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Rappresentanza apparente: quando non si applica

Una società elettrica fa causa a una partnership agricola per il recesso da un contratto. La partnership si difende sostenendo che il socio firmatario non aveva i poteri per stipulare un atto di straordinaria amministrazione. La Corte di Cassazione conferma questa tesi, escludendo l’applicazione del principio di rappresentanza apparente poiché la società elettrica avrebbe dovuto verificare i poteri del socio consultando i registri pubblici, adempiendo al proprio onere di diligenza.

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Rappresentanza Apparente e Dovere di Diligenza: La Cassazione sui Limiti di Potere del Socio

Il principio della rappresentanza apparente è una tutela per i terzi che contrattano in buona fede, ma non è uno scudo contro la negligenza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un punto cruciale: chi stipula un contratto con una società ha il dovere di verificare i poteri di chi firma, specialmente quando la legge fornisce strumenti pubblici per farlo. Vediamo come questo principio si è applicato in un caso riguardante un contratto per un impianto fotovoltaico.

I Fatti di Causa: Un Contratto Conteso

Una società specializzata in impianti elettrici conveniva in giudizio una società agricola e i suoi due soci amministratori. L’oggetto della controversia era il pagamento di un indennizzo per mancato guadagno, a seguito del recesso esercitato dalla società agricola da un contratto per la fornitura e installazione di un grande impianto fotovoltaico.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda della società elettrica, condannando la società agricola e i soci al pagamento della somma richiesta. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava completamente la decisione.

I giudici di secondo grado dichiaravano il contratto inefficace. La motivazione? Il contratto era stato firmato solo da uno dei due soci amministratori. La fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico, con la conseguente produzione e vendita di energia a terzi, era stata considerata un’attività estranea all’oggetto sociale dell’impresa agricola (conduzione di fondi). Pertanto, si trattava di un atto di straordinaria amministrazione che, secondo le risultanze pubbliche del registro delle imprese, richiedeva la firma congiunta di entrambi i soci.

La Rappresentanza Apparente e l’Onere di Verifica

Di fronte alla Corte di Cassazione, la società elettrica ha insistito sul principio della rappresentanza apparente. Sosteneva di aver legittimamente confidato nella validità del contratto, dato che era stato firmato presso la sede della società agricola, da uno dei soci e con l’apposizione del timbro sociale. Queste circostanze, a suo dire, avrebbero generato un’apparenza di potere sufficiente a vincolare la società.

La Suprema Corte, però, ha respinto questa tesi. Ha chiarito che il principio dell’affidamento incolpevole del terzo non può essere invocato quando la legge prevede specifici mezzi di pubblicità per verificare i poteri di rappresentanza. Nel caso delle società, il registro delle imprese è lo strumento designato per questo scopo. Un operatore professionale, agendo con l’ordinaria diligenza, avrebbe dovuto consultare la visura camerale della società agricola. Tale verifica avrebbe immediatamente rivelato che per gli atti di straordinaria amministrazione era necessaria la firma di entrambi i soci.

L’omissione di questo controllo rende l’affidamento del terzo non incolpevole, ma negligente, e impedisce l’applicazione della tutela della rappresentanza apparente.

La Distinzione tra Ordinaria e Straordinaria Amministrazione

Un altro punto fondamentale chiarito dalla Corte riguarda la differenza tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione nel contesto d’impresa. A differenza della gestione del patrimonio di un incapace (dove il criterio è la conservazione del capitale), nell’attività d’impresa la distinzione si basa sulla relazione tra l’atto e l’oggetto sociale. Sono considerati di straordinaria amministrazione non solo gli atti di disposizione, ma tutti quelli che modificano la struttura economico-organizzativa dell’impresa, esulando dalla normale gestione.

La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha correttamente qualificato il contratto per l’impianto fotovoltaico come atto di straordinaria amministrazione, poiché non rientrava nell’attività tipica di conduzione di fondi agricoli.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso. Il fulcro della decisione risiede nell’inapplicabilità del principio di rappresentanza apparente in presenza di un sistema di pubblicità legale. Quando il conferimento dei poteri rappresentativi è soggetto a forme di pubblicità previste dalla legge, il terzo contraente ha l’onere di verificare l’esistenza e la portata di tali poteri. L’aver omesso tale verifica, facilmente eseguibile tramite una visura camerale, esclude che l’aspettativa del terzo possa essere considerata “incolpevole”. La Suprema Corte ha anche respinto le richieste di ammissione di prove testimoniali volte a dimostrare un presunto consenso telefonico del secondo socio, ritenendole inammissibili in quanto contrarie al contenuto di un documento scritto. Infine, ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento danni nei confronti del singolo socio firmatario (falsus procurator), proprio perché l’affidamento della società elettrica non era incolpevole.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre un importante monito per tutti gli operatori economici. Prima di concludere un contratto con una società, è un atto di fondamentale diligenza professionale verificare, tramite una visura camerale aggiornata, chi ha il potere di rappresentare legalmente l’ente e quali sono gli eventuali limiti a tale potere (es. firma singola o congiunta). Confidare solo sulle apparenze, come la firma di un socio presso la sede sociale, può rivelarsi un errore costoso. La tutela dell’affidamento non prevale sul dovere di informarsi quando gli strumenti per farlo sono pubblici, accessibili e prescritti dalla legge.

Quando un atto si considera di ‘straordinaria amministrazione’ per una società?
Secondo la sentenza, un atto è di straordinaria amministrazione quando non rientra nella gestione normale del tipo di impresa, ma modifica la sua struttura economico-organizzativa, esulando dall’oggetto sociale. Nel caso specifico, la realizzazione di un impianto fotovoltaico per produrre energia è stata ritenuta straordinaria per una società agricola dedita alla conduzione di fondi.

Il principio della rappresentanza apparente si applica sempre quando un socio firma un contratto?
No. La sentenza chiarisce che il principio della rappresentanza apparente non si applica quando la legge prevede specifici mezzi di pubblicità (come il registro delle imprese) per verificare i poteri di rappresentanza. Se un terzo contraente non esegue questa verifica, il suo affidamento non è considerato incolpevole e non può invocare l’apparenza.

Chi stipula un contratto con una società ha l’obbligo di verificare i poteri di chi firma?
Sì, ha un onere di diligenza. La Corte ha stabilito che il terzo che contratta con una società deve verificare l’esistenza e la portata dei poteri del rappresentante utilizzando gli strumenti di pubblicità previsti dalla legge, come la visura camerale. Omettere questo controllo espone al rischio che il contratto sia dichiarato inefficace se il firmatario non aveva i poteri necessari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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