LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità custode: prova del nesso causale

Un’impresa di ristorazione ha citato in giudizio un Comune per i danni derivanti da odori molesti provenienti da un canale adiacente, invocando la responsabilità custode dell’ente. I giudici di merito hanno respinto la domanda per mancata prova del nesso causale e della qualità di custode del Comune. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per difetti procedurali, in particolare per la mancata autosufficienza nel dimostrare la natura comunale del canale, elemento fondamentale per configurare la responsabilità custode.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Custode: Quando la Prova del Nesso Causale Non Basta

La recente ordinanza della Corte di Cassazione mette in luce un aspetto cruciale della responsabilità custode disciplinata dall’art. 2051 del codice civile. Per ottenere un risarcimento non è sufficiente lamentare un danno, ma è necessario dimostrare con rigore non solo il nesso causale tra la cosa e l’evento dannoso, ma anche, e prima ancora, la titolarità della custodia in capo al soggetto convenuto. Il caso analizzato riguarda un’impresa di ristorazione che ha visto la propria attività entrare in crisi a causa di miasmi provenienti da un canale, ma la cui domanda risarcitoria si è infranta contro la mancata prova della gestione di tale canale da parte del Comune citato in giudizio.

I fatti di causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla titolare di un’impresa di ristorazione nei confronti di un Comune. L’imprenditrice lamentava che la sua attività commerciale, avente ad oggetto la preparazione e somministrazione di alimenti, aveva subito un grave pregiudizio economico a causa delle continue e nauseabonde esalazioni provenienti da un canale adiacente alla sua proprietà. Tali odori avevano causato l’allontanamento della clientela, portando l’azienda a una profonda crisi. La richiesta, quantificata in 300 mila euro, si fondava sulla presunta responsabilità custode del Comune, in qualità di ente gestore del canale, inserito nel sistema fognario comunale.

La decisione nei gradi di merito

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno rigettato la domanda. Sebbene la fattispecie fosse stata inquadrata nell’ambito dell’art. 2051 c.c., i giudici hanno ritenuto non provato il nesso di causalità tra la posizione del canale e i danni lamentati. Le risultanze della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) non avevano permesso di accertare con sicurezza che le esalazioni derivassero dal canale in questione e, soprattutto, che questo fosse sotto la custodia del Comune. La Corte d’Appello ha confermato integralmente la sentenza di primo grado, sottolineando la carenza probatoria da parte dell’attrice.

L’analisi della Cassazione sulla responsabilità custode

L’impresa ha quindi proposto ricorso per cassazione, denunciando una violazione e falsa applicazione dell’art. 2051 c.c. e sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel non riconoscere la responsabilità custode dell’ente pubblico. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione su due profili di natura eminentemente processuale, ma di grande rilevanza pratica.

Le motivazioni

In primo luogo, la Corte ha rilevato un difetto nella formulazione del ricorso, definito come una “inestricabile commistione di elementi di fatto, riscontri di risultanze istruttorie, riproduzione di atti e documenti”. Tale modalità espositiva viola il principio di chiarezza imposto dall’art. 366 c.p.c., che richiede una esposizione sommaria e chiara dei fatti di causa, senza costringere la Corte a un’opera di “distillazione” per comprendere le censure.

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, il ricorso è stato giudicato carente sotto il profilo dell’autosufficienza. La società ricorrente dava per scontata la natura comunale del canale, senza però indicare gli elementi probatori o i documenti dai quali tale circostanza sarebbe dovuta emergere. Al contrario, le sentenze di merito erano giunte alla conclusione che si trattasse di un canale naturale in cui confluivano scarichi privati, ma non facente parte del sistema fognario comunale. Questa conclusione, non adeguatamente contestata nel ricorso con prove specifiche, legittimava l’esclusione della custodia del Comune sul bene e, di conseguenza, l’inapplicabilità della responsabilità custode prevista dall’art. 2051 c.c.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: chi agisce in giudizio per far valere la responsabilità custode ha l’onere di provare tutti gli elementi costitutivi della fattispecie. Ciò include non solo l’esistenza del danno e il nesso causale con la cosa, ma anche, in via preliminare, che il convenuto sia effettivamente il custode del bene da cui è originato il pregiudizio. Dare per scontato questo presupposto o non fornirne adeguata prova documentale può portare al rigetto della domanda, come avvenuto nel caso di specie. Un ricorso, specialmente in Cassazione, deve essere redatto in modo chiaro e autosufficiente, pena l’inammissibilità, che impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione.

Cosa bisogna dimostrare per ottenere un risarcimento per danno da cosa in custodia (art. 2051 c.c.)?
Per ottenere un risarcimento, il danneggiato deve provare tre elementi: l’esistenza di un danno, il rapporto di custodia tra il convenuto e la cosa che ha causato il danno, e il nesso di causalità tra la cosa e il danno subito.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due motivi principali: 1) Era formulato in modo confuso, mescolando fatti, prove e argomentazioni legali in violazione del principio di chiarezza. 2) Mancava di autosufficienza, poiché non forniva gli elementi necessari a dimostrare che il Comune fosse effettivamente il custode del canale, presupposto essenziale per affermarne la responsabilità.

Un Comune è sempre responsabile per i danni provenienti da un canale sul suo territorio?
No. Secondo questa ordinanza, se viene accertato che il canale è di origine naturale e non è inserito nel sistema fognario comunale, l’ente pubblico non ne è considerato il custode ai sensi dell’art. 2051 c.c. e, pertanto, non può essere ritenuto responsabile per i danni che da esso derivano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati