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Rappresentanza processuale società: può farlo un’altra?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12941/2025, ha stabilito la piena validità della rappresentanza processuale società conferita da un’azienda a un’altra. Il caso riguardava una società di distribuzione energetica che, per recuperare delle somme da un avvocato, aveva agito tramite una società mandataria. L’avvocato si opponeva sostenendo l’invalidità di tale delega tra persone giuridiche. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, affermando che il potere di rappresentanza in giudizio deriva dal potere di gestione sostanziale del rapporto e non esistono norme che vietino a una persona giuridica di conferire tale potere ad un’altra.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rappresentanza Processuale tra Società: La Cassazione Conferma la Validità della Delega

Una società può nominare un’altra società come suo procuratore generale, autorizzandola ad agire in giudizio e a nominare avvocati? Questa è la domanda al centro di una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il tema della rappresentanza processuale società è cruciale per l’organizzazione aziendale moderna, dove l’esternalizzazione di funzioni legali e di recupero crediti è una pratica comune. Con la decisione in esame, la Suprema Corte offre un importante chiarimento, confermando la piena legittimità di tali deleghe tra persone giuridiche.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una richiesta di restituzione di somme. Una grande società di distribuzione energetica aveva avviato un’azione legale per recuperare circa 28.000 euro da un avvocato. Tali somme erano state versate al professionista a titolo di spese legali in esecuzione di sentenze di primo grado, successivamente riformate in appello. I giudizi originari riguardavano richieste di risarcimento danni per un blackout avvenuto anni prima.

Per recuperare il credito, la società energetica aveva agito tramite una seconda società, alla quale aveva conferito una procura generale notarile per la gestione e il recupero dei crediti. Quest’ultima aveva quindi ottenuto un decreto ingiuntivo contro l’avvocato. Il professionista, tuttavia, si era opposto al decreto, sollevando una questione pregiudiziale di fondamentale importanza: la validità della rappresentanza in giudizio.

L’Opposizione e la questione della rappresentanza processuale società

L’avvocato sosteneva che una persona giuridica (la società mandataria) non potesse agire come procuratore di un’altra persona giuridica (la società energetica) in un contesto processuale. Secondo la sua tesi, il potere di rappresentanza in giudizio e la facoltà di nominare avvocati potrebbero essere conferiti solo a una persona fisica. Di conseguenza, l’intera azione legale intrapresa contro di lui sarebbe stata viziata da un’irregolarità insanabile nella costituzione in giudizio, rendendo la procura alle liti nulla o inesistente.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato questa argomentazione, confermando la validità dell’azione. Non soddisfatto, l’avvocato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi strettamente connessi, tutti incentrati sulla presunta violazione delle norme che regolano la rappresentanza processuale e sostanziale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato congiuntamente i motivi del ricorso e li ha giudicati infondati, fornendo un’analisi chiara e definitiva sulla rappresentanza processuale società.

Il principio cardine ribadito dai giudici è che la capacità di stare in giudizio (legitimatio ad processum) è intrinsecamente legata al potere di rappresentanza sostanziale. In altre parole, chi ha il potere di gestire un determinato rapporto giuridico nella sostanza (ad esempio, incassare un credito) ha anche il potere di rappresentare la parte in un eventuale contenzioso relativo a quel rapporto. Questo potere include la facoltà di nominare difensori.

La Corte ha sottolineato che, nel caso specifico, la procura generale conferita dalla società energetica alla società mandataria era ampia e dettagliata. Essa attribuiva a quest’ultima non solo poteri sostanziali per il recupero dei crediti, ma anche i conseguenti poteri processuali. I giudici hanno quindi accertato che la società mandataria era stata validamente investita della rappresentanza, sia sostanziale che processuale.

Il punto cruciale della decisione è l’affermazione che non esiste alcuna norma nell’ordinamento che limiti la possibilità di conferire tali poteri a una persona giuridica. La Corte ha chiarito che, ai sensi dell’art. 75 c.p.c., anche le persone giuridiche possono stare in giudizio tramite chi le rappresenta. Non sussiste alcuna limitazione che imponga che il rappresentante debba essere necessariamente una persona fisica. Essendo entrambe le società soggetti di diritto a pieno titolo, la delega di poteri dall’una all’altra è perfettamente lecita e valida.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un principio di grande rilevanza pratica. Viene confermata la flessibilità organizzativa delle imprese, che possono legittimamente affidare la gestione di intere aree di attività, compresa quella contenziosa, ad altre società specializzate.

La decisione chiarisce che la rappresentanza processuale società è valida quando una società conferisce a un’altra un mandato che includa sia i poteri di gestione sostanziale del diritto controverso sia la facoltà di agire e resistere in giudizio. Questo orientamento offre certezza giuridica alle numerose aziende che si avvalgono di modelli di outsourcing per la gestione dei crediti e del contenzioso, confermando la validità delle azioni legali intraprese attraverso tali strutture.

Una società può nominare un’altra società come suo rappresentante in un processo legale?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che una persona giuridica può conferire a un’altra persona giuridica una procura che includa il potere di rappresentarla in giudizio.

Qual è il requisito fondamentale perché la rappresentanza processuale sia valida?
La rappresentanza processuale è valida se il rappresentante è investito anche del potere di rappresentanza sostanziale relativo al rapporto giuridico dedotto in giudizio. I due poteri, processuale e sostanziale, devono essere connessi.

Il potere di nominare avvocati può essere delegato da una società ad un’altra società che la rappresenta?
Sì, se la società rappresentante ha ricevuto un valido conferimento di poteri di rappresentanza sia sostanziale che processuale, questo include anche la facoltà di nominare avvocati per difendere gli interessi della società rappresentata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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