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Responsabilità del custode: la prova del nesso causale

Una cittadina, infortunatasi mentre utilizzava un cassonetto dei rifiuti, ha citato in giudizio l’azienda municipalizzata. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d’appello, rigettando la richiesta di risarcimento. La sentenza sottolinea che, in tema di responsabilità del custode, non è sufficiente dimostrare l’utilizzo della cosa e il danno subito, ma è essenziale provare il nesso causale, ovvero che il danno sia stato provocato direttamente dalla cosa stessa.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del Custode: Quando la Prova del Danno non Basta

La disciplina della responsabilità del custode, prevista dall’articolo 2051 del Codice Civile, è spesso al centro di controversie legali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 4276/2024, offre importanti chiarimenti su un aspetto cruciale: l’onere della prova a carico del danneggiato. Il caso riguarda una cittadina che ha subito una lesione a seguito di una caduta mentre utilizzava un cassonetto dei rifiuti, ma la sua domanda di risarcimento è stata respinta. Vediamo perché.

I Fatti di Causa: Dal Tribunale alla Cassazione

Nel 2009, una donna conveniva in giudizio l’azienda municipalizzata per la gestione dei rifiuti, sostenendo di aver subito la frattura di una vertebra. L’incidente sarebbe avvenuto a causa del malfunzionamento del pedale di apertura di un cassonetto, che l’avrebbe fatta cadere.
Inizialmente, il Tribunale di primo grado accoglieva la sua domanda. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, non vi era prova sufficiente né del malfunzionamento del pedale né, soprattutto, del nesso di causa tra il cassonetto e il danno subito dalla donna. La Corte riteneva le testimonianze imprecise e inattendibili.
La questione è quindi approdata in Corte di Cassazione, dove la danneggiata ha presentato ricorso basato su cinque motivi, lamentando la violazione di diverse norme, tra cui l’art. 2051 c.c. sulla responsabilità da cose in custodia.

La Responsabilità del Custode e l’Onere della Prova

L’articolo 2051 c.c. stabilisce che ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito. Questo tipo di responsabilità è definita ‘oggettiva’, perché prescinde dalla colpa del custode.
Per ottenere il risarcimento, il danneggiato deve provare due elementi fondamentali:
1. Il danno subito.
2. Il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno.
Spetta poi al custode, per liberarsi dalla responsabilità, dimostrare l’esistenza di un fattore esterno (il caso fortuito) che abbia interrotto il nesso causale, come la colpa del danneggiato stesso, il fatto di un terzo o un evento imprevedibile e inevitabile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la sentenza d’appello. La decisione si fonda su principi procedurali e sostanziali molto chiari.

La Mancanza di Prova del Nesso Causale

Il punto centrale della decisione è la distinzione tra l’occasione del danno e la causa del danno. La Corte d’Appello non ha negato che la donna sia caduta, ma ha affermato che non vi era prova che la caduta fosse stata causata dal cassonetto. Il danno avrebbe potuto derivare da “una perdita di equilibrio o comunque da fatto e colpa della stessa danneggiata”.
La Cassazione ha ribadito che l’onere di provare il nesso di causa spetta al danneggiato. La ricorrente, invece, non era riuscita a dimostrare che il malfunzionamento del pedale fosse stato l’effettiva causa della sua caduta.

I Limiti del Giudizio di Legittimità

Molti dei motivi del ricorso criticavano la valutazione delle prove testimoniali fatta dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o di giudicare l’attendibilità dei testimoni. Questa valutazione spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
Il ricorso è stato giudicato inammissibile proprio perché tentava di ottenere una nuova valutazione delle prove, un’attività preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si concentrano sulla corretta applicazione dei principi che regolano la responsabilità del custode e l’onere probatorio. La Corte d’Appello non ha aggravato l’onere della prova a carico della danneggiata, ma si è limitata a constatare che la prova fondamentale, quella del nesso causale, non era stata fornita in modo sufficiente. La decisione non si è basata sulla colpa della vittima, ma sulla carenza probatoria della sua domanda. La Suprema Corte ha concluso che la motivazione della sentenza impugnata era solida, in quanto il rigetto della domanda si fondava sulla mancata dimostrazione che il danno fosse stato effettivamente provocato dalla cosa in custodia.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di responsabilità del custode: non basta subire un danno in relazione a una cosa altrui per avere diritto al risarcimento. È indispensabile dimostrare con prove concrete che sia stata proprio la cosa, con una sua anomalia o dinamismo, a causare l’evento lesivo. Chi agisce in giudizio deve quindi concentrarsi non solo nel descrivere il danno, ma soprattutto nel fornire la prova rigorosa del legame di causa-effetto, altrimenti la domanda rischia di essere respinta, come avvenuto in questo caso.

Per ottenere un risarcimento per responsabilità del custode, è sufficiente dimostrare di essersi infortunati mentre si utilizzava un oggetto altrui?
No. Secondo la Corte, non è sufficiente dimostrare di aver subito un danno in occasione dell’uso di una cosa. È necessario provare il nesso causale, ossia che il danno sia stato provocato direttamente da una caratteristica o da un difetto della cosa stessa.

La Corte di Cassazione può riesaminare la credibilità dei testimoni valutata nei gradi di giudizio precedenti?
No. La valutazione dell’attendibilità dei testimoni e delle prove raccolte è un compito riservato al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Corte di Cassazione ha solo il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non può entrare nel merito dei fatti.

A chi spetta l’onere di provare il nesso di causa in un’azione legale basata sull’art. 2051 c.c.?
L’onere di provare il nesso di causa tra la cosa in custodia e il danno subito spetta interamente a chi chiede il risarcimento (il danneggiato). La mancanza di questa prova determina il rigetto della domanda, senza che il giudice debba nemmeno esaminare la possibile colpa del custode o l’eventuale caso fortuito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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