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Responsabilità datore di lavoro: risarcimento per lite

Un cliente di un ristorante, dopo una discussione sul cibo, è stato aggredito fisicamente dal titolare e da alcuni dipendenti. Il Tribunale ha riconosciuto la responsabilità del datore di lavoro per il fatto illecito dei suoi preposti, condannando la società e i suoi legali rappresentanti al risarcimento del danno biologico e patrimoniale subito dalla vittima. La decisione si fonda sull’articolo 2049 del Codice Civile, che stabilisce la responsabilità dei padroni e committenti per i danni arrecati dai loro dipendenti nell’esercizio delle loro incombenze.

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Pubblicato il 21 dicembre 2024 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Responsabilità del Datore di Lavoro per Aggressione: Analisi di una Sentenza

La responsabilità del datore di lavoro per le azioni dei propri dipendenti è un principio cardine del nostro ordinamento. Una recente sentenza del Tribunale di Brescia offre uno spunto cruciale per comprendere fino a che punto si estenda tale responsabilità, specialmente in casi di aggressione fisica ai danni di un cliente. Questo articolo analizza la decisione, evidenziando come la condotta illecita dei dipendenti possa ricadere direttamente sull’impresa.

I Fatti: Dalla Lamentela sul Cibo all’Aggressione

La vicenda ha origine in una serata apparentemente tranquilla. Un cliente si reca a cena in un ristorante etnico e, a seguito di lamentele per il cibo ritenuto eccessivamente piccante, nasce una discussione con il personale e il titolare. La situazione degenera rapidamente: una volta uscito dal locale, il cliente viene inseguito e brutalmente aggredito dal titolare e da circa sette dipendenti. L’aggressione, avvenuta con calci, pugni e persino con una sedia di ferro, provoca alla vittima gravi lesioni, tra cui la frattura scomposta di tibia e perone.

La difesa dei convenuti ha tentato di attribuire le lesioni a una caduta accidentale del cliente, dovuta a un presunto stato di ubriachezza. Tuttavia, le numerose testimonianze oculari raccolte durante il processo hanno smentito questa versione, confermando in pieno la dinamica dell’aggressione descritta dalla vittima.

La Decisione del Tribunale e la Responsabilità del Datore di Lavoro

Il Tribunale ha accolto la domanda dell’attore, riconoscendo la piena responsabilità del datore di lavoro, ovvero la società che gestiva il ristorante e i suoi legali rappresentanti. La decisione si basa su un duplice fondamento giuridico:

1. Responsabilità diretta (Art. 2043 c.c.): Il titolare del ristorante è stato ritenuto direttamente responsabile per aver partecipato attivamente all’aggressione.
2. Responsabilità indiretta (Art. 2049 c.c.): La società e i suoi legali rappresentanti sono stati chiamati a rispondere per i danni causati dai dipendenti. Questo tipo di responsabilità, definita ‘indiretta’ o ‘oggettiva’, sorge perché i dipendenti hanno commesso l’illecito ‘nell’esercizio delle loro incombenze’. Anche se l’aggressione non è un compito lavorativo, essa è avvenuta in un contesto e per motivi strettamente connessi al rapporto di lavoro (una discussione con un cliente).

Il giudice ha stabilito che la società, in qualità di datore di lavoro, ha un dovere di direzione e vigilanza sui propri dipendenti, e risponde per i danni che questi arrecano a terzi durante l’espletamento delle loro mansioni.

La Quantificazione del Danno

Una volta accertata la responsabilità, il Tribunale ha provveduto a quantificare il risarcimento dovuto alla vittima.

Danno Biologico e Danno Patrimoniale

Il danno è stato suddiviso in due categorie principali:
* Danno biologico: Per la lesione all’integrità psico-fisica, il giudice ha liquidato un importo di 44.540,00 euro. La valutazione si è basata su una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) che ha accertato un’invalidità permanente del 12%, oltre a periodi di inabilità temporanea totale e parziale. Per il calcolo sono state utilizzate le tabelle elaborate dal Tribunale di Milano, punto di riferimento a livello nazionale.
* Danno patrimoniale: È stato riconosciuto un importo di 1.000,00 euro per il mancato guadagno. La vittima, che svolgeva un’attività di volantinaggio, non ha potuto lavorare durante il periodo di inabilità temporanea totale (19 giorni). La richiesta di risarcimento per la maggiore fatica nello svolgere il lavoro (danno da ‘lesione della cenestesi lavorativa’) è stata invece respinta.

Le Motivazioni della Sentenza

La sentenza si fonda su un solido impianto probatorio, costituito principalmente dalle deposizioni testimoniali concordi nel descrivere la violenza fisica perpetrata ai danni dell’attore. Il giudice ha ritenuto queste prove sufficienti per superare la tesi difensiva, definita ‘evanescente’, di una caduta accidentale. La corte ha sottolineato come la responsabilità ex art. 2049 c.c. si fondi su una presunzione di colpa del datore di lavoro nella vigilanza e nella direzione dei propri dipendenti. L’aggressione è scaturita da una discussione legata al servizio offerto dal ristorante, rendendo evidente il nesso tra l’illecito e le mansioni lavorative. La condanna in solido di tutti i convenuti (società, legali rappresentanti e titolare) garantisce alla vittima una maggiore tutela, permettendogli di richiedere l’intero risarcimento a uno qualsiasi dei responsabili.

Conclusioni: Cosa Insegna Questo Caso

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: la responsabilità del datore di lavoro non si limita agli errori professionali dei dipendenti, ma può estendersi anche a gravi atti illeciti come le aggressioni, se commessi in connessione con l’attività lavorativa. Per gli imprenditori, ciò sottolinea l’importanza non solo di selezionare attentamente il personale, ma anche di promuovere un ambiente di lavoro che prevenga e gestisca i conflitti in modo professionale, al fine di evitare conseguenze dannose sia per i terzi che per l’azienda stessa.

Un datore di lavoro è responsabile se un suo dipendente aggredisce un cliente?
Sì, secondo la sentenza, il datore di lavoro è responsabile per i danni arrecati dai dipendenti a terzi (come i clienti) quando il fatto illecito è commesso nell’esercizio delle incombenze a cui sono adibiti, come nel caso di una discussione nata per motivi di servizio e poi degenerata.

Come viene calcolato il risarcimento per le lesioni fisiche subite?
Il risarcimento del danno biologico viene calcolato sulla base di una perizia medico-legale (CTU) che stabilisce la percentuale di invalidità permanente e i giorni di inabilità temporanea. L’importo economico viene poi determinato applicando tabelle di riferimento, come quelle del Tribunale di Milano, che tengono conto della gravità del danno e dell’età del danneggiato.

La vittima di un’aggressione può essere risarcita per la perdita di guadagno?
Sì. La sentenza ha riconosciuto alla vittima un risarcimento per il danno patrimoniale da mancato guadagno, limitatamente al periodo di inabilità temporanea totale in cui non ha potuto svolgere la sua attività lavorativa. La richiesta di risarcimento per la maggiore fatica nel lavorare è stata invece respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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