LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità del custode: incendio e caso fortuito

La Corte di Cassazione interviene sul tema della responsabilità del custode ex art. 2051 c.c. in un caso di incendio doloso appiccato da un terzo a materiale di cantiere. La Corte ha stabilito che, per escludere la responsabilità, non basta che la condotta del custode abbia meramente agevolato l’azione del terzo. È necessario valutare se l’atto doloso fosse oggettivamente imprevedibile e inevitabile. Nel caso di specie, l’incendio appiccato a tubi di plastica lasciati fuori da un cantiere non è stato ritenuto un evento prevedibile, portando alla cassazione della sentenza di condanna.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

La responsabilità del custode e il caso fortuito: quando l’incendio doloso esonera

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di illecito civile: la responsabilità del custode ai sensi dell’articolo 2051 del Codice Civile. La pronuncia chiarisce i confini del ‘caso fortuito’, in particolare quando il danno è causato dal fatto doloso di un terzo, come un incendio appiccato da un piromane. La decisione sottolinea che non è sufficiente che la condotta del custode abbia semplicemente facilitato l’azione criminosa per affermarne la responsabilità.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un incendio divampato nottetempo presso un cantiere per lavori di fognatura in un centro urbano. Le fiamme, originate da alcuni tubi di plastica lasciati dall’impresa esecutrice al di fuori dell’area recintata del cantiere, si sono propagate alle abitazioni vicine, causando ingenti danni. Le indagini hanno accertato che l’incendio era di natura dolosa, appiccato da un piromane identificato.
I proprietari degli immobili danneggiati hanno agito in giudizio contro il titolare dell’impresa, il direttore dei lavori e i responsabili della sicurezza.

Il Percorso Giudiziario: dal Tribunale alla Corte d’Appello

In primo grado, il Tribunale aveva rigettato le domande, ritenendo che l’incendio fosse da ascrivere a caso fortuito, ovvero all’azione dolosa e imprevedibile del terzo. La Corte d’Appello, invece, ha ribaltato parzialmente la decisione. I giudici di secondo grado hanno ritenuto il titolare dell’impresa responsabile, condannandolo al risarcimento. La motivazione della Corte d’Appello si fondava sul fatto che l’aver lasciato materiale infiammabile (i tubi di plastica) incustodito e al di fuori della zona protetta del cantiere avesse facilitato l’azione del piromane, interrompendo così il carattere di evento eccezionale e imprevedibile.

La valutazione della responsabilità del custode in Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imprenditore, cassando la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno riaffermato la natura oggettiva della responsabilità del custode, la quale prescinde da una valutazione di colpa. Il custode può liberarsi solo fornendo la prova del ‘caso fortuito’, che può consistere anche nel fatto di un terzo.

Tuttavia, la Corte ha specificato il criterio corretto per valutare tale esimente. L’azione del terzo esclude la responsabilità del custode solo se è oggettivamente imprevedibile e inevitabile. Non è sufficiente, come erroneamente ritenuto dalla Corte d’Appello, che la condotta del custode abbia ‘meramente facilitato’ l’evento dannoso.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che il giudice di merito avrebbe dovuto valutare se, nel contesto specifico (una popolosa cittadina), lasciare dei tubi di plastica per strada rendesse concretamente e oggettivamente prevedibile l’azione di un piromane. La risposta della Corte è negativa: non si può considerare un evento normale o statisticamente frequente che qualcuno dia fuoco a materiale da cantiere. Si tratta, al contrario, di un evento raro ed eccezionale, che esula dalla normale prevedibilità. Il custode può legittimamente confidare in un minimo senso di civiltà e responsabilità altrui.

Inoltre, la Corte ha rilevato che i giudici d’appello non hanno verificato se l’incendio fosse anche ‘inevitabile’, ovvero se il ricovero dei tubi all’interno dell’area recintata avrebbe certamente impedito l’azione dolosa. Di conseguenza, la Corte ha concluso che l’articolo 2051 c.c. è stato falsamente applicato, poiché la decisione di condanna si basava sulla mera circostanza, di per sé irrilevante, che il custode avesse agevolato l’azione del terzo, senza un’adeguata verifica dei requisiti di imprevedibilità e inevitabilità del caso fortuito.

Le Conclusioni

La sentenza è stata annullata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio di diritto. Questa ordinanza rappresenta un importante punto di riferimento per tutti i casi di responsabilità del custode. Stabilisce che la presenza di una condotta potenzialmente negligente da parte del custode non comporta un’automatica attribuzione di responsabilità quando interviene il fatto doloso di un terzo. È sempre necessario un rigoroso accertamento del carattere di oggettiva imprevedibilità e inevitabilità dell’azione del terzo, che sola può integrare il caso fortuito e interrompere il nesso causale.

Quando il fatto doloso di un terzo esclude la responsabilità del custode?
Il fatto doloso di un terzo esclude la responsabilità del custode quando integra gli estremi del ‘caso fortuito’, ossia quando l’azione del terzo è oggettivamente imprevedibile e inevitabile per il custode, interrompendo così il nesso di causalità tra la cosa e il danno.

Lasciare materiale infiammabile incustodito rende automaticamente responsabile il custode in caso di incendio doloso?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il solo fatto di aver lasciato materiale infiammabile incustodito, pur agevolando l’azione del piromane, non è sufficiente a fondare la responsabilità. È necessario dimostrare che l’evento doloso fosse, in quel contesto specifico, oggettivamente prevedibile.

Qual è la natura della responsabilità del custode ai sensi dell’art. 2051 c.c.?
La sentenza ribadisce che la responsabilità del custode ha carattere oggettivo. Ciò significa che non si basa sulla colpa del custode, ma sul semplice rapporto di custodia con la cosa che ha causato il danno. L’unica via per il custode di liberarsi da tale responsabilità è la prova del caso fortuito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati