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Recesso socio Srl: gli interessi sulla quota

La Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale nel recesso socio Srl: il termine di 180 giorni per la liquidazione della quota è a beneficio della società. Di conseguenza, gli interessi sulla somma dovuta iniziano a maturare solo dopo la scadenza di tale periodo, e non dal momento della comunicazione del recesso. La sentenza analizza la natura di tale termine e le sue implicazioni sulla mora del debitore.

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Recesso Socio Srl: da Quando Decorrono gli Interessi sulla Liquidazione della Quota?

La gestione del recesso socio Srl è un momento delicato nella vita di una società a responsabilità limitata. Una delle questioni più dibattute riguarda la liquidazione della quota e, in particolare, il momento esatto in cui iniziano a maturare gli interessi sulla somma dovuta all’ex socio. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo un principio di diritto fondamentale per regolare i rapporti tra la società e il socio uscente.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla decisione di una socia di recedere da una S.r.l. nel 2008. A seguito del disaccordo sul valore della quota da liquidare, veniva nominato un esperto come previsto dalla legge. La valutazione dell’esperto, tuttavia, veniva impugnata e il Tribunale, dopo una consulenza tecnica d’ufficio, rideterminava il valore della quota in una somma notevolmente superiore.

La decisione del Tribunale veniva appellata sia dalla società che dall’ex socia. La Corte d’Appello respingeva entrambi i gravami, confermando la sentenza di primo grado. La controversia giungeva così dinanzi alla Corte di Cassazione, con la società che proponeva un ricorso principale basato su otto motivi e l’ex socia che rispondeva con un ricorso incidentale.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Recesso Socio Srl

La Suprema Corte ha esaminato i diversi motivi di ricorso, dichiarandone la maggior parte inammissibile per carenza di specificità o per non aver colto la ratio decidendi della sentenza impugnata. Tuttavia, ha accolto il quinto motivo del ricorso principale presentato dalla società, ritenendolo fondato.

Questo motivo contestava la violazione dell’art. 2473, comma 4, del Codice Civile. La società sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel considerare la prestazione dovuta all’ex socia come esigibile fin dal momento della comunicazione del recesso. La Cassazione ha cassato la sentenza impugnata su questo punto, rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione e stabilendo un importante principio di diritto.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione del termine di centottanta giorni previsto dall’art. 2473 c.c. per il rimborso della quota al socio receduto. La norma stabilisce che: «Il rimborso delle partecipazioni per cui è stato esercitato il diritto di recesso deve essere eseguito entro centottanta giorni dalla comunicazione del medesimo fatta alla società».

La Corte di Cassazione ha affermato che questo termine è posto a beneficio del debitore, ovvero della società. Questo significa che la prestazione (il pagamento della quota) non è esigibile prima della scadenza dei 180 giorni. Di conseguenza, la società non può essere considerata in mora prima di tale momento.

L’implicazione pratica di questa interpretazione è diretta e significativa: gli interessi sulla somma da rimborsare non possono maturare durante i 180 giorni successivi alla comunicazione di recesso. La mora, e con essa l’obbligo di corrispondere gli interessi, scatta solo se la società non adempie al pagamento alla scadenza del termine. La Corte ha così chiarito che il diritto del socio receduto sorge al momento del recesso, ma la sua esigibilità è legalmente differita per tutelare la stabilità patrimoniale della società.

La Corte ha inoltre rigettato il ricorso incidentale dell’ex socia, confermando, tra le altre cose, che il debito per la liquidazione della quota ha natura di debito di valuta e non di valore, avendo fin dall’origine ad oggetto una somma di denaro.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione stabilisce un punto fermo nella disciplina del recesso socio Srl. Il principio di diritto enunciato è chiaro: il termine di 180 giorni per il rimborso della quota è a favore della società. Pertanto, la società non è tenuta a corrispondere interessi sulla somma dovuta per questo periodo. Gli interessi di mora matureranno solo a partire dal 181° giorno in caso di mancato pagamento.

Questa decisione offre maggiore certezza giuridica alle società che si trovano a gestire l’uscita di un socio, permettendo loro di pianificare la liquidazione della quota senza l’aggravio immediato degli interessi. Al contempo, definisce con precisione i diritti patrimoniali del socio receduto, specificando il momento esatto a partire dal quale può pretendere gli accessori del credito.

Da quando inizia a decorrere l’obbligo di pagamento della quota in caso di recesso del socio Srl?
L’obbligo di pagamento deve essere adempiuto entro centottanta giorni dalla data in cui il recesso viene comunicato alla società.

Gli interessi sulla quota liquidata al socio receduto sono dovuti fin da subito?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il termine di 180 giorni è a beneficio della società. Pertanto, la somma non è esigibile prima di tale scadenza e gli interessi iniziano a maturare solo dal 181° giorno in caso di mancato pagamento.

Il debito per la liquidazione della quota è un debito di valuta o di valore?
La Corte ha confermato che si tratta di un debito di valuta, poiché ha per oggetto una somma di denaro fin dalla sua origine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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