LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità albergatore furto: la Cassazione decide

Una recente ordinanza della Cassazione affronta il tema della responsabilità dell’albergatore per il furto di una pelliccia avvenuto nella hall. La Corte ha confermato la condanna dell’hotel, ritenendolo colpevole per aver predisposto un’area guardaroba non sorvegliata. Viene chiarito che la responsabilità albergatore furto sussiste anche per i beni non consegnati in custodia, se il danno è imputabile a una negligenza della struttura.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità albergatore furto: quando paga l’hotel?

La questione della responsabilità albergatore furto è un tema di grande interesse pratico, che tocca sia i gestori di strutture ricettive sia i loro clienti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti su fino a che punto si estende il dovere di protezione dell’hotel nei confronti dei beni dei clienti, anche quando questi non vengono formalmente consegnati in custodia. Il caso analizzato riguarda il furto di una pelliccia di valore lasciata su un attaccapanni in una zona comune dell’albergo.

I Fatti del Caso: Il Furto della Pelliccia in Hotel

Una cliente di una struttura alberghiera subiva il furto di una costosa pelliccia, che aveva appeso a un attaccapanni situato nella hall dell’albergo. La rastrelliera era collocata in un corridoio distante dalla reception, in una posizione che rendeva di fatto impossibile la sorveglianza da parte del personale. La cliente decideva quindi di citare in giudizio l’hotel per ottenere il risarcimento del danno.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Giudice di Pace in primo grado, sia il Tribunale in sede di appello, davano ragione alla cliente, condannando l’hotel al risarcimento. I giudici ritenevano che l’albergo fosse venuto meno ai suoi obblighi di custodia e protezione, avendo predisposto un’area guardaroba in una zona non vigilata, inducendo così i clienti a farvi affidamento. La struttura alberghiera, non condividendo la decisione, ricorreva in Cassazione.

L’analisi della Cassazione sulla responsabilità albergatore furto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’hotel, confermando le decisioni dei gradi precedenti e offrendo una dettagliata analisi sulla natura della responsabilità dell’albergatore.

La Responsabilità per le Cose “Portate in Albergo”

Il primo punto affrontato dalla Corte riguarda la distinzione tra cose “consegnate in custodia” (art. 1784 c.c.) e cose semplicemente “portate in albergo” (art. 1783 c.c.). I giudici hanno chiarito che la responsabilità dell’albergatore non si limita agli oggetti che gli vengono espressamente affidati. Essa si estende a tutti gli effetti personali che il cliente introduce nei locali dell’impresa, comprese le aree comuni, per tutto il tempo in cui dispone dell’alloggio. Il cliente non ha l’obbligo di consegnare ogni bene di valore per la custodia; se non lo fa, corre solo il rischio di ottenere un risarcimento limitato, a meno che non provi la colpa dell’albergatore.

La Colpa dell’Albergatore come Elemento Centrale

Il cuore della decisione risiede nell’accertamento della colpa dell’hotel. Secondo la Cassazione, l’aver predisposto una rastrelliera in un’area comune, ma in una posizione defilata e impossibile da sorvegliare, costituisce una chiara negligenza. Questa scelta organizzativa ha creato un’apparenza di sicurezza che ha indotto la cliente a lasciare lì il proprio capo, ma non era supportata da adeguate misure di vigilanza. Questa colpa fa scattare la responsabilità piena dell’albergatore e impedisce di invocare l’esimente della colpa del cliente. Non si può pretendere che il cliente eviti di usare un servizio (il guardaroba non custodito) messo a disposizione dall’hotel stesso.

La Questione della Prova del Valore e la CTU

L’hotel aveva anche contestato la quantificazione del danno, sostenendo che la cliente non avesse provato adeguatamente il valore della pelliccia e che la Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) disposta dal giudice fosse stata meramente “esplorativa”. La Cassazione ha respinto anche questa doglianza, precisando che la CTU non era servita a colmare una lacuna probatoria, ma a valutare tecnicamente elementi già acquisiti agli atti, come una dichiarazione di vendita e delle fotografie. La CTU, in questo contesto, è uno strumento legittimo per aiutare il giudice a stimare il valore di un bene sulla base delle prove fornite.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione dell’obbligo di protezione dell’albergatore che va oltre la mera custodia formale. L’albergo, mettendo a disposizione spazi e servizi, assume una responsabilità implicita per la sicurezza dei beni che i clienti vi introducono. La predisposizione di un’area guardaroba in una posizione oggettivamente insicura e non sorvegliata integra una colpa diretta della struttura, che non può essere scaricata sul cliente con il pretesto della sua mancata consegna del bene in custodia. La responsabilità dell’albergatore, quindi, non è solo contrattuale ma deriva da un generale obbligo di protezione nei confronti di chi si affida ai suoi servizi.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte Suprema ha stabilito che la responsabilità albergatore furto è piena quando l’evento dannoso è riconducibile a una colpa nell’organizzazione e nella gestione degli spazi da parte della struttura. Collocare un attaccapanni in un’area non vigilata è una negligenza che impedisce all’hotel di invocare la responsabilità del cliente. Questa ordinanza rafforza la tutela del consumatore, sottolineando che l’affidamento riposto nella struttura ricettiva merita una protezione concreta, che si traduce in un obbligo di risarcimento integrale in caso di furto causato da carenze organizzative.

L’albergatore è responsabile per il furto di oggetti di valore lasciati incustoditi in aree comuni come la hall?
Sì, secondo l’ordinanza, l’albergatore è responsabile se il furto è agevolato da una sua colpa. Nel caso specifico, aver posizionato un attaccapanni in una zona della hall non sorvegliata è stato considerato colpa dell’albergo, determinandone la piena responsabilità per il risarcimento.

Il cliente che non utilizza il servizio di custodia dell’hotel perde il diritto al risarcimento in caso di furto?
No, non perde automaticamente il diritto. Il cliente che non consegna i beni in custodia corre solo il rischio di un risarcimento limitato. Tuttavia, se il furto avviene per colpa grave dell’albergatore (come nel caso di un’area guardaroba insicura), il cliente ha diritto al risarcimento integrale del danno.

Come si può provare il valore di un bene rubato se non si ha una ricevuta fiscale ma solo una dichiarazione di vendita e delle foto?
Secondo la Corte, elementi come una dichiarazione di vendita proveniente da un soggetto terzo e fotografie del bene possono costituire dati di fatto sufficienti per consentire a un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) di formulare una stima del valore. Il giudice può basare la sua decisione su tale stima, ritenendola una prova adeguata per la quantificazione del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati