LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recupero aiuti di Stato: la Cassazione e i termini

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di recupero aiuti di Stato, imposto da una decisione della Commissione Europea, prevale sulle norme procedurali nazionali. In un caso di fallimento, la domanda di ammissione al passivo presentata da un ente pubblico oltre il termine di un anno non può essere dichiarata inammissibile. Il giudice nazionale deve disapplicare la norma interna che ostacola l’effettiva applicazione del diritto comunitario, garantendo così il primato del diritto dell’Unione Europea e la tutela della concorrenza nel mercato interno.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Recupero Aiuti di Stato: Prevalenza del Diritto UE sui Termini Nazionali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale nei rapporti tra diritto nazionale e diritto dell’Unione Europea: l’obbligo di recupero aiuti di Stato illegittimi prevale sulle norme procedurali interne, come i termini di decadenza previsti dalla legge fallimentare. Questa decisione chiarisce che il giudice nazionale ha il dovere di disapplicare le norme interne che ostacolano l’effettiva esecuzione di una decisione della Commissione Europea.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla domanda di ammissione al passivo del fallimento di una società di costruzioni, presentata da un ente previdenziale. La richiesta, depositata nel 2015, mirava al recupero di un credito derivante da sgravi contributivi di cui la società aveva beneficiato negli anni 1995-1997. Tali benefici erano stati successivamente qualificati come aiuti di Stato illegittimi da una decisione della Commissione Europea del 1999.

Il Giudice Delegato e, in seguito, il Tribunale avevano respinto la domanda, ritenendola ‘ultratardiva’, poiché presentata ben oltre il termine di un anno dalla dichiarazione di esecutività dello stato passivo, avvenuta nel 2008. Secondo i giudici di merito, nessuna circostanza giustificava il ritardo, rendendo la domanda inammissibile ai sensi della legge fallimentare.

Il Recupero Aiuti di Stato e il Primato del Diritto UE

L’ente previdenziale ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse errato nel non disapplicare la norma nazionale sui termini di decadenza (art. 101 Legge Fallimentare) in presenza di un credito derivante dall’obbligo di recuperare aiuti di Stato imposto dall’Unione Europea. Il fulcro della questione è il conflitto tra una norma procedurale interna, posta a garanzia della certezza e della speditezza delle procedure concorsuali, e un obbligo inderogabile derivante dal diritto UE, finalizzato a ripristinare la concorrenza nel mercato unico.

Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) vieta gli aiuti di Stato che possano falsare la concorrenza. Quando la Commissione Europea accerta l’illegalità di un aiuto, impone allo Stato membro di recuperare le somme dal beneficiario, senza indugio e secondo le procedure nazionali, a condizione che queste consentano un’esecuzione immediata ed effettiva della decisione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, basando la sua decisione sul consolidato principio del primato del diritto dell’Unione Europea. I giudici hanno sottolineato che la giurisprudenza, sia europea che nazionale, è unanime nel ritenere che le norme interne non possono rendere impossibile o eccessivamente difficoltoso l’esercizio dei diritti garantiti dall’ordinamento comunitario.

L’obbligo di recupero aiuti di Stato è un pilastro del diritto della concorrenza UE. Pertanto, qualsiasi norma nazionale, anche di natura procedurale come un termine di decadenza, che ne impedisca o ne ostacoli l’attuazione, deve essere disapplicata dal giudice nazionale. Il giudice non è un mero applicatore della legge interna, ma agisce come ‘giudice comunitario’, con il dovere di garantire la piena efficacia delle norme UE.

La Corte ha specificato che i principi di speditezza e concentrazione della procedura fallimentare, pur importanti, sono recessivi rispetto all’interesse europeo al corretto funzionamento della concorrenza. Applicare il termine di decadenza previsto dalla legge fallimentare costituirebbe un ostacolo insormontabile al recupero del credito, vanificando l’effetto utile della decisione della Commissione Europea.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte ha enunciato il seguente principio di diritto: nel giudizio di accertamento dello stato passivo, il giudice deve disapplicare l’articolo 101 della Legge Fallimentare quando la sua applicazione impedisce il recupero di un credito derivante da aiuti di Stato illegittimi. Questa decisione rafforza il ruolo del giudice nazionale come garante del diritto europeo e conferma che la necessità di ripristinare la legalità nel mercato unico prevale sulle esigenze procedurali interne. Il decreto impugnato è stato cassato e la causa rinviata al Tribunale per un nuovo esame alla luce di questo principio.

Un termine di decadenza previsto dalla legge nazionale può impedire il recupero di aiuti di Stato illegittimi in un fallimento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudice nazionale ha l’obbligo di disapplicare la norma interna sui termini di decadenza (nella specie, l’art. 101 Legge Fallimentare) se questa costituisce un ostacolo al recupero di aiuti di Stato imposto da una decisione della Commissione Europea.

Quale principio giuridico si applica in caso di conflitto tra una norma nazionale e un obbligo derivante dal diritto dell’Unione Europea?
Si applica il principio del primato del diritto dell’Unione Europea. Questo principio impone al giudice nazionale di garantire la piena efficacia delle norme europee, disapplicando qualsiasi disposizione nazionale contrastante, anche di natura procedurale.

Perché il recupero degli aiuti di Stato è considerato così importante da prevalere sulle norme procedurali di un fallimento?
Perché il recupero degli aiuti di Stato è essenziale per ripristinare la situazione di concorrenza preesistente nel mercato interno, che è stata falsata dall’aiuto illegittimo. Questo obiettivo, fondamentale per l’ordinamento europeo, è considerato prevalente rispetto ai principi nazionali di speditezza e certezza delle procedure concorsuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati