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Responsabilità cani randagi: chi paga i danni?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15244/2024, ha stabilito un principio chiave in materia di responsabilità per danni causati da animali randagi. In seguito a un incidente stradale provocato da un cane, la Corte ha chiarito che la responsabilità civile ricade esclusivamente sull’ente a cui la legge regionale affida il compito di prevenzione del randagismo. Nel caso specifico, basato sulla normativa della Regione Campania, tale ente è l’Azienda Sanitaria Locale (ASL), escludendo quindi qualsiasi responsabilità, anche solidale, del Comune. La sentenza ha accolto il ricorso del Comune e rigettato quello dell’ASL, che resta l’unica obbligata al risarcimento.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Cani Randagi: La Cassazione Stabilisce Chi Paga i Danni

Il tema della responsabilità per cani randagi è una questione di grande attualità che tocca la sicurezza dei cittadini e le casse degli enti pubblici. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha fatto luce su un punto cruciale: in caso di danni, chi è tenuto a risarcire? Il Comune o l’Azienda Sanitaria Locale (ASL)? L’ordinanza analizzata chiarisce che la responsabilità non è scontata e dipende da precise disposizioni normative regionali.

I Fatti del Caso: Un Incidente per Evitare un Cane

La vicenda ha origine da un incidente stradale: un automobilista, per evitare di investire un cane randagio che aveva improvvisamente attraversato la strada, perdeva il controllo del proprio veicolo finendo contro un muro di sostegno. L’impatto causava ingenti danni all’auto e, soprattutto, lesioni personali al conducente, con una conseguente invalidità permanente. I danneggiati (conducente e proprietaria del veicolo) decidevano quindi di agire in giudizio per ottenere il risarcimento, citando l’Azienda Sanitaria Locale.

Il Percorso Giudiziario e la questione sulla responsabilità cani randagi

Il percorso legale è stato complesso e ha visto decisioni contrastanti nei vari gradi di giudizio.

1. Primo Grado: Il Tribunale individuava come unico responsabile il Comune nel cui territorio era avvenuto l’incidente, condannandolo al risarcimento e escludendo ogni colpa dell’ASL.
2. Secondo Grado: La Corte d’Appello, riformando la prima sentenza, riteneva invece che la responsabilità fosse da attribuire in solido sia al Comune che all’ASL.

Insoddisfatti della decisione d’appello, sia il Comune (con ricorso principale) sia l’ASL (con ricorso incidentale) si sono rivolti alla Corte di Cassazione per definire una volta per tutte i confini delle rispettive responsabilità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due ricorsi, giungendo a una conclusione netta che ribalta la decisione della Corte d’Appello.

Il punto centrale della decisione si basa su un principio di diritto ormai consolidato: la responsabilità civile per i danni causati dai cani randagi grava esclusivamente sull’ente cui le singole leggi regionali attribuiscono il compito di cattura e custodia degli stessi. Queste leggi regionali sono attuative della legge quadro nazionale (n. 281/1991).

Nel caso in esame, relativo alla Regione Campania, la legge regionale n. 16 del 2001 affida in modo esplicito e diretto all’Azienda Sanitaria Locale il compito di prevenire e controllare il randagismo. Di conseguenza, secondo la Cassazione, l’ASL è l’unico ente che può essere ritenuto responsabile per l’omissione di tali compiti.

La Corte ha quindi accolto il ricorso del Comune, specificando che non può esistere una responsabilità solidale in questo ambito. La responsabilità solidale, infatti, presuppone un contributo causale al danno da parte di più soggetti. In questo caso, non essendo stato individuato alcun comportamento attivo od omissivo del Comune che abbia contribuito all’incidente, e poiché la legge affida il compito specifico all’ASL, il Comune deve essere considerato esente da ogni responsabilità.

La Corte ha invece rigettato il ricorso dell’ASL, che tentava di difendersi sostenendo di aver delegato il servizio a un’associazione di volontariato. I giudici hanno chiarito che una convenzione tra privati (ASL e onlus) non può sollevare l’ASL dalla responsabilità che la legge le impone nei confronti dei terzi danneggiati. L’ASL resta l’obbligato principale, salvo poi potersi rivalere sull’associazione in base ai loro accordi interni.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche:

* Chiarezza per i cittadini: Chi subisce un danno da un animale randagio sa che deve identificare l’ente specificamente incaricato dalla legge regionale di riferimento per la gestione del randagismo. Non è possibile agire genericamente contro il Comune se la legge indica un altro soggetto, come l’ASL.
* Responsabilità degli enti: Le ASL (o gli enti designati dalle normative regionali) non possono esimersi dalle loro responsabilità delegando i compiti a terzi. La responsabilità verso i cittadini rimane in capo a loro.
* Ruolo dei Comuni: I Comuni sono sollevati da una responsabilità diretta per i danni, a meno che non sia provato un loro specifico contributo causale all’evento dannoso, distinto dalla mera omissione del controllo sul randagismo, se questo è affidato ad altro ente.

Chi è responsabile per i danni causati da un cane randagio?
La responsabilità civile per i danni causati da cani randagi grava esclusivamente sull’ente a cui le singole leggi regionali, in attuazione della legge quadro nazionale n. 281/1991, attribuiscono il compito di cattura e custodia degli stessi. Nel caso specifico, riferito alla Regione Campania, tale ente è l’Azienda Sanitaria Locale (ASL).

Un Comune può essere ritenuto responsabile insieme all’ASL per i danni da randagismo?
No, secondo la Corte, se la legge regionale affida il compito di controllo del randagismo esclusivamente all’ASL, non si può ipotizzare una responsabilità solidale del Comune. Quest’ultimo può essere ritenuto responsabile solo se viene dimostrata una sua specifica condotta, attiva o omissiva, che abbia contribuito direttamente al danno, distinta dalla generica omissione di controllo sul randagismo.

Delegare il servizio di accalappiacani a un’associazione esonera l’ASL dalla sua responsabilità?
No. La stipula di una convenzione con un’associazione o un ente terzo per svolgere materialmente il servizio di cattura non libera l’ASL dalla responsabilità che la legge le attribuisce nei confronti dei terzi danneggiati. La convenzione ha valore solo tra le parti (ASL e associazione), ma non è opponibile al cittadino che ha subito il danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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