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Recesso socio Srl: basta il richiamo alla delibera

Una società a responsabilità limitata ha impugnato il recesso di un socio, sostenendo che la comunicazione dei motivi fosse troppo generica in quanto si limitava a richiamare una delibera assembleare. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la validità del recesso. Secondo la Corte, la società, utilizzando l’ordinaria diligenza, era perfettamente in grado di individuare le specifiche decisioni (proroga della durata e clausola compromissoria) che legittimavano il recesso socio srl all’interno della delibera citata, rendendo la comunicazione sufficientemente chiara.

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Recesso Socio Srl: Quando il Riferimento alla Delibera è Sufficiente

Il diritto di recesso rappresenta una fondamentale via d’uscita per il socio che non condivide più le strategie o le modifiche strutturali della società. Ma quanto deve essere specifica la comunicazione di questa volontà? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6802/2024, offre un’importante chiarimento sul tema del recesso socio srl, stabilendo che un riferimento puntuale alla delibera assembleare che ne ha dato causa può essere sufficiente, senza la necessità di un’analisi dettagliata delle singole decisioni.

I Fatti del Caso: Una Comunicazione Contestata

La vicenda trae origine dalla decisione di un socio, titolare di una quota significativa di una S.r.l., di esercitare il proprio diritto di recesso. La sua comunicazione faceva riferimento a una specifica delibera assembleare durante la quale erano state approvate diverse modifiche statutarie. Tra queste, figuravano la proroga della durata della società fino al 2050 e l’introduzione di una clausola compromissoria, entrambe cause legittime di recesso secondo il codice civile.

La società, tuttavia, ha contestato l’efficacia del recesso, sostenendo che la comunicazione fosse generica e indeterminata. A suo avviso, il semplice richiamo all’intera delibera – che conteneva anche decisioni non idonee a fondare il recesso – non permetteva di comprendere le reali motivazioni del socio uscente. I giudici di primo e secondo grado avevano dato ragione al socio, condannando la società alla liquidazione della quota. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sul Recesso Socio Srl

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della società inammissibile, confermando la validità del recesso. Il cuore della decisione si fonda su un principio di ragionevolezza e diligenza. Secondo i giudici, non è necessario che il socio recedente espliciti pedissequamente ogni singolo punto della delibera che lo ha indotto a tale scelta.

La Corte ha stabilito che la comunicazione è valida se la società destinataria, usando l’ordinaria diligenza, è in grado di individuare senza ambiguità le cause che legittimano il recesso. Nel caso di specie, era palese che, all’interno della delibera richiamata, solo la proroga della durata e l’introduzione della clausola compromissoria potevano giustificare l’uscita del socio.

Le Motivazioni: Diligenza del Destinatario e Chiarezza dei Motivi

Le motivazioni della Corte si concentrano sul concetto di “conoscibilità” delle ragioni del recesso da parte del destinatario. L’argomento della società ricorrente, basato sulla violazione delle norme sull’interpretazione degli atti (art. 1362 e ss. c.c.), è stato respinto. La Cassazione ha precisato che il criterio dell'”ordinaria diligenza” non è stato utilizzato per interpretare la volontà interna del socio, ma per valutare oggettivamente se la comunicazione fosse sufficientemente chiara per la società.

In altre parole, la Corte non ha cercato di “indovinare” cosa pensasse il socio, ma ha verificato se un amministratore diligente, leggendo la comunicazione e la delibera allegata, potesse comprendere le ragioni del recesso. La risposta è stata affermativa. Poiché le altre decisioni prese in assemblea non davano diritto al recesso, le motivazioni erano di fatto inequivocabili per esclusione. La censura della società, secondo la Corte, si risolveva in una contestazione dell’accertamento di fatto operato dal giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Soci e Società

Questa ordinanza consolida un principio di pragmatismo e buona fede nei rapporti societari. Per il socio che intende recedere, emerge che non è richiesta una pignoleria eccessiva nella redazione della comunicazione, a patto che il riferimento alla fonte della decisione (la delibera) sia chiaro e permetta un’identificazione inequivocabile dei motivi legittimanti.

Per le società, invece, il messaggio è altrettanto chiaro: non ci si può appellare a una presunta “indeterminatezza” per contestare un recesso quando le ragioni sono facilmente desumibili con un minimo di diligenza. La decisione rafforza la tutela del socio dissenziente, semplificando l’esercizio di un diritto fondamentale e scoraggiando contestazioni pretestuose da parte degli organi amministrativi.

È valida la comunicazione di recesso di un socio di Srl che si limita a richiamare una delibera assembleare senza specificare quale, tra le decisioni prese, ne costituisce il motivo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la comunicazione è valida se le cause che per legge legittimano il recesso emergono in modo palese dalla delibera richiamata. La società destinataria, usando l’ordinaria diligenza, è tenuta a individuarle.

Il criterio dell'”ordinaria diligenza” può essere usato per interpretare la volontà del socio che recede?
No. La Corte ha chiarito che il criterio dell’ordinaria diligenza non serve a interpretare la volontà soggettiva del socio, ma a valutare la conoscibilità oggettiva delle ragioni del recesso da parte della società che riceve la comunicazione.

Quali decisioni assembleari, nel caso di specie, hanno legittimato il recesso del socio?
Le decisioni che hanno legittimato il recesso sono state la proroga a tempo indeterminato (o comunque molto lungo, fino al 2050) della durata della società e l’introduzione nello statuto della clausola compromissoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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