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Recesso locazione: onere prova lettera raccomandata

La Corte d’Appello di Bologna ha rigettato l’appello di un locatore che chiedeva il pagamento di canoni aggiuntivi. La sentenza chiarisce che, in un caso di recesso locazione, l’onere della prova sul contenuto di una lettera raccomandata spetta al destinatario. Poiché il locatore non ha dimostrato che la raccomandata ricevuta avesse un contenuto diverso da quello di recesso dichiarato dalla conduttrice, la Corte ha confermato la decorrenza del preavviso dalla data di ricezione della comunicazione, respingendo le pretese del locatore.

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Recesso Locazione e Onere della Prova: La Raccomandata Fa Fede

Nel mondo dei contratti di locazione, la corretta gestione delle comunicazioni formali è fondamentale per tutelare i propri diritti. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Bologna offre un chiarimento cruciale su un tema tanto comune quanto spinoso: il recesso locazione comunicato tramite lettera raccomandata e la ripartizione dell’onere della prova sul suo contenuto. Quando il destinatario nega di aver ricevuto una comunicazione di recesso, a chi spetta dimostrare cosa c’era davvero dentro la busta? Vediamo come i giudici hanno risolto il caso.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo richiesto e ottenuto da un locatore nei confronti di una sua ex conduttrice, una studentessa, per il pagamento di circa 2.450 euro. La somma comprendeva canoni di locazione non pagati da aprile a ottobre 2020, spese condominiali, wifi, TARI e altre utenze.

La conduttrice si opponeva al decreto, dando il via a un giudizio di primo grado. Il Tribunale di Parma, pur revocando il decreto ingiuntivo, condannava la ragazza a pagare una somma inferiore, pari a circa 990 euro. Il giudice aveva infatti ritenuto che i canoni dovuti fossero solo quelli da aprile a settembre 2020, escludendo ottobre, e aveva ricalcolato al ribasso le spese accessorie.

Insoddisfatto, il locatore proponeva appello, insistendo per ottenere l’intera somma originariamente richiesta. Il suo argomento principale verteva sulla data di inizio del preavviso semestrale per il recesso: a suo dire, la comunicazione della conduttrice era arrivata in ritardo, rendendo dovuto anche il canone di ottobre.

La Decisione della Corte d’Appello sul Recesso Locazione

La Corte d’Appello di Bologna ha respinto integralmente l’appello del locatore, confermando la decisione di primo grado. Il punto centrale della controversia era una lettera raccomandata spedita dalla conduttrice il 27 marzo 2020 e ricevuta dal locatore il 2 aprile 2020. Secondo la conduttrice, quella lettera conteneva la sua volontà di recedere dal contratto. Secondo il locatore, invece, la lettera conteneva solo una richiesta di sospensione dei canoni a causa della pandemia.

La Corte ha stabilito che il preavviso di sei mesi per il recesso locazione era correttamente iniziato ad aprile 2020, con scadenza a settembre, escludendo quindi l’obbligo di pagare il canone di ottobre. Anche le altre doglianze del locatore, relative a un presunto sconto e al rimborso delle utenze, sono state rigettate per mancanza di prove adeguate.

Le Motivazioni: Presunzione di Conoscenza e Onere della Prova

Il cuore della motivazione della sentenza risiede nell’applicazione dei principi sulla presunzione di conoscenza e sull’onere della prova. La Corte ha richiamato l’art. 1335 del Codice Civile, secondo cui ogni dichiarazione diretta a una persona determinata si reputa conosciuta nel momento in cui giunge all’indirizzo del destinatario.

La conduttrice aveva prodotto in giudizio la copia della lettera di recesso datata 26 marzo 2020 e la ricevuta di ritorno della raccomandata, dimostrando l’avvenuta spedizione e ricezione. A questo punto, si è innescata una presunzione: si presume che il contenuto della lettera ricevuta dal locatore fosse proprio quello di recesso.

Il locatore ha negato di aver ricevuto tale comunicazione, ma, come sottolineato dai giudici, non ha assolto al suo onere della prova. In base al principio di “vicinanza della prova”, spetta al destinatario dimostrare che il plico ricevuto non conteneva alcun documento o conteneva un documento diverso da quello affermato dal mittente. Il locatore avrebbe dovuto fornire una prova in tal senso, ma non l’ha fatto. Il semplice scambio di email successivo, in cui si discuteva di una riduzione del canone, non è stato ritenuto sufficiente a superare la presunzione legale legata alla raccomandata.

Per quanto riguarda le altre pretese, la Corte ha notato che il locatore non aveva depositato in appello le fatture relative alle utenze (luce, acqua, gas), impedendo qualsiasi verifica sul credito vantato. Di conseguenza, anche questa parte della domanda è stata respinta.

Conclusioni: L’Importanza della Prova Documentale

Questa sentenza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque sia parte di un contratto di locazione: la prova documentale è regina. La presunzione di conoscenza legata a una raccomandata con ricevuta di ritorno è uno strumento potente. Se si riceve una comunicazione formale e si intende contestarne il contenuto, non basta una semplice negazione. È necessario attivarsi per fornire la prova contraria.

Per il mittente, è essenziale conservare una copia della comunicazione inviata e la ricevuta di spedizione e ritorno. Per il destinatario, l’onere di dimostrare che il contenuto era diverso è gravoso. La decisione evidenzia inoltre l’importanza di produrre in giudizio tutti i documenti a sostegno delle proprie pretese, come le fatture delle utenze. La loro assenza rende impossibile per il giudice accertare il diritto e porta inevitabilmente al rigetto della domanda.

A chi spetta l’onere di provare il contenuto di una lettera raccomandata in una causa di recesso locazione?
Secondo la sentenza, l’onere di provare che il contenuto della raccomandata fosse diverso da quello affermato dal mittente spetta al destinatario. La produzione della copia della lettera e della ricevuta di ritorno da parte del mittente crea una presunzione che può essere vinta solo con una prova contraria fornita da chi ha ricevuto il plico.

Da quando decorre il periodo di preavviso se il recesso dalla locazione è comunicato con raccomandata?
Il periodo di preavviso decorre dalla data in cui la lettera raccomandata contenente la dichiarazione di recesso giunge all’indirizzo del destinatario (il locatore), in applicazione del principio della presunzione di conoscenza stabilito dall’art. 1335 del Codice Civile.

Cosa succede se una parte chiede il rimborso delle utenze ma non produce le relative fatture in giudizio?
La richiesta viene rigettata. Come si evince dalla decisione, la mancata produzione dei documenti contabili (le fatture) che provano l’esistenza e l’ammontare del credito impedisce al giudice di effettuare qualsiasi valutazione, portando al rigetto della domanda per mancanza di prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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