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Responsabilità degli eredi per calunnia: il caso

La Corte di Cassazione interviene su un complesso caso di calunnia, chiarendo i limiti della responsabilità degli eredi. La vicenda nasce dalle accuse, poi rivelatesi infondate, mosse da una donna (poi deceduta) insieme alla figlia e alla nipote. La Corte d’Appello aveva condannato le due superstiti solo in qualità di eredi, escludendo una loro responsabilità personale. La Cassazione ha annullato tale decisione, accogliendo il ricorso delle parti offese. Secondo i giudici supremi, la corte di merito ha erroneamente ignorato prove decisive, come dichiarazioni confessorie, che indicavano un coinvolgimento diretto delle due donne. Viene così riaffermato il principio che la qualità di successore non esclude una responsabilità personale, se provata. La questione sulla responsabilità degli eredi viene quindi rinviata a un nuovo esame.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità degli Eredi per Calunnia: Quando la Colpa si Trasmette?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema delicato e complesso: la responsabilità degli eredi per un illecito di calunnia commesso insieme al defunto. La decisione chiarisce che la qualità di erede non funge da scudo contro una responsabilità personale, qualora emergano prove di un coinvolgimento diretto nell’atto illecito. Questo caso offre spunti fondamentali per comprendere la distinzione tra rispondere di un debito ereditario e rispondere per una propria condotta.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria trae origine da una serie di denunce presentate da un’anziana signora, insieme alla figlia e alla nipote, contro due persone, accusandole ingiustamente di aver commesso dei reati ai suoi danni. Da queste denunce è scaturito un procedimento penale per calunnia a carico delle tre donne.

Nel corso del procedimento, le imputate sono state assolte in secondo grado. Tuttavia, le parti offese hanno impugnato la sentenza di assoluzione ai soli fini civili, per ottenere il risarcimento del danno. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio tale assoluzione. Prima che il nuovo giudizio d’appello (giudizio di rinvio) potesse iniziare, l’anziana accusatrice è deceduta.

Il processo è quindi proseguito solo nei confronti della figlia e della nipote. La Corte d’Appello di Bologna, chiamata a decidere, le ha condannate al risarcimento dei danni, ma solo in qualità di eredi della defunta, escludendo una loro responsabilità personale e diretta. Contro questa decisione, sia le eredi (ricorso principale) sia le parti danneggiate (ricorso incidentale) si sono rivolte nuovamente alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e la Responsabilità degli Eredi

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale delle eredi e accolto quello incidentale delle parti danneggiate. Il punto cruciale della decisione riguarda proprio la valutazione della responsabilità degli eredi. La Corte d’Appello aveva escluso una loro responsabilità “in proprio”, ritenendole responsabili solo come successori del debito risarcitorio sorto in capo alla defunta.

La Suprema Corte ha giudicato questa conclusione errata e immotivata. I giudici di legittimità hanno sottolineato come la precedente sentenza di Cassazione (quella che aveva annullato l’assoluzione) avesse già evidenziato la presenza di prove significative di un “diretto coinvolgimento” di entrambe le donne, basate su “dichiarazioni sostanzialmente confessorie”.

L’Errore del Giudice di Rinvio nella Valutazione della Responsabilità

Il giudice del rinvio, pur essendo stato chiamato a tener conto di tali prove, le ha completamente ignorate. Si è limitato ad escludere “apoditticamente” l’esistenza di prove per una responsabilità diretta, senza fornire alcuna motivazione sul perché quelle dichiarazioni confessorie non fossero rilevanti. Questo, secondo la Cassazione, costituisce una violazione dei principi che regolano il giudizio di rinvio e un vizio di motivazione che rende la sentenza illegittima.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sul principio che il giudice di rinvio è vincolato a rispettare le indicazioni fornite dalla sentenza di annullamento. In questo caso, la Corte d’Appello avrebbe dovuto esaminare attentamente le prove del coinvolgimento personale della figlia e della nipote, anziché escluderlo a priori. Ignorando tali elementi, la corte territoriale ha di fatto disapplicato la decisione della Cassazione, commettendo un errore di diritto.

La Corte ha inoltre chiarito che l’accoglimento del ricorso incidentale (quello delle parti danneggiate) rendeva infondati i motivi del ricorso principale (quello delle eredi). Le questioni sollevate dalle eredi, infatti, si basavano sul presupposto, ora smontato, che la loro unica responsabilità fosse quella successoria. La Cassazione ha quindi stabilito che la questione della responsabilità personale doveva essere riconsiderata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Appello di Bologna, in diversa composizione, per un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà attenersi al principio di diritto stabilito: dovrà valutare tutte le prove disponibili, incluse le dichiarazioni confessorie, per accertare se, oltre alla responsabilità degli eredi in quanto successori, sussista anche una loro responsabilità personale e diretta per aver partecipato attivamente alla calunnia. La decisione ribadisce un concetto fondamentale: l’eredità trasferisce debiti e crediti, ma non cancella le responsabilità personali per gli illeciti commessi.

Quando gli eredi rispondono personalmente per un illecito commesso insieme al defunto?
Gli eredi rispondono personalmente (in proprio), e non solo in quanto successori, quando esistono prove che dimostrano un loro diretto e personale coinvolgimento nella commissione dell’illecito. La sola qualità di erede non esclude una responsabilità per le proprie condotte.

Cosa succede se un giudice di rinvio non considera le indicazioni della Corte di Cassazione?
Se il giudice del rinvio ignora le prove o i principi di diritto indicati dalla Corte di Cassazione nella sentenza di annullamento, la sua decisione è viziata. Come avvenuto in questo caso, la sentenza può essere nuovamente annullata perché il giudice di rinvio non ha adempiuto al suo dovere di attenersi a quanto stabilito dalla corte superiore.

È possibile condannare un erede al risarcimento se non era stata presentata una domanda contro il defunto?
No, la condanna dell’erede presuppone che una domanda di risarcimento fosse stata validamente proposta nei confronti del defunto (dante causa). Tuttavia, come chiarisce il caso, la questione cambia se si contesta all’erede una responsabilità personale e diretta, basata su proprie azioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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