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Responsabilità da custodia: uso esclusivo e proprietà

La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità da custodia di un bene non dipende solo dalla proprietà formale, ma dal potere di fatto e dal controllo effettivo esercitato su di esso. In un caso di infiltrazioni provenienti da un’area di proprietà comunale, ma ad uso esclusivo di un condominio, quest’ultimo è stato ritenuto responsabile. La Corte ha chiarito che, se più soggetti sono responsabili, il danneggiato può chiedere l’intero risarcimento a uno solo di essi, in base al principio di solidarietà.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Responsabilità da Custodia: L’Uso Esclusivo Prevale sulla Proprietà Formale

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nel diritto condominiale e civile: la responsabilità da custodia per i danni causati da un bene. La Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale: non è tanto la proprietà formale a determinare chi debba risarcire il danno, quanto piuttosto il potere di fatto e il controllo effettivo esercitato sul bene. Questa decisione ha implicazioni significative per i condomini che utilizzano aree formalmente appartenenti a enti pubblici.

I Fatti di Causa

Una proprietaria citava in giudizio un condominio per ottenere il risarcimento dei danni subiti dai suoi garage, a causa di infiltrazioni d’acqua. Le infiltrazioni provenivano dal solaio di copertura, che corrispondeva a un’area pavimentata esterna. Una consulenza tecnica (CTU) accertava che la causa dei danni era riconducibile sia a beni di proprietà condominiale sia a una porzione di terreno formalmente intestata al Comune, ma di fatto utilizzata dal Condominio per l’accesso ai vani scala. Il Tribunale di primo grado condannava il Condominio a risarcire integralmente i danni, riconoscendolo come custode dell’intera area. Successivamente, la Corte d’Appello riformava parzialmente la sentenza, riducendo l’importo del risarcimento. La Corte territoriale riteneva che il Condominio non potesse essere ritenuto responsabile per i danni provenienti dalla porzione di terreno di proprietà comunale, dato che il semplice uso occasionale da parte dei condomini non era sufficiente a configurare un rapporto di custodia.

La Valutazione della Responsabilità da Custodia

La proprietaria dell’immobile ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due errori da parte della Corte d’Appello. In primo luogo, la violazione dell’art. 2051 c.c., per aver escluso la responsabilità da custodia del Condominio sull’area comunale basandosi unicamente sul dato formale della proprietà. In secondo luogo, la violazione dell’art. 2055 c.c. (solidarietà risarcitoria), per aver ridotto il risarcimento invece di considerare il Condominio responsabile per l’intero, salva la sua eventuale azione di regresso nei confronti del Comune.

Il Potere di Fatto come Elemento Chiave

La Corte di Cassazione ha accolto questi motivi, ribaltando la decisione d’appello. I giudici supremi hanno sottolineato che la Corte territoriale ha commesso un errore nel fondare il proprio ragionamento esclusivamente sulla titolarità formale dell’area. La responsabilità da custodia, infatti, si basa su un presupposto fattuale: l’esistenza di un potere materiale ed effettivo sul bene, che consente di controllarlo, vigilare su di esso e intervenire per prevenire danni a terzi. Nel caso di specie, diversi elementi concreti, emersi dalla stessa CTU, dimostravano tale potere in capo al Condominio:

1. L’area era stata pavimentata dal costruttore del palazzo.
2. Svolgeva una funzione di copertura per i locali sottostanti (i garage danneggiati).
3. Consentiva l’accesso ai vani scala e agli esercizi commerciali del condominio.
4. Era delimitata da vasi di proprietà condominiale per circoscriverne l’uso ai soli condomini.

Questi indici fattuali dimostravano un uso continuativo ed esclusivo, e quindi un potere di gestione e controllo, che andava ben oltre una mera occasionalità. Pertanto, la Corte d’Appello avrebbe dovuto valutare questi elementi per determinare se il Condominio fosse effettivamente il custode dell’area, a prescindere dalla proprietà comunale.

L’Applicazione della Solidarietà Risarcitoria

La Cassazione ha inoltre accolto il motivo relativo alla violazione dell’art. 2055 c.c. Questo articolo stabilisce che se un danno è imputabile a più persone, tutte sono obbligate in solido al risarcimento. Il danneggiato ha quindi il diritto di chiedere l’intero importo a uno qualsiasi dei responsabili. La Corte d’Appello aveva errato nel ridurre l’importo dovuto dal Condominio, escludendo la parte di danno attribuibile all’area comunale. Avrebbe dovuto, invece, prima accertare se il danno fosse un evento unico e inscindibile. In caso affermativo, il Condominio, in quanto custode (anche solo concorrente), sarebbe stato tenuto a risarcire l’intero danno, potendo poi, in un secondo momento, agire in regresso contro il Comune per ottenere la sua quota di responsabilità.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo del ricorso, relativo a un presunto omesso esame di un fatto decisivo (la discrepanza tra le mappe catastali e la realtà dei luoghi), ritenendolo non decisivo. Ha invece accolto il secondo e il terzo motivo. Il secondo motivo è stato accolto perché la Corte d’Appello ha violato l’art. 2051 c.c. escludendo la configurabilità della custodia basandosi unicamente sul dato formale della proprietà, senza indagare il potere materiale ed effettivo che il Condominio esercitava sull’area. Il terzo motivo è stato accolto perché, nell’ipotesi di un danno unico causato da più soggetti (il Condominio e il Comune), la Corte d’Appello avrebbe dovuto applicare il principio della solidarietà risarcitoria (art. 2055 c.c.), condannando il Condominio convenuto a pagare l’intero, senza operare una riduzione preventiva del risarcimento.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Firenze in diversa composizione. Il giudice del rinvio dovrà attenersi ai principi enunciati: la responsabilità da custodia si fonda sul potere effettivo e materiale sul bene, non sulla mera proprietà formale, e in caso di corresponsabilità, il principio di solidarietà impone che ciascun responsabile sia tenuto per l’intero risarcimento nei confronti del danneggiato.

La proprietà di un bene è l’unico criterio per stabilire la responsabilità da custodia?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che la responsabilità da custodia non si fonda solo sul titolo di proprietà formale, ma sul potere materiale ed effettivo di controllo e gestione del bene, che consente di intervenire per prevenire danni.

Se un danno è causato da un’area utilizzata in modo esclusivo da un condominio ma di proprietà di un ente pubblico, chi è responsabile?
Il condominio può essere ritenuto custode e quindi responsabile, anche in via concorrente con l’ente proprietario, se esercita un potere di fatto sull’area, come nel caso di utilizzo esclusivo, funzione di copertura e accesso alle parti comuni.

In caso di responsabilità di più soggetti per lo stesso danno, il danneggiato può chiedere il risarcimento integrale a uno solo di essi?
Sì, in base al principio della solidarietà risarcitoria (art. 2055 c.c.), quando un danno è imputabile a più persone, ciascuna è obbligata in solido al risarcimento. Il danneggiato può quindi agire contro uno solo dei responsabili per ottenere l’intero ristoro, salvo il diritto di regresso di quest’ultimo verso gli altri corresponsabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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