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Responsabilità buca stradale: risarcimento ridotto

Una ciclista cade a causa di una buca stradale e cita in giudizio il Comune per ottenere il risarcimento dei danni. Il Tribunale riconosce la responsabilità buca stradale in capo all’ente pubblico, ma riduce l’importo del risarcimento del 20%, attribuendo alla danneggiata un concorso di colpa per non aver prestato sufficiente attenzione, pur considerando le difficili condizioni del traffico cittadino.

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Pubblicato il 8 marzo 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Buca Stradale: Il Comune Paga, ma non del Tutto

La questione della responsabilità buca stradale è un tema ricorrente nelle aule di tribunale e di grande interesse per i cittadini. Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre un’analisi dettagliata su come viene bilanciata la responsabilità dell’ente pubblico, custode della strada, e il comportamento dell’utente danneggiato. Il caso riguarda una ciclista caduta a causa di una profonda buca, riportando lesioni significative. Il giudice ha riconosciuto la responsabilità del Comune, ma ha ridotto il risarcimento del 20% a causa del concorso di colpa della donna.

Il Caso: Caduta in Bicicletta e Richiesta di Risarcimento

Una donna, mentre percorreva in bicicletta una via centrale e trafficata di Torino, perdeva il controllo del mezzo a causa di una grossa buca presente sul manto stradale. La caduta le provocava una “frattura del piatto tibiale destro”, che richiedeva un intervento chirurgico e le causava un’invalidità permanente stimata tra l’8% e il 9%.

Di conseguenza, la ciclista ha citato in giudizio il Comune, chiedendo il risarcimento di tutti i danni subiti, patrimoniali (spese mediche) e non patrimoniali, ritenendo l’ente responsabile per l’omessa o insufficiente manutenzione della strada ai sensi dell’art. 2051 c.c. (responsabilità da cose in custodia).

L’Analisi del Tribunale sulla Responsabilità per Buca Stradale

Il Tribunale ha innanzitutto confermato che la responsabilità per buca stradale ricade nel campo di applicazione dell’art. 2051 c.c. Questa norma stabilisce una forma di responsabilità oggettiva: l’ente proprietario della strada è considerato responsabile per i danni causati da essa, a prescindere da una sua colpa specifica. Per liberarsi da tale responsabilità, l’ente deve provare il “caso fortuito”, ovvero un evento imprevedibile e inevitabile che abbia interrotto il legame causale tra la strada e il danno. Questo evento può essere anche la condotta del danneggiato stesso, se abnorme ed eccezionale.

Grazie alle testimonianze, il giudice ha accertato il nesso di causalità: è stato provato che la caduta è avvenuta proprio in corrispondenza della buca. La conformazione della buca, estesa e profonda, è stata ritenuta un’anomalia del manto stradale idonea a causare l’incidente, specialmente per un veicolo instabile come una bicicletta.

Il Concorso di Colpa del Ciclista: una Riduzione del 20%

Il punto cruciale della sentenza è la valutazione del comportamento della ciclista. Il Comune sosteneva che la donna fosse stata negligente, in quanto la buca era visibile. Il Tribunale, pur non accogliendo la tesi del Comune secondo cui la colpa fosse esclusiva della donna (configurando un caso fortuito), ha ritenuto che la sua condotta avesse contribuito all’incidente.

Il giudice ha stabilito un concorso di colpa, quantificando la responsabilità della ciclista al 20%. Questa decisione si basa su un’attenta valutazione delle circostanze concrete:
1. Visibilità dell’ostacolo: Le dimensioni della buca la rendevano potenzialmente avvistabile.
2. Condizioni del traffico: L’incidente è avvenuto in un’ora di punta in una delle arterie più trafficate di Torino. Questo, secondo il giudice, rende comprensibile una minore attenzione al manto stradale, dovendo il ciclista concentrarsi sui veicoli circostanti.
3. Dovere di cautela: Nonostante il traffico, ogni utente della strada ha un dovere generale di ragionevole cautela per salvaguardare la propria incolumità.

In sintesi, la condotta della donna non è stata ritenuta talmente imprevedibile da interrompere il nesso causale, ma ha comunque contribuito all’evento, giustificando una riduzione del risarcimento ai sensi dell’art. 1227 c.c.

Le motivazioni

Le motivazioni del Tribunale si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale che applica l’art. 2051 c.c. alla Pubblica Amministrazione. Il giudice ha ritenuto provato il nesso causale tra la buca (l’anomalia della cosa in custodia) e la caduta della ciclista, basandosi sulle deposizioni testimoniali. Tuttavia, la decisione di ridurre il risarcimento si basa sulla valutazione della condotta della danneggiata. Non si è trattato di un “caso fortuito” idoneo a escludere totalmente la responsabilità del Comune, perché la condotta della ciclista non è stata né abnorme né imprevedibile. Era infatti ragionevole, in un contesto di traffico intenso, che la sua attenzione fosse divisa. Ciononostante, il principio di autoresponsabilità impone a chiunque di usare una normale diligenza. Poiché la buca era di dimensioni notevoli e quindi potenzialmente avvistabile, il Tribunale ha ritenuto che una minima quota di responsabilità, quantificata equitativamente nel 20%, dovesse gravare sulla danneggiata per aver concorso a causare il sinistro.

Le conclusioni

Il Tribunale di Torino ha dichiarato il Comune responsabile all’80% per i danni subiti dalla ciclista e ha condannato l’ente al pagamento di una somma pari a € 20.134,17, oltre agli interessi legali e al pagamento delle spese processuali e di CTU. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’ente pubblico ha un preciso dovere di custodia e manutenzione delle strade, ma ciò non esonera gli utenti da un comportamento prudente e attento. La decisione evidenzia come, in casi di responsabilità buca stradale, il giudice debba sempre effettuare un bilanciamento tra la responsabilità del custode e il grado di diligenza esigibile dal danneggiato in base alle circostanze concrete del caso.

L’ente proprietario di una strada è sempre responsabile per i danni causati da una buca?
Sì, in linea di principio l’ente è responsabile ai sensi dell’art. 2051 c.c. (responsabilità da custodia), a meno che non dimostri che il danno sia stato causato da un “caso fortuito”, cioè un evento imprevedibile e inevitabile, che può includere anche una condotta eccezionale e abnorme del danneggiato.

Il comportamento del danneggiato può ridurre o annullare il suo diritto al risarcimento?
Sì. Se il comportamento del danneggiato, pur non essendo imprevedibile, è stato negligente e ha contribuito a causare il danno, il giudice può dichiarare un “concorso di colpa” (art. 1227 c.c.) e ridurre proporzionalmente l’importo del risarcimento. Se la condotta è talmente imprevedibile e anomala da essere l’unica causa del danno, il diritto al risarcimento può essere completamente escluso.

Come viene calcolato il risarcimento in caso di concorso di colpa?
Il giudice prima quantifica il danno totale subito dalla vittima (danno biologico, morale, spese mediche, ecc.). Successivamente, riduce questo importo in base alla percentuale di colpa attribuita al danneggiato. Nel caso di specie, il danno totale è stato calcolato e poi ridotto del 20%.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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