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Responsabilità bancaria assegni: quando la banca paga?

Una correntista citava in giudizio il proprio istituto di credito dopo aver subito protesti per assegni con firma apocrifa, emessi da carnet che non aveva mai richiesto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della donna, escludendo la responsabilità bancaria per gli assegni emessi, poiché la falsificazione delle firme, sebbene accertata da una perizia, era talmente abile da non essere riconoscibile a prima vista da un impiegato di media diligenza. La decisione conferma che la responsabilità della banca sorge solo in caso di falsificazione palese e non a fronte di alterazioni sofisticate.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Bancaria per Assegni Falsi: La Banca è Sempre Colpevole?

La questione della responsabilità bancaria per assegni con firma falsa è un tema delicato che tocca la sicurezza dei correntisti e gli obblighi di diligenza degli istituti di credito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che la banca non risponde se la falsificazione è talmente abile da non essere riconoscibile a occhio nudo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Assegni Falsificati e Protesti

Una correntista si trovava iscritta nel Registro Nazionale dei Protesti a causa di undici assegni non pagati. La donna scopriva che i titoli appartenevano a tre carnet che non aveva mai richiesto né ritirato. Le richieste di rilascio e gli assegni stessi recavano una firma apocrifa, ossia falsificata.

Sospettando che il responsabile fosse il proprio padre, la correntista lo denunciava e citava in giudizio la banca, accusandola di negligenza per aver consegnato i carnet a una persona non autorizzata e per non aver rilevato la falsità delle firme. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la sua richiesta di risarcimento, spingendola a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Cassazione: Nessuna Responsabilità Bancaria per Falsificazione Abile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso della correntista, confermando le sentenze dei gradi precedenti. Il punto centrale della decisione è che la responsabilità della banca per il pagamento di un assegno con firma falsa è esclusa quando l’alterazione non è rilevabile ictu oculi, ovvero a prima vista, da un impiegato di media diligenza.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su alcuni principi consolidati e sull’analisi delle prove emerse nel corso del giudizio.

Innanzitutto, è stato dato grande peso alle risultanze della perizia grafica. Sebbene questa avesse confermato la falsità delle firme, aveva anche evidenziato che la falsificazione era stata eseguita con notevole abilità, riproducendo le modalità espressive della firma autentica della correntista. Per smascherare il falso erano stati necessari strumenti di indagine specifici, non in possesso di un normale operatore di sportello.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito che l’impiegato bancario non è tenuto a possedere le competenze di un perito grafologo. Il suo dovere di diligenza si esaurisce in un controllo visivo che permetta di cogliere le falsificazioni palesi, non quelle sofisticate. Pertanto, se la firma appare verosimile a un esame sommario e conforme allo specimen depositato, la banca non può essere considerata negligente.

Infine, la Corte ha sottolineato una carenza probatoria da parte della ricorrente. La donna non era riuscita a dimostrare in modo conclusivo che i carnet fossero stati ritirati materialmente dal padre. Se lo avesse provato, la negligenza della banca sarebbe stata evidente, poiché l’impiegato avrebbe dovuto accertare l’identità del soggetto che si presentava allo sportello e la sua non corrispondenza con la titolare del conto. In assenza di tale prova, la Corte ha concluso che non vi erano elementi per addebitare una colpa all’istituto di credito.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche per i Correntisti

Questa ordinanza delinea con chiarezza i confini della responsabilità bancaria per assegni falsificati. La banca non è un garante assoluto contro ogni tipo di frode. La sua responsabilità è ancorata al criterio della diligenza professionale media: deve bloccare le truffe grossolane, ma non è tenuta a sventare quelle più ingegnose. Per i correntisti, ciò si traduce in un monito a custodire con la massima cura i propri carnet di assegni e a segnalare immediatamente qualsiasi smarrimento o sottrazione. La sentenza evidenzia inoltre l’importanza dell’onere della prova: per ottenere un risarcimento, non basta dimostrare di aver subito un danno, ma è necessario provare in modo concreto la negligenza della controparte.

Quando una banca è responsabile per il pagamento di un assegno con firma falsa?
La banca è responsabile solo se la falsificazione della firma è “rilevabile ictu oculi”, cioè riconoscibile a prima vista da un impiegato di media diligenza, senza la necessità di strumenti speciali o competenze da perito grafologo.

A chi spetta l’onere di provare la negligenza della banca in caso di assegni falsificati?
Spetta al correntista che agisce in giudizio dimostrare la negligenza della banca. Ad esempio, deve provare che la banca ha consegnato i carnet di assegni a una persona palesemente diversa dal titolare del conto senza effettuare i dovuti controlli di identificazione.

Può una perizia che accerta la falsità di una firma essere sufficiente per condannare la banca?
No, non è sufficiente. Secondo la sentenza, anche se una perizia conferma che la firma è falsa, la banca non è responsabile se la stessa perizia evidenzia che la falsificazione era talmente abile da non essere riconoscibile con la normale diligenza richiesta a un operatore bancario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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