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Responsabilità del noleggiante: il caso dell’incendio

La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità del noleggiante per la distruzione di un bene (nella specie, un autoarticolato) a causa di un incendio doloso appiccato da terzi ignoti è esclusa se dimostra di aver usato l’ordinaria diligenza. La presunzione di colpa a suo carico può essere superata provando che l’evento dannoso non era a lui imputabile, come nel caso di un veicolo parcheggiato in un’area recintata e chiusa. La Corte ha rigettato il ricorso del proprietario, confermando che il noleggiante non era tenuto ad adottare misure di sicurezza straordinarie.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del Noleggiante in Caso di Incendio Doloso

L’analisi della recente ordinanza della Corte di Cassazione offre spunti cruciali sulla responsabilità del noleggiante quando il bene affidatogli viene distrutto da un incendio doloso per mano di terzi. La pronuncia chiarisce i confini della diligenza richiesta e le prove necessarie per escludere la propria colpa, un tema di grande rilevanza pratica per chi opera nel settore dei trasporti e della logistica.

I fatti del caso

Un imprenditore concedeva in noleggio il proprio autoarticolato refrigerato a una società cooperativa agricola. Il veicolo era destinato alla conservazione di prodotti ortofrutticoli e veniva parcheggiato nel piazzale della sede della società. Durante la notte, mentre il mezzo si trovava nella disponibilità della cooperativa, un incendio di natura dolosa, appiccato da ignoti, lo distruggeva gravemente.

Il proprietario del mezzo citava in giudizio la società noleggiante per ottenere il risarcimento dei danni. Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda, ritenendo la società responsabile in qualità di custode del bene. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado inquadravano il rapporto come noleggio, assimilabile alla locazione, escludendo un obbligo di custodia e applicando la disciplina specifica. La Corte riteneva che la società avesse dimostrato che l’incendio era stato un evento imprevedibile e non evitabile con l’ordinaria diligenza, dato che il piazzale era recintato e chiuso al transito. Pertanto, rigettava la richiesta di risarcimento.

La questione della responsabilità del noleggiante

Gli eredi del proprietario del veicolo hanno presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la società noleggiante non avesse superato la presunzione di colpa prevista dall’art. 1588 del codice civile. Secondo i ricorrenti, la società avrebbe dovuto adottare misure di sicurezza più stringenti (come telecamere e vigilanza) dato che, a loro dire, l’alta incidenza di atti intimidatori in alcune regioni italiane è un fatto notorio che richiede una diligenza superiore.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo infondate le censure e confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ragionamento dei giudici supremi si è concentrato sull’interpretazione e l’applicazione dell’art. 1588 c.c. anche al contratto di noleggio.

L’onere della prova liberatoria

La norma citata pone a carico del conduttore (e quindi del noleggiante) una presunzione di colpa per la perdita o il deterioramento della cosa. Per liberarsi da tale responsabilità, il noleggiante deve fornire una duplice prova:

1. Aver adempiuto con diligenza ai propri obblighi di custodia.
2. Dimostrare che il danno è derivato da una causa a lui non imputabile.

La Corte ha chiarito che questa ‘causa non imputabile’ può consistere anche nel fatto doloso di un terzo, del quale non è necessario accertare l’identità. L’importante è dimostrare che l’evento era esterno alla sfera di controllo del noleggiante e non poteva essere evitato con uno sforzo diligente.

Le motivazioni della decisione

La Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente applicato questi principi. I giudici di merito avevano accertato che l’incendio era di natura dolosa e appiccato da terzi che si erano introdotti illecitamente in un piazzale chiuso al libero transito e dotato di recinzione. Questa ricostruzione, secondo la Suprema Corte, era sufficiente per considerare l’evento dannoso non imputabile alla società noleggiante.

Inoltre, la Corte ha respinto la tesi del ‘fatto notorio’ legata all’alta criminalità in certe aree geografiche. Sostenere che in tali contesti sia richiesto un rigore diverso nell’applicazione della legge, imponendo misure di sicurezza straordinarie non pattuite, è stata considerata una tesi ‘francamente insostenibile’. L’accertamento dei limiti di esigibilità della diligenza è una valutazione di merito che spetta al giudice e, nel caso di specie, era stata compiuta in modo logico e coerente.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un importante principio in materia di responsabilità del noleggiante. Chi prende un bene in noleggio risponde della sua perdita, ma può liberarsi dalla responsabilità se prova che il danno è stato causato da un evento imprevedibile e inevitabile, come l’atto criminale di un terzo, e di aver adottato le cautele esigibili secondo l’ordinaria diligenza. Non è richiesto al noleggiante di predisporre sistemi di sicurezza eccezionali, a meno che non siano specificamente previsti dal contratto. La decisione sottolinea come il rischio di eventi dolosi commessi da terzi ignoti, in determinate circostanze, non possa essere addossato a chi ha semplicemente noleggiato il bene e lo ha custodito con ragionevole prudenza.

Chi è responsabile se un veicolo noleggiato viene distrutto da un incendio doloso?
In base all’art. 1588 c.c., la responsabilità ricade sul noleggiante (chi ha preso il bene a noleggio), a meno che non dimostri che l’evento si è verificato per una causa a lui non imputabile. L’incendio doloso appiccato da terzi ignoti può costituire una causa non imputabile se il noleggiante ha usato l’ordinaria diligenza nella custodia del bene.

Cosa deve provare il noleggiante per non essere ritenuto responsabile?
Il noleggiante deve dimostrare due cose: 1) di aver adempiuto diligentemente ai suoi obblighi di custodia (ad esempio, parcheggiando il veicolo in un’area recintata e chiusa); 2) che la distruzione del bene è dovuta a una causa esterna, come il fatto illecito di un terzo, che non poteva essere impedito con l’ordinaria diligenza.

L’alta incidenza di criminalità in una zona obbliga il noleggiante ad adottare misure di sicurezza straordinarie?
No. La Corte di Cassazione ha ritenuto che non si possa imporre un obbligo di diligenza superiore o misure di sicurezza straordinarie (come vigilanza armata o telecamere) basandosi sul ‘fatto notorio’ di una maggiore criminalità in una certa area geografica, a meno che tali misure non siano state specificamente pattuite nel contratto di noleggio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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