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Remunerazione specializzandi: Cassazione nega risarcimento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2883/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni medici che chiedevano un risarcimento per l’inadeguata remunerazione specializzandi percepita prima del 2007. La Corte ha ribadito che la normativa UE non imponeva un importo specifico per la borsa di studio, lasciando la decisione alla discrezionalità dello Stato italiano. Di conseguenza, non sussiste alcun illecito comunitario né un diritto al risarcimento o all’adeguamento della borsa di studio.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Remunerazione Specializzandi: la Cassazione Conferma, Nessun Risarcimento per le Borse Ante-2007

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione che da anni alimenta il contenzioso tra lo Stato e i medici specializzandi: la presunta inadeguatezza della borsa di studio. La decisione chiarisce definitivamente che per i medici iscritti alle scuole di specializzazione prima dell’anno accademico 2006-2007, non spetta alcun risarcimento per la tardiva o insufficiente attuazione delle direttive europee in materia di remunerazione specializzandi. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni della Corte.

I Fatti: La Richiesta dei Medici Specializzandi

Un gruppo di medici, che aveva frequentato le scuole di specializzazione post-laurea dopo il 1991, ha convenuto in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e diversi Ministeri. La loro tesi si fondava sull’idea che la borsa di studio percepita all’epoca, pari a 21.500.000 di lire annue secondo il D.Lgs. 257/1991, non costituisse quella “adeguata remunerazione” prevista dalla direttiva comunitaria 93/16/CEE.

Di conseguenza, hanno richiesto un risarcimento del danno per la tardiva attuazione della normativa comunitaria, quantificandolo in 20.000 euro per ogni anno di specializzazione. Le loro domande sono state respinte sia in primo che in secondo grado, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: La questione della remunerazione specializzandi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili sia il ricorso principale che quello incidentale presentato dai medici. La decisione si basa sull’applicazione dell’art. 360-bis, n. 1, del codice di procedura civile. Questa norma consente alla Corte di rigettare un ricorso quando la sentenza impugnata è conforme alla sua giurisprudenza consolidata e non vengono presentati argomenti nuovi in grado di indurre un cambiamento di orientamento.

In sostanza, la Corte ha ritenuto che la questione fosse già stata ampiamente e ripetutamente decisa in passato, confermando la linea interpretativa seguita dai giudici di merito.

Le Motivazioni della Cassazione sulla remunerazione specializzandi

Il cuore della decisione risiede in alcuni principi chiave, costantemente affermati dalla giurisprudenza di legittimità:

1. Discrezionalità dello Stato Membro: La Corte ha ribadito che le direttive europee, inclusa la 93/16/CEE, non hanno mai imposto agli Stati membri un importo specifico (un quantum) per la borsa di studio. La determinazione della “remunerazione adeguata” era una scelta discrezionale lasciata al legislatore nazionale.
2. Assenza di un Illecito Comunitario: Poiché non vi era un obbligo quantitativo specifico violato, non si può parlare di un illecito da parte dello Stato italiano per la tardiva o inadeguata attuazione della direttiva. Di conseguenza, non sorge alcun diritto al risarcimento del danno.
3. Disciplina Nazionale Applicabile: Per i medici iscritti prima dell’anno accademico 2006-2007, l’unica disciplina applicabile, sia dal punto di vista economico che normativo, è quella del D.Lgs. n. 257 del 1991. Il trattamento economico più favorevole previsto dal D.Lgs. n. 368 del 1999 si applica solo a decorrere dall’anno accademico 2006-2007.
4. Nessun Diritto all’Adeguamento: Sulla base di questi presupposti, la Corte ha escluso anche il diritto all’adeguamento della borsa di studio in base all’inflazione (indicizzazione annuale) o all’adeguamento triennale per gli iscritti ante-2007.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico, chiudendo di fatto le porte a ulteriori azioni legali fondate su queste basi. Per i medici che hanno frequentato le scuole di specializzazione prima del 2007, la possibilità di ottenere un risarcimento per l’inadeguatezza della borsa di studio basandosi sulla violazione delle direttive comunitarie è, alla luce di questa pronuncia, praticamente inesistente. La decisione sottolinea un principio fondamentale del diritto dell’Unione Europea: quando una direttiva lascia un margine di discrezionalità agli Stati membri, non si può configurare una violazione, e quindi un diritto al risarcimento, se lo Stato si è mosso all’interno di tale margine.

I medici specializzandi iscritti prima dell’anno accademico 2006-2007 hanno diritto a un risarcimento se ritengono che la loro borsa di studio non fosse una “remunerazione adeguata” secondo le direttive UE?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa UE non imponeva un importo specifico, lasciando la determinazione del compenso alla discrezionalità dello Stato italiano. Pertanto, non sussiste un illecito comunitario che dia diritto a un risarcimento.

La normativa comunitaria ha mai imposto all’Italia un importo specifico per la borsa di studio dei medici specializzandi?
No. La Corte ha chiarito che l’ordinamento comunitario ha lasciato agli Stati membri la scelta discrezionale di stabilire quale dovesse essere la remunerazione dovuta, senza imporre alcun vincolo circa la sua misura.

Gli specializzandi iscritti prima del 2007 hanno diritto all’adeguamento annuale (indicizzazione) o triennale della loro borsa di studio?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito la sua giurisprudenza costante secondo cui gli iscritti a scuole di specializzazione anteriormente all’anno 2007 non vantano alcun diritto né all’adeguamento della borsa di studio in base al tasso d’inflazione, né all’adeguamento triennale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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