tuttavia, anche la banca era stata considerata responsabile al 40%, poiché avrebbe dovuto effettuare proprie verifiche sull’identità del mutuatario prima di erogare il finanziamento.

Il notaio, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo di aver agito nel pieno rispetto della legge notarile.

L’Analisi della Cassazione sulla Responsabilità del Notaio

Il cuore della controversia verteva sull’interpretazione dell’articolo 49 della legge notarile. Il notaio, non conoscendo personalmente l’acquirente, si era avvalso di due suoi collaboratori come ‘fidefacenti’, i quali avevano attestato di conoscere direttamente l’identità della parte. La Corte d’Appello aveva ritenuto questa procedura irregolare, affermando che il notaio non poteva fare affidamento su di essi in quanto non erano stati indicati anche come ‘testimoni’ dell’atto.

La Distinzione Cruciale tra Fidefacenti e Testimoni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del notaio, censurando l’errore della Corte d’Appello. La legge notarile, infatti, distingue nettamente due figure:

* I Fidefacenti: Sono persone, conosciute dal notaio, la cui funzione è esclusivamente quella di garantire l’identità di una parte che il notaio non conosce.
* I Testimoni: Sono persone che assistono alla stipula dell’atto per garantirne la validità formale.

L’articolo 49 prevede che il notaio possa accertare l’identità di una parte per mezzo di due fidefacenti da lui conosciuti, i quali possono essere anche i testimoni. L’uso del verbo ‘possono’ indica chiaramente che si tratta di una facoltà, non di un obbligo. Le due figure non devono necessariamente coincidere.

L’Errore nella ‘Ratio Decidendi’ della Corte d’Appello

La Suprema Corte ha evidenziato come la decisione impugnata fosse viziata da una ratio decidendi errata. I giudici di merito non hanno ritenuto l’attività di identificazione insufficiente, ma irregolare, basandosi sull’erroneo presupposto che i fidefacenti dovessero essere anche testimoni. In questo modo, hanno imposto al notaio un onere non previsto dalla legge.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che il notaio, avendo verificato l’identità tramite un documento e, in aggiunta, tramite l’attestazione di due fidefacenti, ha compiuto gli accertamenti ragionevolmente richiesti dalla legge per ottenere la certezza sull’identità della parte. La procedura seguita era pienamente conforme al dettato normativo. La Corte d’Appello ha quindi sbagliato nel ritenere invalida tale modalità di identificazione solo perché i fidefacenti non figuravano anche come testimoni nell’atto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale per la professione notarile e per la certezza dei traffici giuridici. La responsabilità del notaio non può essere affermata quando il professionista si attiene scrupolosamente alle procedure previste dalla legge. La distinzione tra fidefacenti e testimoni è netta, e confondere i loro ruoli porta a un’errata applicazione della norma. La Corte ha quindi cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame, che dovrà basarsi sulla corretta interpretazione della legge notarile.

Un notaio è sempre responsabile se l’identità di una parte si rivela falsa?
No. Secondo la sentenza, il notaio non è responsabile se ha seguito le procedure previste dalla legge per l’identificazione, come avvalersi di due fidefacenti che attestino l’identità della parte, oltre alla verifica del documento di identità.

Qual è la differenza tra ‘fidefacenti’ e ‘testimoni’ in un atto notarile?
I ‘fidefacenti’ sono persone conosciute dal notaio che servono unicamente a certificare l’identità di una parte. I ‘testimoni’, invece, assistono alla stipulazione dell’atto per garantirne la validità formale. La legge prevede che i fidefacenti possano essere anche testimoni, ma non è un obbligo.

Può un notaio affidarsi ai propri collaboratori per identificare una parte?
Sì, la sentenza conferma che il notaio può avvalersi di due fidefacenti da lui conosciuti, come i suoi collaboratori, per accertare l’identità di una parte, a condizione che questi ne abbiano conoscenza personale e diretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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