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Responsabilità azienda: cronotachigrafo e sanzioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’azienda di trasporti sanzionata per il mancato inserimento della carta tachigrafica da parte di un autista. La sentenza sottolinea la diretta responsabilità dell’azienda nel garantire l’efficienza e il corretto uso degli apparecchi, stabilendo una presunzione di colpa a suo carico. L’azienda non è riuscita a provare l’esistenza di un caso fortuito o di aver esercitato la dovuta vigilanza, rendendo la sanzione legittima.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cronotachigrafo: la Cassazione delinea la responsabilità dell’azienda

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per le imprese di autotrasporto: la responsabilità azienda in caso di violazioni relative all’uso del cronotachigrafo. La decisione chiarisce che l’impresa non risponde solo in solido con il conducente, ma ha un obbligo di vigilanza diretto che, se disatteso, configura una colpa autonoma. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Una società di trasporti si opponeva a un verbale di contestazione elevato dalla Polizia Stradale. La violazione riguardava l’art. 179 del Codice della Strada, poiché il conducente di un pullman circolava senza aver inserito la propria carta tachigrafica nell’apparecchio.

A sostegno della propria difesa, l’azienda sosteneva che si fosse trattato di un malfunzionamento temporaneo, imprevisto e non individuabile né dal conducente né, a maggior ragione, dall’azienda stessa. Tuttavia, sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello avevano rigettato l’opposizione, confermando la validità della sanzione. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la responsabilità azienda

L’azienda ha basato il proprio ricorso in Cassazione su cinque motivi principali, tra cui:
1. La violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato, poiché i giudici di merito non avrebbero valutato a fondo l’assenza di colpa della società.
2. L’errata applicazione dell’art. 179 del Codice della Strada, ribadendo la tesi del guasto fortuito.
3. La violazione delle norme sulla contestazione immediata, ritenuta necessaria.
4. L’errata interpretazione del Regolamento CE n. 561/2006, che non prevederebbe una responsabilità automatica dell’impresa.
5. La mancata ammissione di prove testimoniali richieste.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto tutti i motivi infondati, rigettando integralmente il ricorso. La sentenza stabilisce principi chiari sulla responsabilità azienda, delineando un quadro di obblighi che va ben oltre la semplice fornitura del veicolo.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che la responsabilità dell’impresa di trasporto per le violazioni relative al cronotachigrafo non è solo solidale con quella del conducente, ma anche una responsabilità per “fatto proprio”. Questo significa che sull’azienda gravano obblighi specifici, la cui violazione costituisce un illecito autonomo.

Questi obblighi, derivanti sia dalla normativa nazionale (Codice della Strada) che da quella europea (Reg. CE 561/2006), includono:
* Dotare i veicoli di cronotachigrafi omologati e funzionanti.
* Garantire il corretto uso degli apparecchi e delle relative carte o fogli di registrazione.
* Organizzare l’attività dei conducenti in modo che possano rispettare le normative.
* Fornire istruzioni adeguate e formazione sul funzionamento dei dispositivi.
* Effettuare controlli periodici e regolari per assicurare il rispetto delle disposizioni.

La Corte ha sottolineato che, in tema di sanzioni amministrative, vige una presunzione di colpa a carico di chi commette la violazione. Spetta quindi all’azienda dimostrare di aver agito senza colpa, provando di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenire l’illecito. Nel caso di specie, la società non ha fornito alcuna prova di aver vigilato adeguatamente o che il mancato inserimento della scheda fosse dovuto a un evento fortuito e non imputabile.

Infine, la Corte ha ritenuto legittima la contestazione differita, in quanto l’illecito era stato accertato solo a seguito di controlli successivi e il conducente al momento della verifica era diverso da quello che aveva commesso l’infrazione.

Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un monito importante per tutte le aziende del settore autotrasporto. La responsabilità azienda non può essere elusa semplicemente scaricandola sul conducente o invocando generici malfunzionamenti. È indispensabile implementare e documentare procedure rigorose di controllo, formazione e manutenzione dei veicoli e dei cronotachigrafi. Solo dimostrando di aver agito con la massima diligenza e di aver adottato un modello organizzativo volto a prevenire le infrazioni, l’impresa può sperare di superare la presunzione di colpa e andare esente da responsabilità.

L’azienda di trasporti è sempre responsabile se il conducente non usa il cronotachigrafo?
Sì, secondo la Corte l’azienda ha una responsabilità diretta per ‘fatto proprio’, che si aggiunge a quella solidale con il conducente. Su di essa grava una presunzione di colpa per non aver vigilato e garantito il corretto uso del dispositivo. Per evitare la sanzione, deve dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie a prevenire la violazione.

Cosa deve fare un’azienda per dimostrare di non avere colpa in caso di violazione del cronotachigrafo?
L’azienda deve provare di aver rispettato l’ordinaria diligenza, che consiste nel controllo costante del regolare funzionamento del cronotachigrafo e in un controllo preventivo ogni volta che il veicolo viene messo in circolazione. Deve quindi dimostrare di aver attuato procedure di controllo, formazione e vigilanza efficaci.

La mancata contestazione immediata della violazione rende nullo il verbale?
No, in questo caso la contestazione differita è stata ritenuta legittima. La violazione è stata accertata in un momento successivo, durante controlli effettuati sull’automezzo due giorni dopo l’infrazione, e il conducente presente al momento della verifica era diverso da colui che aveva commesso l’illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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