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Responsabilità custode scivolo: quando è esclusa?

Un utente di uno scivolo acquatico subisce lesioni e cita in giudizio la struttura ricettiva, invocando la responsabilità custode. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando la decisione d’appello che escludeva la responsabilità della struttura. Il danno è stato attribuito al comportamento anomalo e imprevedibile dell’utente, che ha interrotto il nesso causale tra la cosa in custodia e l’evento.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Custode per Incidente su Scivolo: Esclusa se la Colpa è dell’Utente

L’analisi di un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini della responsabilità custode (ex art. 2051 c.c.) per il gestore di una struttura dotata di attrezzature ludiche, come uno scivolo acquatico. La Suprema Corte ha stabilito che se l’incidente è causato dal comportamento anomalo e imprevedibile dell’utente, la responsabilità della struttura viene meno, poiché tale condotta interrompe il nesso causale tra la cosa e il danno.

I Fatti di Causa: Un Pomeriggio Finito Male

Un uomo, durante una giornata estiva presso una struttura ricettiva, decideva di utilizzare uno scivolo acquatico. Durante la discesa, riportava lesioni fisiche, a suo dire, a causa di un improvviso e anomalo aumento del flusso d’acqua che gli faceva perdere la posizione e urtare contro i bordi dello scivolo.

Inizialmente, il Tribunale di primo grado accoglieva la sua richiesta di risarcimento, condannando la struttura a pagare circa diecimila euro. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava completamente la decisione, rigettando la domanda del danneggiato. Contro questa sentenza, l’uomo proponeva ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Corte d’Appello e i Motivi del Ricorso

Il danneggiato basava il suo ricorso in Cassazione su diversi motivi, tra cui la presunta errata valutazione delle prove testimoniali e la mancanza di motivazione da parte della Corte d’Appello. Sostanzialmente, lamentava che i giudici di secondo grado avessero ricostruito i fatti in modo errato, non attribuendo il giusto peso alle testimonianze a suo favore, in particolare quella della figlia che si trovava con lui.

La difesa del ricorrente insisteva sull’applicazione della responsabilità custode, sostenendo che la struttura, in quanto custode dello scivolo, avrebbe dovuto rispondere dei danni causati da un suo presunto malfunzionamento.

Il Giudizio della Cassazione sulla responsabilità custode

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare i fatti o rivalutare le prove (come le testimonianze), ma deve solo verificare se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ampiamente e logicamente spiegato perché le testimonianze a favore del danneggiato non fossero attendibili, evidenziando contraddizioni e incongruenze. Pertanto, la richiesta di una nuova valutazione era inammissibile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 2051 c.c. sulla responsabilità custode. Questa norma prevede una forma di responsabilità oggettiva, in cui il custode risponde dei danni causati dalla cosa che ha in custodia, a meno che non provi il “caso fortuito”.

La Corte ha chiarito che il “caso fortuito” può essere rappresentato anche dal comportamento dello stesso danneggiato, quando questo sia anomalo, imprevedibile e tale da interrompere il nesso di causalità tra la cosa e il danno. Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva concluso che l’incidente non era dovuto a un difetto o malfunzionamento dello scivolo, ma alla “sostanziale perdita dell’iniziale posizione avvenuta accidentalmente” da parte dell’utente. In altre parole, era stato il comportamento non corretto dell’uomo a causare le lesioni, un evento non imputabile alla struttura. Tale comportamento, ponendosi come causa unica ed esclusiva dell’evento, ha sollevato il custode da ogni responsabilità.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale: la responsabilità del custode non è assoluta. Sebbene il gestore di una struttura abbia il dovere di garantire la sicurezza delle attrezzature, non può rispondere per eventi dannosi che derivano esclusivamente da una condotta imprudente, anomala e non prevedibile da parte dell’utente. Il comportamento del danneggiato, se idoneo da solo a provocare il danno, agisce come un fattore esterno che spezza il legame causale e libera il custode dall’obbligo di risarcimento.

Chi è responsabile se un cliente si fa male usando un’attrezzatura, come uno scivolo, in una struttura ricettiva?
In base all’art. 2051 c.c., il gestore della struttura (il custode) è generalmente responsabile dei danni causati dalla cosa, a meno che non dimostri il “caso fortuito”, ossia un evento imprevedibile e inevitabile.

Il comportamento della persona danneggiata può escludere la responsabilità del gestore?
Sì. Secondo la sentenza, se il comportamento dell’utente è anomalo, imprevedibile e idoneo da solo a causare l’incidente, questo interrompe il nesso causale e agisce come caso fortuito, escludendo la responsabilità del custode.

La Corte di Cassazione può riesaminare le testimonianze per decidere chi ha ragione?
No. La Corte di Cassazione si limita a un controllo di legittimità, cioè verifica la corretta applicazione delle leggi e la logicità della motivazione. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove, come le testimonianze, che è compito esclusivo dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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