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Respingimento alla frontiera: ora decide il TAR

La Cassazione, con l’ordinanza 18393/2025, risolve un conflitto di giurisdizione sul respingimento alla frontiera. A seguito delle modifiche legislative del 2023, la competenza a decidere sui ricorsi contro il respingimento immediato per mancanza di requisiti spetta esclusivamente al giudice amministrativo (TAR) e non più a quello ordinario.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Respingimento alla frontiera: la Cassazione chiarisce, la competenza è del TAR

Con una recente ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno messo un punto fermo su una questione cruciale in materia di immigrazione: a quale giudice spetta decidere sui ricorsi contro il respingimento alla frontiera? La risposta, alla luce di una importante modifica legislativa del 2023, è netta: la giurisdizione appartiene al giudice amministrativo. Questa decisione chiarisce un panorama giuridico che in passato ha generato incertezze e conflitti tra diverse autorità giudiziarie.

I Fatti del Caso: un Conflitto di Giurisdizione

La vicenda trae origine dal ricorso di un cittadino straniero, a cui la polizia di frontiera aerea aveva notificato un provvedimento di respingimento immediato. La ragione del diniego d’ingresso era la mancanza di un visto valido, che era stato annullato dal Consolato italiano.

Il cittadino ha inizialmente impugnato l’atto davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), il quale però ha declinato la propria giurisdizione, ritenendo competente il giudice ordinario. Riassunto il giudizio davanti al Tribunale ordinario, quest’ultimo ha sollevato d’ufficio un regolamento di giurisdizione, chiedendo alla Corte di Cassazione di dirimere la questione e stabilire definitivamente chi avesse il potere di decidere.

Il Quadro Normativo sul respingimento alla frontiera e la Svolta del 2023

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 10 del Testo Unico sull’Immigrazione (d.lgs. 286/1998). La Corte di Cassazione sottolinea come la normativa distingua due diverse tipologie di respingimento:

1. Respingimento immediato (comma 1): Riguarda lo straniero che si presenta ai valichi di frontiera senza i requisiti necessari per l’ingresso (es. visto, passaporto valido). L’atto è di applicazione immediata.
2. Respingimento differito (comma 2): Concerne lo straniero che è entrato nel territorio eludendo i controlli e viene fermato subito dopo, oppure chi viene ammesso temporaneamente per necessità di soccorso pubblico.

Storicamente, la giurisprudenza tendeva ad attribuire la competenza al giudice ordinario, considerando il respingimento un atto che incideva su un diritto soggettivo alla libertà personale. Tuttavia, un intervento legislativo del 2023 (legge n. 103/2023) ha cambiato le carte in tavola, introducendo il comma 1-bis all’art. 10.

Le Motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite fondano la loro decisione proprio su questa novità normativa. Il nuovo comma 1-bis stabilisce in modo esplicito che “contro i provvedimenti di respingimento alla frontiera di applicazione immediata […] è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale”.

Secondo la Corte, questa norma rappresenta una scelta legislativa precisa e inequivocabile, che supera qualsiasi precedente orientamento giurisprudenziale. Il legislatore ha voluto attribuire in via esclusiva al giudice amministrativo la cognizione delle impugnazioni contro gli atti di respingimento immediato, come quello oggetto del caso di specie.

La Corte chiarisce che il provvedimento in esame, essendo stato emesso il 19 dicembre 2023, rientra pienamente nel campo di applicazione della nuova legge, entrata in vigore il 10 agosto 2023. Di conseguenza, la tesi del TAR, basata su una giurisprudenza anteriore alla riforma, non è più sostenibile.

La giurisdizione del giudice ordinario rimane, invece, confinata alle ipotesi di respingimento differito (comma 2), per le quali sono previste specifiche procedure di convalida analoghe a quelle delle espulsioni.

Le Conclusioni: Cosa Cambia in Pratica

La decisione delle Sezioni Unite ha un’importante implicazione pratica: fa chiarezza definitiva sul riparto di giurisdizione in materia di respingimento alla frontiera. Per tutti i provvedimenti di respingimento immediato adottati dopo il 10 agosto 2023, il cittadino straniero che intende opporsi dovrà necessariamente rivolgersi al TAR competente per territorio. Questa pronuncia garantisce certezza del diritto e uniformità di trattamento, evitando che i cittadini e i loro difensori si trovino intrappolati in complessi conflitti di giurisdizione tra tribunali diversi.

A quale giudice bisogna rivolgersi per impugnare un provvedimento di respingimento immediato alla frontiera?
Per i provvedimenti emessi dopo il 10 agosto 2023, la competenza esclusiva a decidere è del giudice amministrativo, ovvero il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

La nuova regola sulla competenza si applica a tutti i tipi di respingimento?
No, la competenza del giudice amministrativo è limitata al cosiddetto “respingimento immediato”, quello cioè disposto alla frontiera nei confronti di chi non ha i requisiti per l’ingresso. Per il “respingimento differito” (di chi elude i controlli), la giurisdizione resta del giudice ordinario.

Perché la Cassazione ha cambiato l’orientamento precedente?
La Cassazione non ha cambiato orientamento di sua iniziativa, ma ha applicato una nuova norma di legge (il comma 1-bis dell’art. 10 del Testo Unico Immigrazione), introdotta nel 2023, che ha espressamente assegnato la giurisdizione su questi casi al giudice amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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