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Responsabilità banca: diligenza e assegno contraffatto

Una società assicurativa ha citato in giudizio due istituti bancari per i danni subiti a seguito della negoziazione di un assegno contraffatto nell’importo e nel beneficiario. La Corte di Cassazione, confermando le sentenze di merito, ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità della banca negoziatrice non è oggettiva, ma si fonda sulla colpa. La banca può essere esonerata se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, specialmente quando la falsificazione, come nel caso di specie, era estremamente difficile da rilevare.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Assegno Contraffatto: quando scatta la Responsabilità della Banca?

La questione della responsabilità banca in caso di pagamento di un assegno contraffatto è un tema cruciale che interessa sia gli istituti di credito sia i loro clienti. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali, escludendo l’esistenza di una responsabilità oggettiva e riconducendo l’obbligo risarcitorio alla prova della colpa e della mancata diligenza professionale. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società assicurativa aveva emesso un assegno di traenza per liquidare un sinistro. Questo titolo, tuttavia, veniva alterato sia nell’importo che nel nome del beneficiario e successivamente incassato presso un istituto di credito. La società emittente, ritenendo di aver subito un danno, citava in giudizio sia la banca negoziatrice (quella che ha pagato l’assegno) sia la propria banca (trattaria), chiedendo il risarcimento.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano la domanda, sostenendo che la falsificazione era talmente ben eseguita da essere “altamente difficoltosa, se non impossibile” da rilevare con la normale diligenza richiesta a un operatore bancario. La società, insoddisfatta, ricorreva in Cassazione, insistendo sul concetto di una responsabilità quasi automatica dell’istituto di credito.

La Decisione della Corte: la Responsabilità Banca non è Oggettiva

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della pronuncia è la netta distinzione tra responsabilità per colpa e responsabilità oggettiva.
Il ricorrente sosteneva che l’articolo 43 della legge assegni configurasse una forma di responsabilità oggettiva, secondo cui la banca sarebbe sempre e comunque responsabile per il pagamento a un soggetto non legittimato, a prescindere da una sua negligenza. La Cassazione, richiamando una precedente e fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 12477/2018), ha ribadito che non è così. La responsabilità dell’istituto di credito è una responsabilità contrattuale basata sulla colpa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che la banca negoziatrice ha la possibilità di fornire una prova liberatoria. Per non essere considerata responsabile, deve dimostrare di aver adempiuto alla propria obbligazione con la diligenza richiesta a un professionista del settore, ai sensi dell’articolo 1176, secondo comma, del codice civile. Questo significa che la banca non è un garante assoluto contro ogni tipo di frode, ma è tenuta a mettere in atto tutte le cautele e i controlli che sono ragionevolmente esigibili da un operatore accorto.
Nel caso specifico, la perizia tecnica (CTU) aveva accertato che la contraffazione era quasi perfetta. Pertanto, non si poteva pretendere che l’impiegato bancario, utilizzando i normali strumenti di verifica (esame visivo e tattile), si accorgesse dell’alterazione. Esigere un controllo che vada oltre la normale diligenza professionale significherebbe, di fatto, imporre una responsabilità banca di tipo oggettivo, che la legge non prevede.
Inoltre, la Corte ha chiarito che la sentenza penale che aveva condannato per truffa l’autore della falsificazione non era di per sé sufficiente a dimostrare la negligenza della banca. L’accertamento di un reato non implica automaticamente che la banca non abbia rispettato i canoni di diligenza richiesti al momento della negoziazione del titolo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale nel diritto bancario: la responsabilità banca per il pagamento di un assegno alterato non è automatica. L’istituto di credito risponde solo se viene provata una sua condotta negligente, ovvero se non ha adottato le misure di controllo adeguate alla sua qualifica professionale. Se la falsificazione è così sofisticata da eludere un esame diligente, la banca non può essere chiamata a risarcire il danno, che rimane a carico del soggetto truffato. La decisione sottolinea l’importanza di un equilibrio tra la tutela dei clienti e la necessità di non gravare gli intermediari finanziari di un onere probatorio e di un rischio d’impresa sproporzionati.

La responsabilità della banca che paga un assegno non trasferibile alterato è oggettiva?
No, la Corte di Cassazione, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite, ha stabilito che non si tratta di un caso di responsabilità oggettiva. La responsabilità della banca è per colpa e si basa sulla violazione del canone della diligenza professionale.

Cosa deve dimostrare la banca per non essere considerata responsabile?
La banca deve provare che l’inadempimento non le è imputabile, dimostrando di aver assolto alla propria obbligazione con la diligenza richiesta dall’art. 1176, comma 2, del codice civile. Nel caso specifico di un assegno contraffatto, deve dimostrare che la falsificazione non era riconoscibile con i normali controlli.

L’esistenza di una condanna penale per truffa a carico di chi ha incassato l’assegno alterato prova automaticamente la colpa della banca?
No, la sentenza afferma che l’accertamento di una truffa da parte del presentatore dell’assegno non implica, di per sé, che la verifica compiuta dalla banca non abbia rispettato i canoni della richiesta diligenza. Le due valutazioni (penale e civile) sono distinte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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