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Requisito reddituale assegno familiare: onere prova

La Corte di Cassazione conferma il diniego dell’assegno per il nucleo familiare a un lavoratore per il mancato assolvimento dell’onere della prova. Il caso evidenzia come il requisito reddituale familiare sia un elemento costitutivo del diritto, la cui dimostrazione, anche per i familiari residenti all’estero, spetta interamente al richiedente. La mancata allegazione e prova di tale requisito rende il ricorso inammissibile, senza possibilità di sanatoria in sede di legittimità.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Requisito Reddituale Assegno Familiare: la Prova è a Carico del Richiedente

L’accesso alle prestazioni assistenziali, come l’assegno per il nucleo familiare (ANF), è subordinato a precise condizioni di legge. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’onere di dimostrare il possesso di tutti i requisiti, in particolare il requisito reddituale assegno familiare, spetta interamente al richiedente. La mancata o insufficiente prova di tale elemento non solo impedisce il riconoscimento del beneficio, ma rende il ricorso inammissibile, come vedremo nell’analisi di questo caso.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, originariamente cittadino senegalese e divenuto italiano successivamente, aveva richiesto all’INPS il pagamento degli assegni per il nucleo familiare per un periodo precedente all’acquisizione della cittadinanza, basando la sua richiesta sullo status di soggiornante di lungo periodo. La sua domanda era stata respinta sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello.

Il motivo del rigetto, confermato in entrambi i gradi di giudizio, era la carenza assoluta di allegazione e prova riguardo al reddito complessivo del suo nucleo familiare, che includeva membri residenti all’estero. Il lavoratore, ritenendo errata tale decisione, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo una violazione di legge e un’errata interpretazione della normativa nazionale alla luce dei principi europei.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettandolo e condannando il ricorrente al pagamento delle spese legali. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale che considera la prova del requisito reddituale assegno familiare un elemento essenziale e costitutivo del diritto stesso.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono chiare e si articolano su diversi punti cruciali.

Il Requisito Reddituale Assegno Familiare come Elemento Costitutivo

La Cassazione ha ribadito che l’erogazione dell’assegno familiare, previsto dall’art. 2 del D.L. n. 69/1988, presuppone una duplice condizione che deve essere provata dall’interessato:

1. L’effettivo svolgimento di attività lavorativa.
2. La sussistenza del requisito reddituale, secondo cui la somma dei redditi da lavoro dipendente, pensione o altre prestazioni previdenziali deve essere superiore al 70% del reddito complessivo del nucleo familiare.

La Corte chiarisce che il requisito del reddito non è una semplice condizione per l’erogazione, ma è “consustanziale alla concessione del beneficio”. In sua assenza, il diritto stesso non sorge. Di conseguenza, il giudice è tenuto a verificarne d’ufficio la sussistenza.

L’Onere della Prova a Carico Esclusivo del Richiedente

Il fulcro della decisione risiede nell’onere della prova. I giudici di merito avevano accertato una “assoluta carenza di deduzione, allegazione e prova del requisito reddituale”. Il ricorrente non aveva fornito alcuna documentazione idonea a dimostrare i redditi percepiti dai familiari residenti nel paese d’origine. La sola presentazione della propria dichiarazione dei redditi (modello 730) è stata ritenuta insufficiente, in quanto considerata una mera dichiarazione di scienza relativa alla sola posizione del dichiarante.

La Cassazione ha inoltre sottolineato che il ricorso era inammissibile anche perché non riportava nemmeno il contenuto della dichiarazione reddituale prodotta, impedendo alla Corte stessa di valutarne la pertinenza e la fondatezza.

L’inammissibilità del Ricorso per Questioni di Fatto

Infine, la Corte ha specificato che il motivo di ricorso si risolveva in una critica all’accertamento di fatto compiuto dai giudici di merito. Essendo state emesse due decisioni conformi nei precedenti gradi di giudizio, la possibilità di contestare l’accertamento dei fatti in sede di legittimità è preclusa. La questione centrale non era una violazione di legge, ma una mancata dimostrazione fattuale, problema che non può essere risolto in Cassazione.

Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. Chiunque intenda richiedere l’assegno per il nucleo familiare, specialmente in presenza di familiari residenti all’estero, deve essere consapevole che l’onere di documentare in modo completo e inequivocabile il reddito complessivo di tutti i componenti del nucleo grava interamente su di sé. Non è sufficiente allegare la propria situazione reddituale, ma è necessario fornire prove concrete anche per gli altri membri. La mancanza di tale prova non è un vizio sanabile e conduce inevitabilmente al rigetto della domanda, senza che si possa invocare un’errata interpretazione della legge da parte del giudice.

A chi spetta l’onere di provare il requisito reddituale per ottenere l’assegno familiare?
L’onere della prova spetta interamente e unicamente al richiedente. È sua responsabilità fornire tutta la documentazione necessaria a dimostrare che il reddito da lavoro dipendente o assimilato costituisce almeno il 70% del reddito complessivo dell’intero nucleo familiare, inclusi i membri residenti all’estero.

La sola dichiarazione dei redditi del lavoratore è una prova sufficiente?
No. Secondo la Corte, la dichiarazione dei redditi del solo lavoratore è una mera “dichiarazione di scienza” e non è sufficiente a provare il reddito complessivo del nucleo familiare, specialmente se ci sono altri componenti che potrebbero percepire redditi, anche all’estero.

Se i giudici di primo e secondo grado respingono la domanda per mancanza di prove, è possibile sollevare la questione in Cassazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la carenza di allegazione e prova del requisito reddituale è una questione di fatto. Se i primi due gradi di giudizio hanno emesso decisioni conformi su tale punto, non è possibile contestare questo accertamento di fatto in sede di legittimità, rendendo il ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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