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Regolamento preventivo di giurisdizione inammissibile

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha dichiarato inammissibile il regolamento preventivo di giurisdizione proposto da uno Stato estero nell’ambito di un’opposizione a un pignoramento immobiliare. La Corte ha ribadito il principio consolidato secondo cui tale strumento è applicabile solo nei processi di cognizione e non in quelli esecutivi, né nei giudizi di opposizione all’esecuzione, poiché le questioni sollevate (come l’immunità dei beni) attengono alla legittimità dell’esecuzione stessa e non alla giurisdizione.

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Regolamento Preventivo di Giurisdizione: No nel Processo Esecutivo

Con una recente ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno riaffermato un principio cruciale della procedura civile: l’inammissibilità del regolamento preventivo di giurisdizione nell’ambito dei processi esecutivi e dei relativi giudizi di opposizione. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale di lunga data, chiarendo i confini tra processo di cognizione e processo esecutivo e le tutele esperibili in ciascun contesto.

I Fatti del Caso: Immunità Statale e Pignoramento Immobiliare

La vicenda trae origine da un pignoramento immobiliare avviato da un legale nei confronti di beni di proprietà di uno Stato estero, specificamente un immobile destinato a residenza dell’Ambasciatore. Nel procedimento interveniva anche un consorzio creditore.

Lo Stato estero proponeva opposizione all’esecuzione, sostenendo l’impignorabilità del bene in virtù dei principi di immunità giurisdizionale degli Stati esteri, sanciti sia dal diritto internazionale consuetudinario sia dalla Convenzione di New York del 2004. Dopo una prima sospensione dell’esecuzione, il giudice revocava il provvedimento. A questo punto, lo Stato estero decideva di investire direttamente la Corte di Cassazione della questione, proponendo un regolamento preventivo di giurisdizione per far dichiarare il difetto di giurisdizione del giudice italiano e l’impignorabilità del bene.

La Questione Giuridica Centrale

Il quesito sottoposto alle Sezioni Unite era se lo strumento del regolamento preventivo di giurisdizione, previsto per risolvere in via preliminare dubbi sulla giurisdizione del giudice adito, potesse essere utilizzato all’interno di un procedimento di esecuzione forzata già avviato e nel corso del relativo giudizio di opposizione.

Le Motivazioni della Cassazione: il Regolamento Preventivo di Giurisdizione nei Processi

La Corte di Cassazione, accogliendo le conclusioni del Pubblico Ministero, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione si fonda su una giurisprudenza ormai granitica che distingue nettamente l’ambito di applicazione del processo di cognizione da quello esecutivo.

Le Sezioni Unite hanno ricordato che, a seguito delle riforme processuali, l’articolo 41 del codice di procedura civile, che disciplina il regolamento di giurisdizione, deve essere interpretato in combinato disposto con l’articolo 367. Questa lettura sistematica limita l’applicazione del rimedio al solo processo di cognizione, escludendo il processo esecutivo.

Il processo esecutivo, infatti, non è strutturato ‘per gradi’ come quello di cognizione e non prevede ‘decisioni di merito di primo grado’ aventi natura di sentenza. Una volta che il processo esecutivo è iniziato, la cognizione sulle opposizioni spetta necessariamente al giudice ordinario. Le questioni sollevate dall’opponente, inclusa quella sull’immunità dei beni pignorati, non attengono a un difetto di giurisdizione, bensì alla legittimità dell’esecuzione stessa. Si tratta, in altre parole, di contestazioni che devono essere risolte dal giudice dell’esecuzione all’interno del merito del giudizio di opposizione, non tramite un’eccezione preliminare di giurisdizione davanti alla Cassazione.

Le Conclusioni: Un Principio Consolidato e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte ha ribadito che, una volta avviato il processo esecutivo, è preclusa la possibilità di proporre un regolamento preventivo di giurisdizione. Le eventuali contestazioni, anche quelle che toccano principi di diritto internazionale come l’immunità statale, devono essere fatte valere attraverso gli strumenti propri del processo esecutivo, ovvero l’opposizione all’esecuzione.

Questa ordinanza conferma la netta separazione funzionale tra i diversi tipi di processo e garantisce che le questioni relative alla legittimità dell’espropriazione forzata siano decise dal giudice competente per materia, evitando deviazioni procedurali che potrebbero ritardare o complicare la tutela dei diritti.

È possibile proporre un regolamento preventivo di giurisdizione durante un pignoramento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il regolamento preventivo di giurisdizione è inammissibile se proposto nell’ambito di un processo esecutivo, come un pignoramento.

L’opposizione all’esecuzione è considerata un giudizio autonomo in cui si può sollevare la questione di giurisdizione con il regolamento preventivo?
No. Secondo la Corte, una volta che il processo esecutivo è iniziato, il giudizio di opposizione è incidentale ad esso. Pertanto, la giurisdizione a conoscere dell’opposizione spetta al giudice ordinario e le questioni sollevate (come l’impignorabilità di un bene) riguardano la legittimità dell’esecuzione, non un difetto di giurisdizione da risolvere in via preventiva.

L’immunità giurisdizionale di uno Stato estero può essere fatta valere con un regolamento preventivo di giurisdizione in fase esecutiva?
No. Sebbene l’immunità sia una questione rilevante, lo strumento processuale per farla valere non può essere il regolamento preventivo di giurisdizione una volta che la fase esecutiva è iniziata. Tale questione deve essere decisa nel merito dal giudice dell’opposizione all’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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