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Responsabilità da contatto sociale del professionista

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un geometra al risarcimento dei danni in favore del proprietario di un immobile, nonostante l’assenza di un contratto diretto tra i due. L’incarico per la ristrutturazione era stato conferito dalla società conduttrice dell’immobile, ma i lavori erano risultati non conformi. I giudici hanno stabilito che l’affidamento riposto dal proprietario nella competenza del professionista ha generato una responsabilità da contatto sociale, con conseguenti obblighi di protezione la cui violazione ha dato luogo al risarcimento.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Responsabilità da Contatto Sociale: Quando il Professionista Paga i Danni a Terzi

L’assenza di un contratto formale non sempre esclude la responsabilità di un professionista. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce, applicando il principio della responsabilità da contatto sociale a un caso che vede coinvolti un geometra, il proprietario di un immobile e un inquilino committente dei lavori. Questa decisione chiarisce come l’affidamento generato dalla competenza professionale possa creare obblighi di protezione verso terzi, con importanti conseguenze sul piano risarcitorio.

I Fatti di Causa

Una società, proprietaria di un immobile commerciale, lo concedeva in locazione a un’altra azienda. Il contratto prevedeva che la società conduttrice potesse eseguire lavori di adeguamento a proprie spese, previa autorizzazione della locatrice. La conduttrice incaricava un geometra, in qualità di progettista e direttore dei lavori, di realizzare un soppalco.

Al termine del rapporto di locazione, la società proprietaria riscontrava che l’opera era difforme dalle normative urbanistiche: l’altezza del piano terra era di 2,75 metri, inferiore al minimo di 3,00 metri richiesto dal regolamento comunale per l’uso commerciale. Tale difformità, che rendeva l’immobile parzialmente inutilizzabile, era causata da un errore del professionista. Di conseguenza, la società proprietaria citava in giudizio il geometra per ottenere il risarcimento dei danni, quantificati nei costi di demolizione e ripristino.

Il professionista si difendeva sostenendo di non avere alcun rapporto contrattuale con la proprietaria, essendo stato incaricato esclusivamente dalla società conduttrice. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, accoglievano la domanda della società proprietaria, ritenendo il geometra responsabile.

La Decisione dei Giudici e la Responsabilità da Contatto Sociale

La Corte di Cassazione, investita del caso, ha rigettato il ricorso del geometra, confermando le sentenze precedenti. Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione della teoria della responsabilità da contatto sociale qualificato. Secondo i giudici, anche se mancava un contratto diretto tra il geometra e la proprietaria dell’immobile, si era creata una “relazione qualificata” basata sull’affidamento che la proprietaria aveva riposto nella professionalità e competenza del tecnico.

Questo affidamento non era generico, ma nasceva da circostanze concrete: il geometra era consapevole del complesso accordo negoziale tra locatrice e conduttrice e aveva formalizzato il suo intervento presentando la Denuncia di Inizio Attività (DIA) sottoscritta anche dalla proprietaria. Questo atto, rivolto alla pubblica amministrazione, aveva reso la proprietaria formalmente e sostanzialmente committente dei lavori nei confronti di terzi.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che la responsabilità da contatto sociale sorge quando l’ingerenza dell’attività di un professionista nella sfera giuridica altrui genera un legittimo affidamento sulla correttezza della sua prestazione. In questi casi, nascono obblighi di protezione che, se violati, danno luogo a una responsabilità di natura contrattuale (ex art. 1218 c.c.), pur in assenza di un contratto.

Nel caso specifico, l’attività del geometra, in qualità di progettista e direttore dei lavori, era soggetta a precisi doveri di diligenza qualificata. Egli avrebbe dovuto vigilare affinché l’opera fosse realizzata non solo secondo il progetto, ma anche in conformità alle norme tecniche e urbanistiche. L’errore nella misurazione delle altezze ha costituito una violazione di questi standard professionali, causando un danno diretto alla proprietaria, che si è ritrovata con un immobile parzialmente inutilizzabile per lo scopo commerciale previsto.

La Corte ha sottolineato che questi obblighi di diligenza assumono anche un rilievo pubblico, data la natura dell’attività edilizia, e sono posti a tutela non solo del committente diretto, ma di tutti i soggetti che, come la proprietaria, sono direttamente interessati dall’esito dell’attività professionale.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un importante principio giuridico: la responsabilità professionale non è circoscritta dal perimetro del contratto. Architetti, ingegneri, geometri e altri professionisti tecnici devono essere consapevoli che la loro attività può generare obblighi di protezione anche verso terzi che ripongono un ragionevole affidamento nelle loro competenze. La decisione evidenzia come il sistema giuridico tuteli la fiducia quale elemento fondamentale nelle relazioni sociali ed economiche, estendendo la responsabilità a situazioni in cui un danno è la conseguenza diretta della violazione di doveri professionali, a prescindere dall’esistenza di un vincolo contrattuale formale.

Un professionista può essere ritenuto responsabile per danni verso una persona con cui non ha un contratto diretto?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, può sorgere una responsabilità da “contatto sociale qualificato”. Questo avviene quando l’attività del professionista genera un affidamento legittimo in un terzo, creando obblighi di protezione la cui violazione comporta il risarcimento del danno, anche senza un contratto formale.

Cosa si intende per responsabilità da contatto sociale?
È una forma di responsabilità che si colloca tra quella contrattuale e quella extracontrattuale. Nasce da una relazione di fatto che, per la sua natura e per la professionalità di una delle parti, ingenera nell’altra un affidamento meritevole di tutela. La violazione di questo affidamento è trattata come un inadempimento contrattuale.

Perché il coinvolgimento del professionista in un accordo tra terzi ha generato una sua responsabilità?
Perché il geometra, intervenendo in un’operazione edilizia che scaturiva da un accordo tra locatore e conduttore, e presentando la documentazione tecnica (DIA) a nome della proprietà, si è inserito in una vicenda negoziale complessa. Questo ha creato una relazione qualificata e un dovere di protezione anche nei confronti del proprietario, che faceva legittimo affidamento sulla corretta esecuzione del suo operato professionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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