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Requisito reddituale ANF: onere della prova del richiedente

Un cittadino straniero si è visto negare l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, stabilendo che il richiedente ha l’onere di allegare e dimostrare fin dall’inizio il possesso del requisito reddituale familiare. Tale requisito non è una mera condizione per il pagamento, ma un elemento costitutivo essenziale del diritto stesso, la cui mancanza di prova determina il rigetto della domanda.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Requisito Reddituale per l’ANF: un Elemento Essenziale da Provare

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio fondamentale per chi richiede l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF): l’onere di dimostrare il possesso del requisito reddituale grava interamente sul richiedente e deve essere assolto sin dal primo atto del giudizio. Questa pronuncia chiarisce che la prova del reddito non è un dettaglio secondario, ma un elemento costitutivo del diritto stesso, la cui assenza è fatale per l’esito della domanda.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla domanda di un cittadino straniero, soggiornante di lungo periodo, volta a ottenere il riconoscimento dell’Assegno per il Nucleo Familiare alle stesse condizioni dei cittadini italiani, invocando la normativa comunitaria. La sua richiesta è stata però respinta sia dal Tribunale in primo grado sia dalla Corte d’Appello.

Entrambi i giudici di merito hanno motivato la loro decisione sulla base della stessa ragione: il richiedente non aveva fornito alcuna allegazione né prova riguardo al reddito complessivo del proprio nucleo familiare. Questa mancanza è stata ritenuta decisiva, in quanto il requisito reddituale è considerato un elemento essenziale per stabilire se il diritto all’assegno esista o meno.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, il lavoratore ha presentato due motivi di ricorso. Con il primo, sosteneva che i giudici avessero interpretato erroneamente la legge, affermando che il requisito reddituale fosse solo una condizione per l’erogazione dell’assegno e non un elemento costitutivo del diritto. A suo avviso, richiedere un’autocertificazione dei redditi non era previsto dalla normativa specifica sull’ANF. Con il secondo motivo, lamentava che la Corte d’Appello non avesse accolto la sua richiesta di depositare la certificazione reddituale nel corso del processo.

La Decisione della Corte: il requisito reddituale come onere del richiedente

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i motivi inammissibili e infondati, confermando la linea dei giudici di merito. I giudici hanno sottolineato come la giurisprudenza costante identifichi due condizioni necessarie per l’erogazione dell’ANF: l’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa e la sussistenza del requisito reddituale. Quest’ultimo, in particolare, prevede che l’assegno non spetti se la somma dei redditi da lavoro dipendente o assimilati è inferiore al 70% del reddito complessivo del nucleo familiare.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che la prova del reddito familiare è un onere imprescindibile del richiedente. Non si tratta di dimostrare solo il quantum (l’importo) del beneficio, ma l’an (l’esistenza stessa) del diritto. La mancata dimostrazione di questo elemento fin dall’atto introduttivo del giudizio costituisce una carenza insuperabile.

Inoltre, la Corte ha respinto l’idea che il giudice potesse sopperire a tale mancanza esercitando i propri poteri istruttori d’ufficio. Tali poteri, infatti, possono essere attivati solo in presenza di una “pista probatoria”, ovvero di un principio di prova già presente in atti. Nel caso di specie, non essendo stato allegato né provato alcun dato reddituale, mancava qualsiasi appiglio per un intervento del giudice. La questione, essendo relativa a un accertamento di fatto già confermato da due sentenze conformi (“doppia conforme”), era comunque preclusa a un riesame in sede di legittimità.

Conclusioni

Questa sentenza lancia un messaggio chiaro a tutti i cittadini, italiani e stranieri, che intendono richiedere l’Assegno per il Nucleo Familiare. È essenziale preparare la propria domanda in modo completo fin dall’inizio, allegando tutta la documentazione necessaria a dimostrare non solo il rapporto di lavoro, ma anche e soprattutto la composizione e il reddito complessivo del nucleo familiare. Trascurare l’onere di provare il requisito reddituale significa esporre la propria domanda a un rigetto quasi certo, senza possibilità di sanare la mancanza nelle fasi successive del giudizio.

Per ottenere l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) è sufficiente dimostrare di lavorare?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte di Cassazione, è necessario provare una duplice condizione: l’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa e la sussistenza del requisito reddituale previsto dalla legge.

Il requisito reddituale per l’ANF è una semplice condizione per il pagamento o un elemento costitutivo del diritto?
La Corte ha stabilito che il requisito reddituale è un elemento costitutivo del diritto. Ciò significa che la sua esistenza deve essere provata dal richiedente fin dall’inizio per poter affermare di avere il diritto al beneficio, e non è solo una questione relativa alla quantificazione dell’importo.

Se non si presenta la documentazione sul reddito all’inizio della causa, si può rimediare in seguito?
Generalmente no. La sentenza chiarisce che la mancata allegazione e prova del reddito familiare nell’atto introduttivo del giudizio è una carenza fondamentale che porta al rigetto della domanda. Il giudice non può sopperire d’ufficio a questa mancanza se non ci sono elementi iniziali (una “pista probatoria”) che lo giustifichino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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