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Responsabilità contrattuale banca: Cassazione chiarisce

Un ente previdenziale ha citato in giudizio un istituto di credito per aver continuato a erogare ratei di pensione all’erede di una pensionata deceduta. La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità dell’istituto di credito è di natura contrattuale, e non extracontrattuale. Questa qualificazione deriva dalla violazione di specifici doveri professionali imposti dalla legge, che generano un affidamento qualificato. Di conseguenza, il termine di prescrizione applicabile per l’azione di risarcimento è quello ordinario di dieci anni, e non quello breve di cinque anni, riformando la decisione della corte d’appello che aveva dichiarato il diritto prescritto.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

La Responsabilità Contrattuale della Banca per Pagamenti Indebiti: Analisi della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di obbligazioni degli istituti di credito, focalizzandosi sulla responsabilità contrattuale della banca in caso di pagamenti di prestazioni previdenziali a soggetti non più legittimati. La pronuncia chiarisce perché, in questi casi, la responsabilità non derivi da un semplice fatto illecito, ma dalla violazione di specifici doveri professionali, con importanti conseguenze sul piano della prescrizione.

I Fatti del Caso: La Riscossione Indebita della Pensione

Il caso trae origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un ente nazionale di previdenza sociale nei confronti di un importante istituto di credito. L’ente contestava alla banca di aver erogato per anni i ratei di una pensione di reversibilità alla figlia della titolare, anche dopo il decesso di quest’ultima. La figlia, infatti, aveva continuato a incassare le somme presentando deleghe con firme che l’ente assumeva non essere state adeguatamente verificate.

Il Dibattito nei Gradi di Merito

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva respinto la domanda dell’ente previdenziale. I giudici di secondo grado avevano qualificato la responsabilità dell’istituto di credito come extracontrattuale, ai sensi dell’art. 2043 c.c., sostenendo che non esistesse un rapporto contrattuale diretto tra la banca e l’ente. Di conseguenza, avevano applicato il termine di prescrizione quinquennale previsto dall’art. 2947 c.c., dichiarando il diritto al risarcimento estinto, poiché l’ultimo incasso indebito risaliva al 2000 e la costituzione in mora era avvenuta solo nel 2007.

La Responsabilità Contrattuale della Banca secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato questa prospettiva. Accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale, ha affermato che la responsabilità contrattuale della banca non sorge solo in presenza di un contratto formale, ma ogni volta che viene violata un’obbligazione preesistente imposta dall’ordinamento.

L’attività bancaria è considerata un’attività professionale ‘protetta’, ossia riservata a soggetti qualificati e sottoposta a controlli. Questo status impone al banchiere doveri di diligenza, correttezza e protezione che vanno oltre il semplice rapporto con il cliente. Tali doveri generano un ‘contatto sociale qualificato’, ovvero un affidamento da parte di chiunque entri in relazione con la banca per le sue funzioni. La violazione di questo affidamento configura un inadempimento e, quindi, una responsabilità di tipo contrattuale ai sensi dell’art. 1218 c.c.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione richiamando un orientamento ormai consolidato. La responsabilità del ‘debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta’ (art. 1218 c.c.) si applica non solo alle obbligazioni nascenti da contratto, ma anche a quelle che derivano da ‘ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico’ (art. 1173 c.c.).

Nel caso specifico, la banca, pagando la pensione, agiva come intermediario e aveva il dovere professionale di verificare la legittimazione del ricevente e l’autenticità dei documenti presentati, come le deleghe. La legge stessa, in particolare la normativa sui pagamenti tramite assegni di conto corrente speciale (d.P.R. n. 429/1986), poneva esplicitamente a carico della banca delegata la responsabilità sull’autenticità della firma del delegante. Non averlo fatto costituisce una violazione di un’obbligazione specifica, non un generico dovere di non ledere l’altrui sfera giuridica. Pertanto, la responsabilità è contrattuale e il termine di prescrizione applicabile è quello ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.).

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione ha importanti implicazioni pratiche. Stabilire che la responsabilità contrattuale della banca si estende a queste situazioni significa rafforzare la tutela di terzi, come gli enti previdenziali, che fanno affidamento sulla professionalità e sulla diligenza degli istituti di credito. Per le banche, ciò comporta un richiamo alla necessità di adottare tutte le cautele necessarie per verificare l’identità e la legittimazione dei beneficiari dei pagamenti, pena l’esposizione a richieste di risarcimento per un periodo di tempo più lungo. La sentenza conferma che il ruolo del banchiere non è meramente esecutivo, ma implica una funzione di garanzia e controllo a tutela della regolarità delle operazioni e dell’interesse generale.

Qual è la natura della responsabilità di una banca che paga indebitamente ratei di pensione a un soggetto non legittimato?
Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di una responsabilità contrattuale (art. 1218 c.c.) e non extracontrattuale (art. 2043 c.c.).

Perché la responsabilità della banca è considerata contrattuale anche in assenza di un contratto diretto con l’ente previdenziale?
Perché deriva dalla violazione di specifici obblighi professionali imposti dalla legge all’istituto di credito in ragione della sua attività qualificata. Questo genera un ‘contatto sociale qualificato’ e un affidamento da parte di terzi, la cui lesione equivale a un inadempimento contrattuale.

Qual è la conseguenza pratica di qualificare la responsabilità della banca come contrattuale in questo caso?
La conseguenza principale è l’applicazione del termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.) per l’azione di risarcimento danni, anziché del termine breve di cinque anni previsto per la responsabilità da fatto illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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