LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità commercialista: quando l’errore non paga

Una sentenza del Tribunale di Torino analizza la responsabilità del commercialista per il tardivo deposito di un ricorso tributario. Il Giudice ha escluso il diritto al risarcimento del cliente, poiché una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) ha accertato che il ricorso era comunque infondato e sarebbe stato respinto. L’errore del professionista (il ritardo) non è stato considerato la causa del danno, in quanto il pregiudizio economico sarebbe sorto ugualmente a causa dell’infondatezza dell’impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 febbraio 2025 in Diritto Civile, Diritto Tributario, Giurisprudenza Civile

La responsabilità del commercialista: cosa succede se l’appello è infondato?

L’errore di un professionista, come un commercialista che deposita in ritardo un ricorso, non comporta automaticamente un obbligo di risarcimento per il cliente. Una recente sentenza del Tribunale di Torino ha chiarito un punto fondamentale: se l’azione legale era comunque destinata a fallire per la sua infondatezza, non sussiste responsabilità del commercialista. Analizziamo insieme questo interessante caso.

Il caso: un ricorso tributario depositato fuori termine

Una contribuente, titolare di una ditta individuale, si era rivolta a un commercialista per impugnare un atto di recupero dell’Agenzia delle Entrate per oltre 81.000 euro, relativo a crediti d’imposta usati in compensazione ma ritenuti non spettanti.

Il commercialista ha effettivamente redatto e notificato il ricorso, ma lo ha depositato presso la Commissione Tributaria con qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza. Di conseguenza, la Commissione Tributaria ha dichiarato il ricorso “inammissibile perché tardivo”, rendendo definitivo il debito fiscale.

La cliente ha quindi citato in giudizio il commercialista, chiedendo il risarcimento del danno, sostenendo che l’errore del professionista le avesse precluso la possibilità di vincere la causa e di vedersi annullare la pretesa del Fisco.

La valutazione del Tribunale sulla responsabilità del commercialista

Il Tribunale, per decidere sulla domanda di risarcimento, ha dovuto affrontare una questione centrale: l’errore del commercialista (il deposito tardivo) è stato effettivamente la causa del danno subito dalla cliente? Per rispondere, era necessario capire se il ricorso, qualora fosse stato depositato tempestivamente, avrebbe avuto concrete possibilità di essere accolto.

Il “processo nel processo”: la valutazione prognostica

In questi casi, il giudice deve compiere quello che viene definito un “processo nel processo”. Si tratta di un giudizio prognostico, ovvero una valutazione ipotetica sull’esito probabile della causa originaria. Se da questa analisi emerge che l’azione del cliente era infondata, allora l’errore del professionista (che ha impedito la decisione nel merito) diventa irrilevante ai fini del risarcimento.

Per condurre questa complessa valutazione tecnica, il Tribunale ha nominato un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), un esperto della materia, con il compito di analizzare la fondatezza dei motivi del ricorso originario.

L’esito della CTU: un appello comunque destinato al fallimento

L’analisi del CTU è stata lapidaria: entrambi i motivi su cui si basava il ricorso della contribuente erano infondati.

1. Assenza di colpa della contribuente: La cliente sosteneva di essere stata vittima di una truffa da parte di precedenti consulenti e di non avere colpa. Il CTU ha invece ritenuto che sulla contribuente gravasse una culpa in eligendo (colpa nella scelta dei consulenti) e in vigilando (colpa nella sorveglianza del loro operato), dato che non aveva eseguito le verifiche minime sulla professionalità dei soggetti a cui si era affidata.
2. Nessun danno per l’erario: La cliente sosteneva che, non avendo ottenuto alcun vantaggio, non vi fosse danno per il Fisco. Il CTU ha chiarito che l’utilizzo di crediti inesistenti per compensare debiti costituisce di per sé un danno per l’erario, a prescindere dal beneficio finale del contribuente.

Alla luce delle conclusioni del CTU, il Tribunale ha ritenuto che il ricorso non avrebbe avuto alcuna possibilità di successo, anche se fosse stato depositato nei termini.

Le motivazioni della decisione

Il Tribunale ha rigettato la domanda di risarcimento della cliente, basando la sua decisione su un principio consolidato in giurisprudenza. La responsabilità di un professionista intellettuale (avvocato, commercialista) è una “obbligazione di mezzi” e non “di risultato”. Egli deve garantire diligenza e perizia, non la vittoria. Per ottenere un risarcimento, il cliente deve provare tre elementi: l’errore del professionista, il danno subito e, soprattutto, il nesso causale tra i due. In questo caso, il nesso causale mancava. Il danno (il pagamento delle somme richieste dal Fisco) non derivava dall’errore del commercialista (il ritardo), ma dall’originaria infondatezza della pretesa della cliente. Il debito fiscale sarebbe sorto in ogni caso, anche con una condotta impeccabile del professionista.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un concetto cruciale in tema di responsabilità del commercialista: un errore tecnico, pur essendo una violazione degli obblighi professionali, non è di per sé sufficiente a fondare una richiesta di risarcimento. È sempre necessario dimostrare che, senza quell’errore, l’esito della vertenza sarebbe stato con alta probabilità favorevole al cliente. Se l’azione legale è una “causa persa” in partenza, il professionista negligente non potrà essere chiamato a pagarne le conseguenze economiche.

Un commercialista è sempre responsabile se deposita un ricorso in ritardo?
No. La sua responsabilità è esclusa se si dimostra, tramite un giudizio prognostico, che il ricorso era comunque infondato nel merito e sarebbe stato respinto, anche se depositato tempestivamente. L’errore non deve essere la causa del danno.

Come si stabilisce se un appello tributario avrebbe avuto successo?
Il giudice compie un “processo nel processo”, cioè una valutazione ipotetica sulla fondatezza dei motivi dell’appello. Spesso, come in questo caso, si avvale di un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) per analizzare gli aspetti tecnici della questione e determinare le probabilità di accoglimento.

Cosa significa “culpa in vigilando” per un cliente che si affida a un professionista?
Significa che il cliente non è esonerato da ogni responsabilità, ma ha il dovere di esercitare un controllo minimo sull’operato del professionista a cui ha dato un incarico. Secondo la sentenza, non informarsi o non vigilare sull’attività del consulente, specialmente di fronte a proposte anomale, può essere considerato un comportamento colpevole che esclude o riduce la responsabilità del professionista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati