LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla lunga controversia riguardante la remunerazione per i medici specializzandi iscritti ai corsi tra il 1980 e il 1990. Con l’ordinanza n. 11759/2024, ha confermato che l’importo del risarcimento è quello fissato dalla legge n. 370/1999 (circa 6.713 euro annui) e che si tratta di un debito di valuta, escludendo la rivalutazione. La novità principale è l’accoglimento del ricorso per i medici che, pur avendo iniziato i corsi prima del 1982, li hanno proseguiti dopo il 1° gennaio 1983, riconoscendo il loro diritto alla remunerazione per il periodo successivo a tale data, in linea con una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 11759/2024, è tornata a pronunciarsi su una questione che da decenni anima le aule dei tribunali: la corretta remunerazione medici specializzandi che hanno frequentato le scuole di specializzazione negli anni ’80 e ’90. La vicenda trae origine dalla tardiva attuazione da parte dello Stato italiano di specifiche direttive europee che imponevano un’adeguata retribuzione per questi professionisti, costretti a un impegno a tempo pieno. L’ordinanza affronta diversi aspetti cruciali, confermando alcuni orientamenti e introducendone di nuovi alla luce del diritto europeo.

I Fatti di Causa

Numerosi medici, che avevano conseguito la specializzazione tra il 1980 e il 1990 senza ricevere alcuna remunerazione, hanno citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri ministeri competenti. La loro richiesta era semplice: ottenere il riconoscimento del diritto a un’adeguata retribuzione per gli anni di formazione, come previsto dalle direttive comunitarie. Le corti di merito avevano parzialmente accolto le loro domande, ma diverse questioni erano rimaste aperte, portando la controversia fino al giudizio di legittimità della Corte di Cassazione.

La Decisione e i Punti Chiave dell’Ordinanza

La Corte di Cassazione ha esaminato i ricorsi riuniti, affrontando in modo trasversale le questioni sollevate. La decisione finale ha accolto alcune istanze dei medici e ne ha respinte altre, delineando un quadro giuridico preciso.

Importo e Natura della Remunerazione dei Medici Specializzandi

Uno dei punti più contestati riguardava l’ammontare del risarcimento. I medici chiedevano l’applicazione della somma più alta prevista dal D.Lgs. 257/1991 (circa 11.100 euro annui), ma la Corte ha dichiarato inammissibili questi motivi. Ha confermato l’orientamento consolidato secondo cui, per i corsi antecedenti al 1991, l’importo corretto è quello forfettario stabilito dall’art. 11 della legge n. 370/1999, pari a 6.713,94 euro per ogni anno di corso.

Inoltre, la Corte ha ribadito che tale somma costituisce un debito di valuta e non un debito di valore. Ciò significa che non è prevista una rivalutazione monetaria automatica per compensare l’inflazione, ma solo il riconoscimento degli interessi legali a partire dalla data della domanda giudiziale.

La Svolta sulla Decorrenza del Diritto

Il punto più innovativo dell’ordinanza riguarda la data a partire dalla quale sorge il diritto alla remunerazione. In passato, i tribunali italiani avevano escluso dal diritto i medici iscritti ai corsi prima dell’anno accademico 1982-1983. La Cassazione, recependo una fondamentale sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-590/20), ha cambiato rotta. Ha stabilito che il diritto alla remunerazione spetta per qualsiasi formazione specialistica proseguita dopo il 1° gennaio 1983, anche se iniziata prima. Pertanto, la sentenza impugnata è stata cassata su questo punto e la causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per riesaminare le posizioni dei medici che si trovavano in questa condizione.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su una distinzione netta tra principi ormai consolidati e la necessità di adeguarsi al diritto europeo. Sulla quantificazione del risarcimento e sulla natura del debito, la Cassazione ha ritenuto le questioni già ampiamente decise dalla sua stessa giurisprudenza, in particolare dalle Sezioni Unite, rendendo i relativi ricorsi inammissibili per manifesta infondatezza. La legge del 1999 è stata interpretata come un adempimento parziale ma definitivo dello Stato, che ha quantificato il risarcimento in una somma fissa, trasformando l’obbligazione risarcitoria in un debito di valuta.

La vera svolta è motivata dal principio del primato del diritto dell’Unione Europea. La sentenza della Corte di Giustizia del 3 marzo 2022 ha fornito un’interpretazione vincolante delle direttive, chiarendo che il diritto alla remunerazione sorge per tutto il periodo di formazione successivo al termine di recepimento della direttiva (1° gennaio 1983). Le Sezioni Unite della Cassazione si erano già adeguate a questo principio con la sentenza n. 20278/2022, e l’ordinanza in esame ne dà ulteriore e coerente applicazione.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza n. 11759/2024 della Corte di Cassazione consolida alcuni punti fermi sulla remunerazione medici specializzandi e, al contempo, ne evolve altri in senso favorevole ai professionisti. Se da un lato viene confermato l’importo del risarcimento e l’esclusione della rivalutazione, dall’altro viene significativamente ampliata la platea dei beneficiari, includendo anche chi aveva iniziato la specializzazione prima del 1983. Questa decisione non solo rende giustizia a un gruppo di medici finora escluso, ma riafferma la centralità dell’interpretazione della Corte di Giustizia Europea nell’ordinamento nazionale, garantendo un’applicazione uniforme del diritto in tutta l’Unione.

A quanto ammonta la remunerazione riconosciuta ai medici specializzandi per i corsi antecedenti al 1991?
La Corte di Cassazione ha confermato che l’importo è quello stabilito dall’art. 11 della legge n. 370 del 1999, pari a 6.713,94 euro per ciascun anno di corso. Ha rigettato la richiesta di applicare la somma maggiore prevista dal D.Lgs. n. 257 del 1991.

Il diritto alla remunerazione spetta anche a chi ha iniziato la specializzazione prima del 1983?
Sì. In linea con una sentenza della Corte di Giustizia Europea, la Cassazione ha stabilito che la remunerazione è dovuta per il periodo di formazione svoltosi a partire dal 1° gennaio 1983, anche se il corso era iniziato in data anteriore.

Il risarcimento dovuto dallo Stato è un debito di valore che si rivaluta nel tempo?
No. La Corte ha ribadito che si tratta di un ‘debito di valuta’. Questo significa che non viene applicata una rivalutazione monetaria per l’inflazione, ma vengono riconosciuti solo gli interessi legali dalla data della notifica della domanda giudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati