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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?

Un ex amministratore di una società ha citato in giudizio i nuovi amministratori per diffamazione, i quali hanno eccepito l’incompetenza del tribunale ordinario a favore del tribunale delle imprese. Il tribunale ha rigettato l’eccezione e ha disposto la prosecuzione della causa. I nuovi amministratori hanno quindi proposto ricorso per regolamento di competenza. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che tale strumento è utilizzabile solo contro decisioni che affermano la competenza in modo definitivo e non contro ordinanze meramente interlocutorie che non chiudono la questione.

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Regolamento di Competenza: Inammissibile se l’Ordinanza non è Definitiva

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio cruciale in materia processuale: il regolamento di competenza non può essere utilizzato per contestare un’ordinanza che si limita a rigettare un’eccezione di incompetenza e a disporre la prosecuzione del giudizio. Questo strumento è esperibile solo contro provvedimenti che decidono la questione di competenza in modo definitivo. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Causa per Calunnia con Sfondo Societario

La vicenda nasce da una causa per risarcimento danni promossa da un ex amministratore di una cooperativa nei confronti dei nuovi amministratori. L’attore sosteneva di essere stato vittima di calunnia a seguito di una denuncia presentata contro di lui dai nuovi gestori, i quali lo accusavano di mala gestio.

I convenuti, nel difendersi, hanno sollevato due eccezioni preliminari: la prima basata sull’esistenza di una clausola compromissoria nello statuto sociale, che avrebbe dovuto devolvere la controversia ad un arbitrato; la seconda riguardante la competenza, sostenendo che, data la natura societaria della presunta mala gestio, la causa dovesse essere decisa dalla Sezione specializzata in materia di impresa e non dal tribunale ordinario.

L’Ordinanza del Tribunale e il Ricorso per Regolamento di Competenza

Il Tribunale di Tivoli, con un’ordinanza, ha rigettato entrambe le eccezioni. Ha ritenuto che il nucleo della causa fosse il risarcimento per calunnia, una questione di natura ordinaria, e non una controversia societaria. Di conseguenza, ha affermato la propria competenza e ha disposto la prosecuzione del processo, concedendo alle parti i termini per il deposito delle memorie.

Contro questa decisione, i convenuti hanno proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, insistendo sulla natura societaria della controversia e sulla conseguente competenza del tribunale specializzato.

Le Motivazioni della Cassazione: Quando il Regolamento di Competenza è Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basandosi su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il punto centrale della motivazione è la distinzione tra un’ordinanza che decide la questione di competenza in via definitiva e un’ordinanza che, pur respingendo un’eccezione, ha carattere meramente interlocutorio.

Secondo la Corte, il regolamento di competenza è ammissibile solo contro un provvedimento che abbia natura decisoria sulla competenza. Questo si verifica quando il giudice, dopo aver invitato le parti a precisare le conclusioni sulla sola questione di competenza, rimette la causa in decisione e si pronuncia con un atto che chiude definitivamente la questione davanti a sé.

Nel caso di specie, il Tribunale di Tivoli non ha seguito questa procedura. Ha sciolto la riserva, ha respinto l’eccezione e ha immediatamente disposto la prosecuzione del giudizio di merito. Tale ordinanza, spiegano gli Ermellini, non ha il carattere di definitività necessario per essere impugnata con il regolamento. Essa non ‘spoglia’ il giudice della questione, ma rappresenta un convincimento che può ancora essere discusso nel corso del giudizio. L’ordinanza non manifesta, in termini ‘assoluti e oggettivi’, la volontà di decidere la questione in modo non più discutibile nel prosieguo del processo.

Conclusioni: L’Importanza della Natura del Provvedimento sulla Competenza

La decisione della Cassazione sottolinea un’importante regola procedurale: non ogni pronuncia sulla competenza è immediatamente impugnabile con il regolamento di competenza. È fondamentale analizzare la natura del provvedimento: se questo ha carattere decisorio e definitivo, l’impugnazione è ammissibile; se, al contrario, ha carattere interlocutorio e si limita a consentire la prosecuzione del processo, il ricorso è inammissibile. Questa distinzione è essenziale per evitare un uso improprio degli strumenti processuali e per garantire un corretto svolgimento del giudizio, evitando che ogni decisione interlocutoria possa bloccare il processo per un’impugnazione prematura.

È sempre possibile impugnare una decisione sulla competenza con il regolamento di competenza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il regolamento di competenza è esperibile solo contro un provvedimento che abbia natura di decisione affermativa e definitiva sulla competenza, e non contro un’ordinanza che, nel rigettare l’eccezione, si limiti a disporre la prosecuzione del giudizio.

Cosa rende un’ordinanza sulla competenza ‘non definitiva’ e quindi non impugnabile con questo strumento?
Un’ordinanza è considerata non definitiva quando il giudice, dopo aver rigettato l’eccezione, non rimette la causa in decisione sulla sola questione di competenza, ma prosegue con l’istruttoria del merito (ad esempio, concedendo i termini per le memorie). Questo dimostra che la decisione non ha ancora quel carattere di ‘definitiva sottrazione della questione’ al giudice che l’ha adottata.

Qual è stata la conseguenza pratica per i ricorrenti in questo caso?
La Corte ha dichiarato il loro ricorso inammissibile. Ciò significa che la causa proseguirà davanti al Tribunale di Tivoli come stabilito dall’ordinanza impugnata. Inoltre, i ricorrenti sono stati condannati al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come previsto dalla legge in caso di rigetto o inammissibilità di un’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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