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Responsabilità amministratore condominio per convocazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza 29878/2019, ha stabilito che un precedente giudizio di annullamento di una delibera assembleare per errata convocazione non determina automaticamente la responsabilità esclusiva dell’amministratore. La Corte ha chiarito che l’assemblea condominiale ha il dovere di verificare la regolarità degli avvisi di convocazione. Un’eventuale omissione di tale controllo può configurare un concorso di colpa del condominio, riducendo o escludendo la responsabilità dell’amministratore. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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La Responsabilità dell’Amministratore di Condominio per Errata Convocazione

La corretta convocazione dell’assemblea è un pilastro della vita condominiale. Un errore in questa fase può invalidare le decisioni prese e generare contenziosi costosi. Ma di chi è la colpa? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della responsabilità dell’amministratore di condominio, chiarendo che la colpa non è sempre e solo sua. Questo intervento giurisprudenziale analizza i confini del giudicato e il ruolo attivo che l’assemblea stessa deve avere nel controllo della regolarità procedurale.

I Fatti del Caso: La Controversia tra Amministratore e Condominio

Un condominio citava in giudizio il proprio ex amministratore per ottenere un risarcimento danni. L’origine del contenzioso risaliva all’impugnazione di una delibera assembleare da parte di un condomino, che aveva lamentato di non essere stato regolarmente convocato. Il giudizio si era concluso con l’annullamento della delibera e la condanna del condominio al pagamento delle spese legali.

Il condominio, a sua volta, richiedeva all’amministratore il rimborso di tali spese, accusandolo di inadempimento contrattuale per l’errata convocazione. L’amministratore si difendeva sostenendo di aver inviato la convocazione per posta ordinaria su esplicita richiesta del condomino interessato, una modalità all’epoca non formalmente vietata.

La Decisione dei Giudici di Merito: Un’Applicazione Rigida del Giudicato

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione al condominio. Secondo i giudici di merito, la sentenza che aveva annullato la delibera costituiva ‘giudicato’, ovvero una decisione definitiva che non poteva essere rimessa in discussione. Di conseguenza, la responsabilità dell’amministratore era considerata una conseguenza diretta e automatica di quella prima sentenza. Ogni difesa dell’amministratore, inclusa la presunta richiesta del condomino e l’eventuale concorso di colpa del condominio, veniva ritenuta ‘assorbita’ e preclusa dal giudicato precedente.

I Limiti del Giudicato e la Responsabilità dell’Amministratore di Condominio

La Corte di Cassazione ha ribaltato questa prospettiva, accogliendo il ricorso dell’amministratore. Gli Ermellini hanno chiarito un principio fondamentale: la sentenza che annulla una delibera tra un condomino e il condominio non ha efficacia di giudicato in un successivo e distinto giudizio di responsabilità promosso dal condominio contro il suo amministratore.

Le due cause sono ontologicamente diverse: la prima riguarda la validità di un atto (la delibera), la seconda l’adempimento di un contratto (il mandato dell’amministratore). Le parti e le ‘causae petendi’ (le ragioni della pretesa) sono differenti. Pertanto, la Corte d’Appello aveva errato nel non valutare nel merito le difese dell’amministratore, che aveva pieno diritto di dimostrare di aver agito con la dovuta diligenza o che vi fossero circostanze che escludevano o attenuavano la sua colpa.

Il Ruolo dell’Assemblea: Concorso di Colpa e Obbligo di Verifica

Il punto più innovativo della sentenza riguarda il ruolo dell’assemblea. La Cassazione ha sottolineato che, ai sensi dell’art. 1136 c.c. (nella formulazione applicabile all’epoca dei fatti), l’assemblea non può deliberare ‘se non consta che tutti i condomini […] sono stati invitati alla riunione’.

Questo significa che esiste un preciso dovere in capo all’assemblea stessa, e per essa al suo presidente, di controllare la regolarità degli avvisi di convocazione prima di procedere con la discussione e la votazione. L’omissione di tale controllo costituisce un comportamento colposo che può contribuire a causare il danno (cioè i costi derivanti dall’annullamento della delibera). Tale omissione può quindi configurare un’ipotesi di concorso di colpa del condominio danneggiato ai sensi dell’art. 1227 c.c., con la conseguenza di ridurre il risarcimento dovuto dall’amministratore.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sulla base della netta distinzione tra il giudizio di impugnazione della delibera e quello di responsabilità dell’amministratore. Il primo ha per oggetto la validità dell’atto collegiale nei confronti dei condomini; il secondo, invece, la valutazione del comportamento dell’amministratore nell’esecuzione del suo mandato. Un giudicato formatosi nel primo processo non può vincolare il giudice del secondo, che deve poter accertare autonomamente la sussistenza di un inadempimento colpevole. Inoltre, la Corte ha valorizzato il dovere dell’assemblea di autoverifica, sancito dall’art. 1136 c.c., come un presupposto essenziale per la validità delle proprie deliberazioni. Ignorare questo dovere non può che ricadere, almeno in parte, sul condominio stesso, che non può poi riversare integralmente le conseguenze negative sull’amministratore. La decisione impugnata è stata quindi cassata con rinvio, affinché la Corte d’Appello riesamini il caso applicando questi principi.

Le conclusioni

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza le garanzie difensive degli amministratori di condominio, che non possono essere ritenuti responsabili in via automatica per l’annullamento di una delibera. Essi hanno il diritto di veder esaminata la loro condotta specifica nel contesto del rapporto di mandato. In secondo luogo, responsabilizza le assemblee condominiali e i loro presidenti, chiamati a un ruolo attivo di controllo sulla regolarità procedurale delle riunioni. Prima di iniziare qualsiasi discussione, è buona prassi che il presidente verifichi e dia atto a verbale dell’avvenuta regolare convocazione di tutti gli aventi diritto. Questo non solo previene future impugnazioni, ma protegge anche il condominio da un eventuale concorso di colpa nel caso in cui si verifichi un errore e si agisca per il risarcimento contro l’amministratore.

Una sentenza che annulla una delibera condominiale per errata convocazione rende automaticamente l’amministratore responsabile per i danni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza di annullamento non ha efficacia di giudicato nel successivo giudizio di responsabilità contro l’amministratore. Quest’ultimo ha diritto a un’autonoma valutazione della sua condotta e delle sue difese.

L’assemblea condominiale ha qualche responsabilità sulla verifica delle convocazioni?
Sì. Secondo la Corte, l’assemblea, e in particolare il suo presidente, ha il dovere di controllare la regolarità degli avvisi di convocazione prima di deliberare. È un requisito essenziale per la validità della riunione.

Se l’assemblea non controlla la regolarità delle convocazioni, quali sono le conseguenze in un’azione di risarcimento contro l’amministratore?
L’omissione di questo controllo da parte dell’assemblea può configurare un concorso di colpa del condominio stesso. Ciò può portare a una riduzione del risarcimento dovuto dall’amministratore, in proporzione all’incidenza causale della negligenza dell’assemblea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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