LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recesso locazione commerciale: la clausola vince

Un locatore ha impugnato la decisione di primo grado che convalidava il recesso anticipato di un conduttore da un contratto di sublocazione ad uso professionale. La Corte d’Appello ha respinto l’appello, confermando che una specifica clausola contrattuale che consentiva il recesso con un preavviso di soli 20 giorni era pienamente valida. La sentenza sottolinea come l’autonomia contrattuale delle parti possa prevalere sulle disposizioni di legge standard in materia di recesso locazione commerciale, che prevedono un preavviso di sei mesi per gravi motivi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 giugno 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Recesso Locazione Commerciale: Quando l’Accordo tra le Parti Supera la Legge

Il tema del recesso locazione commerciale è spesso fonte di dubbi: è possibile derogare ai termini di preavviso stabiliti dalla legge? Una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma offre una risposta chiara, affermando la prevalenza della volontà delle parti espressa nel contratto. Questo caso dimostra come una clausola ben definita possa fornire una flessibilità cruciale, superando le disposizioni normative generali.

I Fatti del Caso

La controversia nasce da un contratto di sublocazione ad uso professionale di una stanza. Il contratto prevedeva una durata standard di sei anni, rinnovabili, ma conteneva anche una clausola specifica (l’art. 15) che disciplinava le “Precisazioni apporti e modifiche”. Tale clausola consentiva una “risoluzione consensuale” mediante lettera raccomandata con un preavviso di soli 20 giorni.

A causa di difficoltà economiche che avevano ridotto significativamente la sua attività, la società conduttrice decideva di avvalersi di questa clausola, comunicando il recesso al locatore. Quest’ultimo si opponeva, sostenendo che il recesso fosse illegittimo in quanto non rispettava il termine di preavviso di sei mesi previsto dalla Legge 392/1978 per i “gravi motivi”. Il Tribunale di primo grado dava ragione alla società conduttrice, spingendo il locatore a presentare appello.

La Decisione della Corte d’Appello sul recesso locazione commerciale

La Corte d’Appello ha respinto l’appello del locatore, confermando integralmente la sentenza di primo grado. I giudici hanno stabilito che la clausola contrattuale che permetteva il recesso con 20 giorni di preavviso era perfettamente valida ed efficace. La decisione si fonda sulla distinzione fondamentale tra il recesso legale, previsto dalla legge per gravi motivi, e il recesso convenzionale, liberamente pattuito dalle parti.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato il proprio ragionamento sul principio dell’autonomia negoziale. Sebbene la legge (art. 27 della L. 392/1978) preveda un diritto di recesso per il conduttore in qualsiasi momento in presenza di “gravi motivi” e con un preavviso di sei mesi (recesso legale), essa non vieta alle parti di accordarsi diversamente. Le parti possono infatti inserire nel contratto una clausola che consenta il recesso a prescindere dai gravi motivi, stabilendo un termine di preavviso differente (recesso convenzionale).

Nel caso specifico, la clausola di cui all’art. 15 del contratto è stata interpretata come un’autonoma e distinta previsione di recesso libero, non collegata ai gravi motivi. Si trattava di una facoltà aggiuntiva, che il conduttore poteva esercitare semplicemente rispettando il preavviso di 20 giorni concordato. La Corte ha richiamato anche la giurisprudenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 23639/2019), la quale ha chiarito che le parti sono libere di concordare modalità di recesso anticipato in un contratto di locazione ad uso commerciale anche senza la presenza di “gravi motivi”.

Pertanto, l’errore del locatore è stato quello di voler applicare la disciplina del recesso legale a una fattispecie che era invece regolata da una specifica e prevalente pattuizione contrattuale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio cardine del diritto dei contratti: la libertà delle parti di determinare il contenuto dell’accordo. Per imprenditori e professionisti, le implicazioni sono significative:

1. Attenzione alla Redazione del Contratto: È fondamentale redigere e analizzare con cura ogni clausola del contratto di locazione. Clausole specifiche sul recesso possono offrire preziose vie d’uscita e una maggiore flessibilità operativa.
2. Valore del Recesso Convenzionale: Un conduttore può negoziare l’inserimento di una clausola di recesso libero o con preavviso breve, che può rivelarsi cruciale in caso di imprevisti economici o cambiamenti strategici, senza dover dimostrare la sussistenza di “gravi motivi”.
3. Certezza per il Locatore: Anche per il locatore, una clausola chiara evita future contestazioni. Se si accetta un termine di preavviso breve, si è consapevoli fin dall’inizio del rischio e della flessibilità concessa al conduttore.

In conclusione, il potere dell’autonomia negoziale permette di modellare il contratto di locazione commerciale in base alle esigenze specifiche delle parti, creando un equilibrio che può legittimamente discostarsi dalle previsioni standard della legge.

È possibile inserire in un contratto di locazione commerciale una clausola che permette di recedere con un preavviso più breve di 6 mesi?
Sì, la sentenza conferma che, in virtù del principio di autonomia negoziale, le parti sono libere di pattuire un termine di preavviso inferiore a quello semestrale previsto dalla legge per il recesso legale.

Il recesso con preavviso breve concordato nel contratto richiede la presenza di “gravi motivi”?
No. La Corte ha chiarito che se il contratto prevede una clausola di recesso convenzionale (pattuita tra le parti), questa può essere esercitata secondo le modalità concordate, a prescindere dalla sussistenza dei “gravi motivi” richiesti per il recesso legale.

Cosa prevale tra la legge e una clausola contrattuale specifica sul recesso anticipato?
Secondo la decisione della Corte, una clausola contrattuale specifica, frutto dell’accordo tra le parti, che disciplina il recesso anticipato (recesso convenzionale) prevale sulle disposizioni generali previste dalla legge (recesso legale).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati