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Recupero crediti agevolati: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la procedura speciale di riscossione tramite iscrizione a ruolo per il recupero crediti agevolati si applica anche ai fideiussori. La sentenza chiarisce che tale estensione è valida anche per le garanzie prestate prima della legge del 2015 che ha esplicitamente previsto questa possibilità, ritenendo la norma di natura interpretativa e non innovativa, data la finalità pubblicistica del recupero delle risorse statali.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Recupero crediti agevolati: la garanzia si estende alla riscossione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per imprese e garanti: il recupero crediti agevolati. La decisione chiarisce che la procedura di riscossione coattiva, tipica dei crediti fiscali, si applica non solo all’impresa beneficiaria del finanziamento ma anche al fideiussore che ha prestato garanzia, anche se questa è stata concessa prima di una specifica modifica legislativa.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dall’opposizione di un fideiussore contro una cartella di pagamento. La cartella era stata emessa dall’Agente della riscossione per conto di un ente gestore di fondi pubblici di garanzia (ex Banca del Mezzogiorno). L’ente aveva erogato una garanzia a favore di una società, poi finita in liquidazione, per un finanziamento concesso ai sensi della legge n. 662 del 1996. A seguito dell’inadempimento della società, l’ente gestore aveva soddisfatto la banca finanziatrice e aveva avviato il recupero delle somme nei confronti del fideiussore tramite iscrizione a ruolo.

Il fideiussore sosteneva, tra le altre cose, che la procedura speciale di riscossione coattiva non fosse applicabile nei suoi confronti, in quanto garante e non beneficiario diretto del finanziamento. In primo grado, il Tribunale aveva accolto l’opposizione, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, ritenendo legittima la procedura.

Le Doglianze del Ricorrente e il Contesto Normativo

Il fideiussore ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi. La questione centrale ruotava attorno all’interpretazione dell’art. 9, comma 5, del D.Lgs. n. 123 del 1998 e, soprattutto, all’impatto dell’art. 8-bis della legge n. 33 del 2015. Quest’ultima norma ha esteso esplicitamente la procedura di iscrizione a ruolo anche ai garanti dei finanziamenti agevolati.

Il ricorrente argomentava che, essendo la sua garanzia sorta prima del 2015, non potesse essere soggetto a una procedura di riscossione introdotta successivamente, invocando il principio di irretroattività della legge.

La Decisione della Cassazione sul recupero crediti agevolati

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno fornito un’interpretazione sistematica della normativa, affermando che la legge del 2015 non ha introdotto una novità, ma ha semplicemente confermato e chiarito un principio già esistente nel sistema.

La Corte ha dato continuità a un orientamento già consolidato, secondo cui il diritto alla restituzione delle somme erogate dal fondo di garanzia ha natura pubblicistica. Questo diritto non è un semplice credito civile, ma mira a riacquisire risorse pubbliche per rimetterle a disposizione della collettività. Di conseguenza, è assistito da un privilegio speciale e può essere recuperato con gli strumenti della riscossione coattiva.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando diversi punti chiave. In primo luogo, la norma del 2015 (art. 8-bis) deve essere interpretata in senso logico-teleologico, ovvero guardando allo scopo per cui è stata creata: la protezione dell’interesse pubblico alla restituzione delle somme erogate. Questa finalità giustifica l’applicazione di strumenti di recupero efficaci come l’iscrizione a ruolo.

In secondo luogo, il privilegio che assiste questi crediti sorge ab origine, cioè sin dal momento della concessione della garanzia, a causa della natura stessa del credito. Non è un privilegio che nasce con l’inadempimento o per effetto di una convenzione tra le parti. Essendo una caratteristica genetica del credito, esso si estende naturalmente a tutte le obbligazioni ad esso collegate, inclusa quella del fideiussore.

Pertanto, la legge del 2015 non è innovativa ma meramente ripetitiva e confermativa di un regime già vigente. Non si pone, quindi, un problema di retroattività. Il diritto del gestore del fondo sorge con il semplice pagamento alla banca finanziatrice, senza necessità di un atto formale di revoca del finanziamento. La procedura di recupero crediti agevolati tramite ruolo è quindi legittima anche nei confronti del garante per obbligazioni sorte prima del 2015.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: chi presta una garanzia per finanziamenti assistiti da fondi pubblici è soggetto alle stesse procedure di riscossione coattiva del debitore principale. La natura pubblicistica del credito prevale, e la normativa successiva che esplicita questa possibilità viene considerata come una semplice conferma di un principio già insito nel sistema. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche, rafforzando gli strumenti a disposizione dello Stato per il recupero di risorse pubbliche e chiarendo la posizione di rischio dei garanti in operazioni di finanza agevolata.

La procedura di riscossione coattiva per crediti agevolati si applica anche al garante (fideiussore)?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la procedura di recupero mediante iscrizione a ruolo è legittimamente applicabile anche nei confronti del fideiussore che ha garantito un finanziamento agevolato.

La legge del 2015, che estende esplicitamente la riscossione coattiva ai garanti, è retroattiva?
Secondo la Corte, tale legge non è innovativa ma meramente interpretativa e confermativa di un regime preesistente. Pertanto, si applica anche a rapporti di garanzia sorti prima della sua entrata in vigore, poiché il privilegio del credito ha natura genetica e sorge ab origine.

Il recupero del credito da parte del gestore del fondo di garanzia richiede una formale revoca del finanziamento?
No, il diritto del gestore del fondo a recuperare le somme sorge per effetto del solo pagamento effettuato alla banca finanziatrice a seguito dell’inadempimento del debitore, senza che sia necessario un precedente provvedimento amministrativo di revoca del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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