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Responsabilità datore di lavoro: il caso del furto

Una cassiera di banca è stata ritenuta responsabile per un ammanco di cassa causato da un furto commesso da un collega. La Corte di Cassazione, pur riconoscendo la negligenza della dipendente, ha stabilito che va valutata anche la responsabilità del datore di lavoro (la banca) per non aver informato la dipendente dei precedenti penali del collega, configurando un concorso di colpa che può ridurre il risarcimento dovuto. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Datore di Lavoro: Quando la Negligenza della Banca Riduce il Risarcimento del Dipendente

La responsabilità del datore di lavoro è un tema centrale nel diritto del lavoro, specialmente in situazioni complesse come un furto in azienda. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il caso di una cassiera di banca ritenuta responsabile per un ammanco causato da un collega, introducendo un principio fondamentale: anche il datore di lavoro può essere corresponsabile se la sua negligenza ha contribuito all’evento dannoso. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Ammanco in Cassa e un’Accusa di Negligenza

Una cassiera di un istituto di credito veniva condannata a risarcire alla banca una somma di oltre 88.000 euro, corrispondente a un ammanco verificatosi durante il suo turno di lavoro. Le indagini avevano rivelato che il denaro era stato sottratto da un altro dipendente, che si era reso irreperibile subito dopo il furto.

Nonostante l’autore materiale del furto fosse il collega, i giudici di primo e secondo grado avevano attribuito la responsabilità alla cassiera. Le accuse a suo carico erano precise: superficialità e violazione delle normative interne. In particolare, le veniva contestato di aver lasciato la cassaforte temporizzata (il cosiddetto “tesoretto”) aperta dopo aver depositato il contante a fine giornata, consentendo al collega di accedervi su suo consenso e senza effettuare un controllo successivo prima di lasciare la filiale. Secondo i giudici, se avesse seguito la procedura di chiusura temporizzata, il furto non sarebbe stato possibile.

La Difesa della Lavoratrice e il Ruolo della Banca

La dipendente si è difesa sostenendo che lasciare la cassaforte aperta per agevolare le operazioni fosse una prassi consolidata e tollerata nella filiale. Ma il punto cruciale del suo ricorso in Cassazione riguardava un altro aspetto: la responsabilità del datore di lavoro.

La lavoratrice ha evidenziato che il collega autore del furto aveva precedenti specifici: era già stato condannato per appropriazione indebita ai danni della stessa banca e, solo due mesi prima, era stato coinvolto in un altro ammanco relativo a un bancomat. Nonostante ciò, l’istituto di credito non solo non aveva informato gli altri dipendenti del pericolo, ma aveva continuato a permettergli l’accesso a zone sensibili, limitandosi a inibirgli formalmente le operazioni con maneggio di denaro.

La Decisione della Cassazione sulla responsabilità datore di lavoro

La Corte di Cassazione ha esaminato i vari motivi del ricorso, rigettando quelli che miravano a una rivalutazione dei fatti, come la presunta prassi di tenere la cassaforte aperta. Tuttavia, ha accolto pienamente il motivo relativo alla corresponsabilità della banca.

Le Motivazioni della Suprema Corte

I giudici hanno stabilito che la Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto nel non considerare il concorso di colpa del datore di lavoro, ai sensi dell’articolo 1227 del Codice Civile. Questo articolo prevede che se il fatto colposo del creditore (in questo caso, la banca danneggiata) ha contribuito a cagionare il danno, il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l’entità delle conseguenze che ne sono derivate.

Secondo la Cassazione, la banca, in qualità di datore di lavoro, risponde anche dell’operato dei suoi dirigenti. Non aver informato la cassiera dei gravi precedenti del collega e non aver preso misure adeguate per impedirgli l’accesso alla cassaforte costituisce una condotta negligente che ha contribuito in modo causale al verificarsi del danno. La semplice disposizione di non fargli maneggiare denaro si è rivelata insufficiente e inadeguata.

L’affermazione della Corte d’Appello, secondo cui la banca era libera di agire contro chi riteneva responsabile, è stata giudicata errata. La facoltà di scegliere contro quale debitore solidale agire non esime il creditore dalla propria corresponsabilità colposa nella causazione del danno stesso.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione. Il nuovo giudice dovrà riconsiderare i fatti tenendo conto del principio stabilito: la responsabilità del datore di lavoro per la mancata adozione di cautele doverose. Dovrà quindi valutare in che misura la negligenza della banca abbia inciso sulla produzione del danno, al fine di ridurre proporzionalmente l’obbligo risarcitorio a carico della dipendente. Questa decisione riafferma che il dovere di diligenza non è a senso unico, ma grava su entrambe le parti del rapporto di lavoro.

Un dipendente può essere ritenuto responsabile per un furto commesso da un collega?
Sì, un dipendente può essere ritenuto responsabile se una sua condotta negligente, come la violazione delle procedure di sicurezza, ha agevolato o reso possibile il furto da parte del collega.

La mancata informazione da parte del datore di lavoro sui precedenti di un altro dipendente può ridurre la responsabilità del collega?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omissione di informazioni rilevanti sulla pericolosità di un dipendente e la mancata adozione di adeguate misure di cautela costituiscono un concorso di colpa del datore di lavoro (creditore del risarcimento), che può portare a una diminuzione dell’importo che il dipendente negligente è tenuto a pagare.

Cosa significa che il datore di lavoro risponde per il fatto dei propri ausiliari ai fini del concorso di colpa?
Significa che la negligenza non solo della dirigenza ma anche di altri dipendenti (in questo caso, il direttore di filiale che non ha adottato le giuste cautele) viene imputata direttamente al datore di lavoro. Di conseguenza, se questa negligenza ha contribuito a causare il danno, la responsabilità del debitore (la cassiera) può essere ridotta in proporzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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