LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità del costruttore: l’obbligo di diligenza

Un’azienda costruttrice di componenti per velivoli ultraleggeri è stata ritenuta corresponsabile per un incidente mortale, nonostante avesse agito su progetto altrui. La Cassazione ha confermato la condanna, basando la responsabilità del costruttore sul principio del dovere generale di diligenza (art. 2043 c.c.) e non sulle norme contrattuali dell’appalto. Secondo la Corte, il produttore professionale ha l’obbligo di rilevare e segnalare palesi difetti di progettazione o dei materiali forniti dal committente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

La Responsabilità del Costruttore Oltre il Contratto: Il Dovere di Vigilanza sui Progetti Altrui

L’ordinanza n. 8026/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale: fino a che punto si estende la responsabilità del costruttore quando realizza un prodotto basandosi su un progetto e materiali forniti da un’altra azienda? La pronuncia chiarisce che il ruolo di mero esecutore non basta a escludere la colpa in caso di difetti che causano danni a terzi. Anche in presenza di un contratto di appalto, il produttore ha un dovere di diligenza professionale che lo obbliga a rilevare e segnalare le criticità evidenti del progetto.

I Fatti del Caso: Un Incidente Fatale e la Catena delle Responsabilità

La vicenda trae origine da un tragico incidente aereo in cui il pilota di un velivolo ultraleggero ha perso la vita a causa del cedimento strutturale di un montante alare. Gli eredi della vittima hanno citato in giudizio il progettista del velivolo e la sua società, i quali avevano commercializzato il mezzo.

Il progettista, a sua volta, ha chiamato in causa l’azienda che aveva materialmente costruito il componente difettoso, sostenendo che la responsabilità fosse da attribuire a quest’ultima. L’azienda costruttrice si era difesa affermando di aver semplicemente eseguito le istruzioni ricevute, utilizzando i materiali e seguendo i disegni forniti dalla società progettista.

L’Iter Giudiziario: La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno riconosciuto una corresponsabilità. Hanno condannato il progettista al risarcimento dei danni in favore degli eredi, ma hanno anche stabilito che l’azienda costruttrice dovesse manlevare il progettista per il 50% della somma dovuta.

Il punto centrale delle decisioni di merito è stato l’inquadramento della responsabilità del produttore. I giudici hanno qualificato il rapporto tra le due aziende come un contratto di appalto, ma hanno fondato la condanna non sulle norme contrattuali, bensì sulla responsabilità extracontrattuale prevista dall’art. 2043 del codice civile. Secondo la Corte d’Appello, l’azienda costruttrice, in quanto operatore professionale del settore, avrebbe dovuto accorgersi dell'”incongruità dei materiali e delle modalità di realizzazione” e segnalare il pericolo di corrosione, rifiutandosi eventualmente di eseguire un lavoro basato su un progetto palesemente difettoso.

I Motivi del Ricorso e la Responsabilità del Costruttore

L’azienda costruttrice ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Errata applicazione della legge: Sosteneva che, essendo il rapporto un appalto, si sarebbero dovute applicare le norme specifiche su vizi, decadenza e prescrizione della garanzia contrattuale (artt. 1667-1668 c.c.), e non la norma generale sulla responsabilità da fatto illecito (art. 2043 c.c.).
2. Ruolo di nudus minister: Affermava di aver agito come mero esecutore materiale (nudus minister), senza alcuna autonomia, e che quindi non potesse esserle addebitata alcuna responsabilità per difetti di progettazione.
3. Mancata prova della colpa: Contestava che la sua colpa fosse stata provata, sostenendo di non avere le competenze per valutare un progetto altrui e che i giudici avessero omesso di considerare prove a suo favore.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti chiarimenti sulla portata della responsabilità del costruttore.

La Natura Extracontrattuale della Domanda di Manleva

I giudici hanno spiegato che l’azione di rivalsa del progettista contro il costruttore non si fondava sul contratto di appalto, ma sul fatto illecito che aveva causato il danno. La richiesta era di accertare la corresponsabilità di entrambi nella causazione del sinistro. Di conseguenza, è corretto applicare il regime della responsabilità solidale extracontrattuale (art. 2055 c.c.), secondo cui chi ha risarcito il danno ha diritto di regresso contro gli altri corresponsabili. In questo contesto, le eccezioni relative alla garanzia per i vizi dell’appalto diventano irrilevanti.

Il Rigetto della Tesi del “Nudus Minister”

La Corte ha respinto con forza la difesa del costruttore basata sul suo presunto ruolo di mero esecutore. Ha ribadito che un imprenditore specializzato, soprattutto in un settore ad alto rischio come quello aeronautico, non può limitarsi a eseguire passivamente le direttive del committente. La sua diligenza professionale (art. 1176 c.c.) gli impone un dovere di controllo e di segnalazione. Se il progetto è palesemente errato o i materiali inadeguati, il costruttore ha l’obbligo di farlo presente e, se il committente insiste, di rifiutarsi di procedere, per non diventare corresponsabile dei danni che potrebbero derivarne.

L’Inammissibilità delle Censure sui Fatti

Infine, la Cassazione ha dichiarato inammissibile il terzo motivo, ricordando che il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove e i fatti del processo, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito. Le motivazioni della Corte d’Appello sulla colpa del costruttore (basate sulle consulenze tecniche che avevano evidenziato difetti di progettazione e costruzione tali da causare corrosione) sono state ritenute logiche e sufficientemente argomentate.

Conclusioni: Quali Implicazioni per i Costruttori?

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: la responsabilità del costruttore non è schermata dal contratto di appalto né dal fatto di operare su progetto altrui. La professionalità impone un dovere di cooperazione attiva e critica con il committente. Un produttore non può “chiudere gli occhi” di fronte a difetti evidenti che possono compromettere la sicurezza del prodotto finale. Se lo fa, si espone a una responsabilità diretta per i danni causati a terzi, fondata sul principio generale del neminem laedere sancito dall’art. 2043 del codice civile.

Un’azienda che costruisce un prodotto su progetto di un cliente è responsabile se il prodotto è difettoso e causa danni?
Sì, può essere ritenuta responsabile. Secondo la Cassazione, la responsabilità del costruttore non si esaurisce nel rapporto contrattuale con il committente. Se il progetto presenta vizi evidenti o i materiali sono palesemente inadeguati, il costruttore, in qualità di operatore professionale, ha il dovere di segnalarlo e, se necessario, rifiutarsi di eseguire il lavoro per non incorrere in responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.) per i danni a terzi.

La responsabilità del costruttore in questo caso è di tipo contrattuale o extracontrattuale?
La Corte ha stabilito che la responsabilità è di tipo extracontrattuale. Anche se tra il costruttore e il progettista esisteva un contratto di appalto, l’azione per i danni causati a terzi (la vittima dell’incidente) e l’azione di rivalsa tra i corresponsabili si fondano sull’art. 2043 c.c., ovvero sul principio generale di non causare danno ad altri con il proprio comportamento colposo.

Il costruttore può difendersi sostenendo di essere stato un “nudus minister”, cioè un mero esecutore di ordini?
No, questa difesa non è stata accolta. La Corte ha ritenuto che un’azienda specializzata, in questo caso nel settore aeronautico, non può essere considerata un mero esecutore passivo. La sua competenza professionale le impone un dovere di diligenza e controllo sul progetto e sui materiali, dovendo rilevare e segnalare le anomalie che potrebbero compromettere la sicurezza del prodotto finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati