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Responsabilità amministratore non esecutivo: il dovere di agire

Un amministratore di un istituto di credito, privo di deleghe operative, è stato sanzionato dalla CONSOB per l’omessa indicazione nei prospetti informativi di operazioni di “capitale finanziato”. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sanzione e sottolineando la piena responsabilità dell’amministratore non esecutivo. La Corte ha stabilito che anche chi non ha ruoli operativi ha un preciso dovere di informarsi attivamente sulla gestione e sull’organizzazione aziendale, soprattutto in presenza di segnali di allarme. La sentenza ribadisce che, in materia di sanzioni amministrative, vige una presunzione di colpa, e spetta all’amministratore dimostrare di aver agito diligentemente per prevenire l’illecito.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Societario, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Amministratore non Esecutivo: La Cassazione Conferma il Dovere di Vigilanza Attiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto societario e bancario: la responsabilità dell’amministratore non esecutivo non è una mera formalità. Anche in assenza di deleghe operative, ogni membro del consiglio di amministrazione ha il dovere di agire in modo informato e di attivarsi di fronte a segnali di allarme, pena il concorso nell’illecito. La pronuncia chiarisce i confini di tale responsabilità, specialmente in relazione alle sanzioni irrogate dalle autorità di vigilanza.

Il Contesto: Sanzione CONSOB e il “Capitale Finanziato”

Il caso trae origine da una sanzione amministrativa pecuniaria di 10.000 euro inflitta dalla CONSOB a un componente del Consiglio di Amministrazione di un noto istituto di credito. La contestazione riguardava l’omessa informativa, nei Prospetti di Base del 2014 e 2015, relativa alla pratica del cosiddetto “capitale finanziato”.

Questa pratica consisteva nell’erogazione di finanziamenti da parte della banca alla propria clientela, finalizzati alla sottoscrizione o all’acquisto di azioni della banca stessa. Tale informazione era cruciale per gli investitori, in quanto la sua assenza impediva una corretta valutazione della situazione patrimoniale, finanziaria e delle prospettive dell’emittente. L’amministratore sanzionato, pur essendo un membro non esecutivo del CdA, è stato ritenuto corresponsabile dell’omissione.

La Decisione della Suprema Corte

L’amministratore ha impugnato la sanzione, sollevando diverse eccezioni, tra cui il difetto di giurisdizione, la violazione del diritto di difesa e, soprattutto, l’assenza di una sua colpa, data la sua posizione non operativa e l’asserita segretezza con cui la dirigenza portava avanti tali pratiche. La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e la legittimità della sanzione.

Le Motivazioni: Analisi della responsabilità dell’amministratore non esecutivo

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni pilastri giuridici fondamentali, offrendo una chiara interpretazione dei doveri che incombono su ogni amministratore.

Il Dovere di Agire Informati

Il punto centrale della motivazione risiede nel cosiddetto “dovere di agire informati”, sancito dall’art. 2381 del codice civile. La Suprema Corte ha ribadito con forza che gli amministratori privi di deleghe non possono assumere un ruolo passivo. Essi hanno l’obbligo di acquisire informazioni sulla gestione e sull’organizzazione aziendale, un dovere che diventa ancora più stringente in presenza di “segnali di allarme”.

Nel caso di specie, la Corte ha evidenziato come vi fossero stati diversi campanelli d’allarme che avrebbero dovuto indurre l’amministratore ad attivarsi: una richiesta di chiarimenti avanzata da un socio durante un’assemblea e una nota della stessa CONSOB che sollecitava attenzione sul tema dei finanziamenti correlati all’acquisto di azioni. L’inerzia di fronte a tali segnali configura la colpa dell’amministratore.

La Natura Amministrativa della Sanzione e l’Onere della Prova

Un altro aspetto cruciale riguarda la natura della sanzione. La Corte ha chiarito che le sanzioni CONSOB per questo tipo di violazioni hanno carattere amministrativo e non penale. Ciò comporta due conseguenze decisive:

1. Non si applica il favor rei: A differenza del diritto penale, non si applica il principio della legge successiva più favorevole (ius superveniens). Vale, invece, il principio tempus regit actum, secondo cui la violazione è punita in base alla legge in vigore al momento in cui è stata commessa.
2. Presunzione di colpa: In base all’art. 3 della Legge 689/1981, in materia di illeciti amministrativi vige una presunzione di colpa. Una volta che l’autorità (in questo caso la CONSOB) ha provato l’elemento oggettivo dell’illecito (l’omissione informativa), spetta all’incolpato dimostrare di aver agito in assenza di colpevolezza, ovvero di aver fatto tutto il possibile per adempiere ai propri doveri.

L’Insussistenza di una “Messa in Scena” Esimente

L’amministratore aveva sostenuto che la dirigenza avesse orchestrato una “messa in scena” per occultare il fenomeno del capitale finanziato. La Corte ha respinto questa argomentazione, rilevando che non era stata fornita alcuna prova di tali manovre. Anzi, i fatti dimostravano che il CdA era stato reso edotto del fenomeno, almeno a partire da una riunione dell’aprile 2015.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per tutti i componenti dei consigli di amministrazione, in particolare per quelli non esecutivi. La pronuncia rafforza l’idea che la carica di amministratore comporta responsabilità attive e non delegabili di supervisione e controllo. Non è sufficiente affidarsi passivamente alle informazioni fornite dagli organi esecutivi. È necessario un approccio proattivo, un costante aggiornamento e una pronta reazione di fronte a qualsiasi anomalia o segnale di allarme. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, la responsabilità dell’amministratore non esecutivo può essere pienamente affermata, con tutte le conseguenze sanzionatorie che ne derivano.

Un amministratore senza deleghe operative può essere ritenuto responsabile per omissioni informative nei prospetti societari?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, anche gli amministratori non esecutivi hanno un preciso dovere di “agire informati”, ovvero di acquisire attivamente informazioni sulla gestione e sull’organizzazione aziendale. La loro responsabilità sorge se, pur in presenza di segnali di allarme, rimangono inerti e non si attivano per ottenere chiarimenti o correggere le anomalie.

In caso di sanzioni amministrative CONSOB, a chi spetta l’onere di provare la colpa o l’assenza di colpa?
In materia di illeciti amministrativi, come quelli sanzionati dalla CONSOB, vige una presunzione di colpa a carico di chi ha commesso la violazione. Una volta che la CONSOB prova la sussistenza dell’elemento oggettivo dell’illecito (ad esempio, l’omissione di un’informazione dovuta), spetta all’amministratore dimostrare di aver agito senza colpa, ossia di aver adempiuto diligentemente ai propri doveri.

Le nuove leggi più favorevoli (ius superveniens) si applicano retroattivamente alle sanzioni amministrative irrogate da CONSOB per questo tipo di illeciti?
No. La Corte ha stabilito che queste sanzioni hanno natura amministrativa e non penale. Pertanto, non si applica il principio del favor rei (applicazione della legge più favorevole), ma il principio tempus regit actum, secondo cui la violazione è disciplinata e sanzionata in base alla legge in vigore al momento in cui è stata commessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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