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Responsabilità assicurazione per l’agente infedele

La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità dell’assicurazione per la truffa del proprio agente sussiste anche in presenza di irregolarità nei pagamenti da parte del cliente. La responsabilità della compagnia viene meno solo se il cliente ha agito con una condotta anomala, collusiva o con consapevole acquiescenza alla violazione delle regole da parte dell’agente. Semplici irregolarità formali, come assegni senza data, non sono sufficienti a interrompere il nesso di occasionalità tra l’attività dell’agente e l’illecito, e quindi non escludono la responsabilità dell’assicurazione.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Assicurazione: La Compagnia Paga per l’Agente Infedele?

Affidarsi a un agente assicurativo è una prassi comune per sottoscrivere una polizza. Ma cosa succede se l’agente incassa i premi e non li versa alla compagnia, svanendo nel nulla? Il cliente perde i suoi soldi o può rivalersi sulla compagnia? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla responsabilità dell’assicurazione per i fatti illeciti dei propri agenti, stabilendo principi chiari a tutela dei clienti che si affidano in buona fede all’apparenza creata dalla compagnia stessa.

I Fatti: la Truffa dell’Agente Assicurativo

Il caso esaminato riguarda un gruppo di clienti che avevano stipulato polizze vita tramite un agente di una nota compagnia assicurativa. I pagamenti dei premi erano avvenuti regolarmente presso i locali dell’agenzia, mediante assegni consegnati direttamente all’agente. Tuttavia, i clienti scoprivano in seguito che l’agente si era appropriato indebitamente delle somme, senza mai versarle alla compagnia, che di conseguenza non riconosceva la validità delle polizze.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia in primo grado che in appello, le richieste di risarcimento dei clienti contro la compagnia assicurativa erano state respinte. I giudici avevano ritenuto che i clienti avessero tenuto una condotta negligente. Secondo le corti di merito, alcune irregolarità nei pagamenti – come assegni incassati a distanza di tempo, privi di data o con dati non perfettamente corrispondenti alla polizza – avrebbero dovuto insospettire i clienti. Questa presunta negligenza, secondo i giudici, interrompeva il cosiddetto “nesso di occasionalità”, liberando la compagnia da ogni responsabilità per l’operato del suo agente infedele.

La Responsabilità dell’Assicurazione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni dei clienti. Il principio cardine richiamato è quello dell’art. 2049 c.c., che sancisce la responsabilità dei “padroni e committenti” (in questo caso, la compagnia assicurativa) per i danni arrecati dai loro “domestici e commessi” (l’agente) nell’esercizio delle loro incombenze. Secondo la Suprema Corte, questo legame, noto come “nesso di occasionalità”, non viene meno per semplici irregolarità formali.

Quando la Condotta del Cliente Esclude la Responsabilità

La Corte ha chiarito in modo netto che la responsabilità dell’assicurazione è esclusa solo in presenza di una condotta anomala del danneggiato. Non basta una semplice negligenza, ma occorrono elementi più gravi, quali:

* Collusione: un accordo fraudolento tra il cliente e l’agente a danno della compagnia.
* Consapevole acquiescenza: la piena consapevolezza da parte del cliente che l’agente sta violando le regole, accettando passivamente la situazione.
* Condotta gravemente colposa: un comportamento talmente incauto e anomalo da agevolare attivamente la condotta illecita dell’agente (ad esempio, il pagamento di ingenti somme in contanti per un investimento finanziario).

Le Irregolarità Formali Non Bastano

La Cassazione ha specificato che le irregolarità riscontrate nel caso di specie (assegni post-datati, ritardi nell’incasso) non sono di per sé sufficienti a dimostrare una collusione o una colpa grave del cliente. L’agente operava nei locali dell’agenzia, spendeva il nome della compagnia e utilizzava la sua posizione per compiere l’illecito. In tale contesto, l’affidamento del cliente è giustificato, e la compagnia che si avvantaggia dell’operato della sua rete di agenti deve anche sopportarne i rischi.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il principio della responsabilità del preponente si fonda sul rischio d’impresa. La compagnia, inserendo l’agente nella propria organizzazione commerciale e beneficiando della sua attività, crea un’apparenza di affidabilità nei confronti dei terzi. È quindi giusto che risponda delle conseguenze negative, comprese le condotte illecite, a meno che non sia il cliente stesso a interrompere questo legame con un comportamento doloso o eccezionalmente imprudente. La tutela dell’affidamento del terzo in buona fede prevale sulla necessità di sanzionare piccole negligenze formali, che non hanno un’effettiva incidenza causale nel favorire la truffa.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza la tutela dei consumatori nel settore assicurativo. La responsabilità dell’assicurazione per gli illeciti commessi dai propri agenti è la regola, non l’eccezione. Per liberarsi da tale responsabilità, la compagnia non può limitarsi a evidenziare piccole irregolarità nei pagamenti, ma deve provare che il cliente ha partecipato attivamente alla frode o ha tenuto una condotta talmente anomala da non meritare alcuna tutela. La decisione è stata cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questi importanti principi di diritto.

L’assicurazione è sempre responsabile per la truffa commessa dal proprio agente?
Sì, di regola la compagnia assicuratrice è responsabile per i danni causati dall’attività illecita del proprio agente, in base al principio del “nesso di occasionalità”. L’incarico affidato all’agente deve aver reso possibile o agevolato il suo comportamento fraudolento.

Quale tipo di condotta del cliente può escludere la responsabilità dell’assicurazione?
La responsabilità della compagnia è esclusa solo se il cliente ha tenuto una condotta anomala che presenti connotati di collusione con l’agente o, quantomeno, di consapevole acquiescenza alla violazione delle regole. Una semplice negligenza o irregolarità formale non è sufficiente.

Il pagamento di un premio con un assegno irregolare (es. senza data) fa perdere il diritto al risarcimento?
No, secondo la Corte, mere irregolarità formali come un assegno privo di data o la mancata corrispondenza esatta con il numero di polizza non sono, da sole, sufficienti a interrompere il nesso di occasionalità e quindi non escludono la responsabilità dell’assicurazione per la truffa dell’agente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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