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Regolarità fiscale appalti: Cassazione in attesa

La Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio relativo all’esclusione di un’azienda da una gara d’appalto per presunta irregolarità fiscale. La decisione di rinvio è stata presa in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità della soglia fissa di 5.000 euro per definire una violazione “grave”, un elemento chiave per la verifica della regolarità fiscale appalti.

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Regolarità Fiscale Appalti: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa della Consulta

Il tema della regolarità fiscale appalti è cruciale per ogni azienda che opera con la Pubblica Amministrazione. Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha messo in pausa un importante giudizio, scegliendo di attendere una decisione della Corte Costituzionale che potrebbe riscrivere le regole sull’esclusione dalle gare per violazioni fiscali. Analizziamo questa vicenda per capire le sue profonde implicazioni.

I Fatti di Causa

Una società di servizi, dopo essersi aggiudicata un appalto per la pulizia e disinfezione di ambienti sanitari, si è vista annullare l’aggiudicazione dal Consiglio di Stato. La motivazione? La presunta mancanza del requisito di regolarità fiscale. Nello specifico, era stata contestata una violazione considerata “grave” secondo un’interpretazione giurisprudenziale consolidata, che fissa una soglia di debito fiscale a 5.000 euro. Di conseguenza, il contratto è stato dichiarato inefficace e si è disposto il subentro della seconda classificata.

La società esclusa ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando un eccesso di potere giurisdizionale da parte del Consiglio di Stato.

I Motivi del Ricorso e la Sospensione del Giudizio

Il ricorso si basava su due argomenti principali:
1. Invasione della sfera del legislatore: Secondo la ricorrente, il Consiglio di Stato avrebbe di fatto creato una nuova norma, richiedendo certificazioni fiscali multiple e complesse non previste dalla legge per dimostrare la regolarità.
2. Invasione della sfera della P.A.: Il giudice amministrativo si sarebbe sostituito alla Pubblica Amministrazione nell’effettuare una valutazione tecnica autonoma sulla sussistenza dell’irregolarità fiscale.

Il colpo di scena è arrivato quando la stessa società ricorrente ha segnalato una successiva ordinanza del Consiglio di Stato (n. 7518 del 2024), con cui lo stesso organo ha sollevato una questione di legittimità costituzionale proprio sulla norma alla base dell’esclusione (l’art. 80, comma 4, del d.lgs. 50/2016).

La Questione di Costituzionalità sulla Regolarità Fiscale Appalti

Il dubbio di costituzionalità riguarda la rigidità della soglia di 5.000 euro per definire una violazione fiscale come “grave”. Il Consiglio di Stato ha evidenziato come una soglia fissa, che non tiene conto del valore complessivo dell’appalto, possa violare il principio di proporzionalità e ragionevolezza sancito dall’articolo 3 della Costituzione. È irrazionale, si sostiene, trattare allo stesso modo un debito di poco superiore a 5.000 euro per un appalto milionario e per uno di modesto valore.

Le Motivazioni della Decisione delle Sezioni Unite

Di fronte a questo scenario, le Sezioni Unite della Cassazione hanno ritenuto opportuno non decidere. La questione pendente davanti alla Corte Costituzionale è direttamente collegata e potenzialmente decisiva per il caso in esame. Se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la norma nella parte in cui prevede una soglia fissa, l’intero impianto accusatorio su cui si basa l’esclusione della società verrebbe meno. Pertanto, in un’ottica di economia processuale e certezza del diritto, la Cassazione ha deciso di rinviare la causa a nuovo ruolo, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza interlocutoria ha un’enorme portata pratica. Sottolinea un momento di profonda riflessione nel diritto degli appalti pubblici sul concetto di regolarità fiscale appalti. La decisione finale della Corte Costituzionale potrebbe introdurre un criterio di proporzionalità, legando la gravità della violazione fiscale al valore economico del contratto. Per le imprese, ciò significherebbe una maggiore flessibilità e una minore probabilità di essere escluse per debiti fiscali di modesta entità rispetto al valore della gara. Per le stazioni appaltanti, implicherebbe la necessità di adottare criteri di valutazione più articolati e meno automatici. L’attesa è ora per la Consulta, la cui sentenza avrà il potere di ridisegnare un pezzo fondamentale della disciplina sui contratti pubblici.

Perché la Cassazione ha rinviato la decisione sul caso di esclusione dall’appalto?
La Corte di Cassazione ha rinviato la causa perché è in attesa di una decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità della norma che definisce la soglia di gravità per le violazioni fiscali (art. 80, comma 4, d.lgs. 50/2016). L’esito di tale giudizio è considerato decisivo per risolvere il caso in esame.

Qual è il problema con la soglia di 5.000 euro per le violazioni fiscali negli appalti?
Il problema, sollevato dallo stesso Consiglio di Stato, è che una soglia fissa di 5.000 euro viola il principio di proporzionalità. Non tiene conto del valore dell’appalto, trattando allo stesso modo un piccolo debito in una gara milionaria e in una di modesto valore, il che potrebbe essere irragionevole e incostituzionale.

Cosa potrebbe cambiare per le aziende se la Corte Costituzionale accogliesse la questione?
Se la norma venisse dichiarata incostituzionale, il criterio per l’esclusione dalle gare per irregolarità fiscale potrebbe cambiare. Invece di una soglia fissa, potrebbe essere introdotto un principio di proporzionalità, per cui la gravità della violazione verrebbe valutata in relazione al valore complessivo dell’appalto, riducendo le esclusioni per debiti di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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