LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità commercialista: quando è risarcibile?

Un imprenditore cita in giudizio il proprio commercialista per non aver impugnato una sentenza tributaria. La Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità professionale del commercialista, affermando che il danno da perdita di chance non è risarcibile se mancano concrete probabilità di successo nel merito della causa originaria. Il ricorso dell’imprenditore è stato dichiarato inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità professionale commercialista: la Cassazione fa chiarezza sulla perdita di chance

La responsabilità professionale del commercialista è un tema delicato che interseca la diligenza richiesta nell’esercizio della professione e le concrete conseguenze per il cliente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sul risarcimento del danno da ‘perdita di chance’, in particolare quando l’errore del professionista consiste nella mancata proposizione di un ricorso per cassazione avverso una sentenza tributaria. La Corte ha stabilito che la negligenza non è sufficiente: per ottenere un risarcimento, il cliente deve dimostrare che esistevano probabilità concrete e significative di vincere la causa originaria.

I fatti di causa

Un imprenditore aveva affidato a due commercialisti la gestione di un contenzioso tributario. A seguito di una pronuncia sfavorevole della Commissione Tributaria Regionale, i professionisti omettevano di presentare il ricorso per Cassazione, rendendo definitiva la sentenza. L’imprenditore, ritenendo di aver subito un ingente danno, agiva in giudizio per ottenere il risarcimento, sostenendo che la mancata impugnazione gli avesse precluso la possibilità di ottenere un esito favorevole e di accedere a una definizione agevolata del contenzioso.

I giudici di primo grado e d’appello riconoscevano solo un danno minore, escludendo il risarcimento per la perdita di chance. La motivazione risiedeva nel fatto che, secondo le corti di merito, la causa tributaria originaria aveva scarse o nulle probabilità di successo. L’imprenditore, insoddisfatto, proponeva quindi ricorso in Cassazione.

Analisi della Corte sulla responsabilità professionale commercialista

La Corte di Cassazione ha esaminato i cinque motivi di ricorso presentati dall’imprenditore, dichiarandoli tutti inammissibili. Il fulcro della decisione ruota attorno al concetto di nesso di causalità tra l’inadempimento del professionista e il danno lamentato dal cliente.

Secondo gli Ermellini, per ottenere un risarcimento per la perdita di chance, non basta dimostrare l’errore del professionista (in questo caso, l’omessa impugnazione). È necessario andare oltre e provare, con un alto grado di probabilità, che l’attività omessa, se fosse stata compiuta, avrebbe prodotto un risultato favorevole per il cliente.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva correttamente svolto questa analisi prognostica, esaminando nel dettaglio gli atti del giudizio tributario e concludendo che, anche se il ricorso per cassazione fosse stato presentato e accolto per un vizio di forma, l’esito finale nel merito sarebbe stato comunque sfavorevole all’imprenditore. Questo perché l’accertamento fiscale alla base del contenzioso era ritenuto fondato su solidi elementi indiziari.

Le motivazioni della decisione

La Suprema Corte ha ritenuto inammissibili i motivi di ricorso per diverse ragioni. In primo luogo, le censure sollevate dal ricorrente tendevano a una rilettura dei fatti e delle prove, un’attività preclusa in sede di legittimità, dove la Corte può valutare solo la corretta applicazione delle norme di diritto. In secondo luogo, la questione relativa alla mancata possibilità di accedere alla definizione agevolata è stata considerata una ‘questione nuova’, in quanto non era mai stata sollevata nei precedenti gradi di giudizio, e come tale inammissibile. Infine, la Corte ha respinto l’argomento secondo cui la richiesta di risarcimento del danno implicasse una domanda di risoluzione del contratto. L’interpretazione della domanda giudiziale spetta al giudice di merito e, nel caso di specie, il ricorrente non aveva dimostrato in che modo tale interpretazione fosse stata illogica o errata.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di responsabilità professionale del commercialista e di altri professionisti: la negligenza, da sola, non fonda automaticamente il diritto al risarcimento. Il cliente che lamenta un danno da ‘perdita di chance’ ha l’onere di dimostrare che la possibilità perduta era concreta, seria e dotata di elevate probabilità di successo. Una valutazione prognostica negativa sull’esito finale della causa originaria spezza il nesso di causalità e rende irrisarcibile il danno, anche a fronte di un’indubbia mancanza del professionista. La decisione serve da monito per i clienti, che devono ponderare attentamente le reali possibilità di vittoria prima di intraprendere un’azione risarcitoria, e per i professionisti, che pur rimanendo obbligati a un comportamento diligente, sono tutelati da pretese risarcitorie basate su chance meramente ipotetiche.

Quando un cliente ha diritto al risarcimento se il suo commercialista omette di presentare un ricorso?
Il cliente ha diritto al risarcimento solo se dimostra che esistevano concrete e significative probabilità di ottenere un esito finale favorevole nella causa. La semplice omissione del professionista non è sufficiente se la causa originaria era comunque destinata a essere persa.

Una richiesta di risarcimento danni può essere interpretata come una richiesta implicita di risoluzione del contratto?
In linea di principio sì, ma spetta al giudice di merito interpretare la volontà della parte analizzando il contenuto sostanziale della pretesa. In questo caso, la Corte ha stabilito che la domanda era limitata al risarcimento e non era implicitamente estesa alla risoluzione del contratto professionale, in quanto non erano stati forniti elementi sufficienti a supporto di tale interpretazione.

È sufficiente dimostrare che il ricorso per cassazione omesso sarebbe stato accolto per un errore di diritto per ottenere il risarcimento?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che la valutazione della chance perduta deve riguardare l’esito finale e complessivo della lite. Anche se il ricorso per cassazione fosse stato accolto per un vizio procedurale, ma l’esito nel successivo giudizio di merito si prevedeva comunque sfavorevole, la chance di vittoria finale è considerata nulla o irrisoria e il danno non è risarcibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati