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Responsabilità del custode: disattenzione esclude risarcimento

Una donna citava in giudizio un’università per i danni subiti a seguito di una caduta causata da una sbarra metallica. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. È stato stabilito che la responsabilità del custode, prevista dall’art. 2051 c.c., è esclusa quando l’incidente è causato unicamente dalla condotta disattenta del danneggiato. La visibilità dell’ostacolo ha reso la condotta della donna un ‘caso fortuito’, interrompendo il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del Custode e Condotta del Danneggiato: Analisi di una Recente Ordinanza

L’ordinanza in esame affronta un tema centrale nel diritto civile: la responsabilità del custode per i danni cagionati dalle cose. In particolare, la Corte di Cassazione chiarisce fino a che punto si estende tale responsabilità e quando, invece, la condotta imprudente del danneggiato può arrivare a escluderla completamente. Il caso riguarda una caduta avvenuta all’interno di un’area universitaria, ma i principi espressi hanno una valenza generale e si applicano a innumerevoli situazioni della vita quotidiana.

I Fatti di Causa

Una donna subiva una caduta inciampando in una sbarra di metallo posta a terra nei pressi dell’ingresso della mensa di un’università, riportando lesioni personali. Di conseguenza, decideva di citare in giudizio l’ateneo per ottenere il risarcimento dei danni subiti, invocando la responsabilità del custode ai sensi dell’art. 2051 del Codice Civile.

Il Percorso Giudiziario

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello rigettavano la domanda della donna. Entrambi i giudici di merito concludevano che l’incidente non fosse imputabile a una negligenza dell’università, ma piuttosto alla disattenzione della danneggiata stessa. La sbarra metallica, secondo le corti, era pienamente visibile, e l’incidente, avvenuto in pieno giorno, avrebbe potuto essere evitato con un minimo di prudenza. La donna, insoddisfatta della decisione, proponeva quindi ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte: La responsabilità del custode e il ruolo del caso fortuito

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le sentenze precedenti. I giudici hanno respinto sia i motivi di natura procedurale (relativi alla presunta nullità della sentenza d’appello per vizi di sottoscrizione) sia, soprattutto, quelli di merito relativi all’applicazione della responsabilità del custode.

Il punto cruciale della decisione risiede nell’interpretazione del concetto di “caso fortuito”. Secondo la Corte, il caso fortuito, che interrompe il nesso di causalità tra la cosa e il danno, può essere rappresentato anche dalla condotta del danneggiato. Se tale condotta è imprevedibile, inevitabile e tale da essere l’unica vera causa dell’evento, il custode è liberato da ogni responsabilità.

Le motivazioni

Nel dettaglio, la Corte ha spiegato che la responsabilità del custode prevista dall’art. 2051 c.c. ha natura oggettiva: non è necessario provare la colpa del custode, ma è sufficiente dimostrare il nesso causale tra la cosa e il danno. Tuttavia, il custode può liberarsi provando il “caso fortuito”.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano accertato che la caduta era avvenuta intorno alle 13:30, in condizioni di piena luce, e che la rotaia metallica era un ostacolo visibile e non nascosto. Di fronte a queste circostanze, la condotta della donna, che non si era accorta dell’ostacolo, è stata ritenuta l’unico fattore causale dell’incidente. La sua disattenzione ha integrato gli estremi del caso fortuito, interrompendo ogni legame causale con la cosa custodita dall’università.

La Cassazione ha ribadito che la valutazione sulla rilevanza causale esclusiva della condotta del danneggiato è un apprezzamento di fatto, riservato al giudice di merito e non sindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, è motivato in modo logico e coerente.

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: la responsabilità del custode non è assoluta. Chi subisce un danno ha il dovere di usare un livello di attenzione e prudenza adeguato alle circostanze. Quando un pericolo è palese, visibile e facilmente evitabile, l’eventuale danno che ne deriva non può essere imputato al custode, ma unicamente alla negligenza di chi non ha prestato la dovuta attenzione. La decisione serve da monito: la tutela risarcitoria non può trasformarsi in un’assicurazione contro la propria disattenzione.

Quando la condotta del danneggiato esclude la responsabilità del custode?
La responsabilità del custode è esclusa quando la condotta del danneggiato è l’unica causa dell’evento dannoso. Questo si verifica se il comportamento è talmente imprevedibile e inevitabile da integrare il cosiddetto ‘caso fortuito’, interrompendo così il nesso di causalità tra la cosa in custodia e il danno.

Un ostacolo ben visibile può essere considerato fonte di responsabilità per il custode?
No. Secondo la sentenza, se un ostacolo è palese e facilmente visibile (nel caso di specie, una sbarra metallica a terra in pieno giorno), si presume che una persona, usando l’ordinaria diligenza, possa vederlo ed evitarlo. La caduta dovuta a disattenzione in queste circostanze non fa sorgere la responsabilità del custode.

La firma del solo presidente del collegio rende nulla una sentenza?
No, non necessariamente. La Corte di Cassazione ha chiarito che, se non vi sono prove contrarie, si presume che il presidente del collegio che firma la sentenza sia anche colui che l’ha redatta (estensore). In tal caso, la singola firma è pienamente valida e la sentenza non è nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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