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Rapporto di lavoro subordinato: ricorso inammissibile

Una lavoratrice ottiene il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato dopo anni di contratti di collaborazione con un’azienda ospedaliera pubblica. L’azienda ricorre in Cassazione, ma il suo appello viene dichiarato inammissibile. La Corte Suprema ha stabilito che i motivi del ricorso non erano validi, in quanto si limitavano a contestare la valutazione dei fatti e delle prove operata dalla Corte d’Appello, senza sollevare questioni di legittimità.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rapporto di Lavoro Subordinato: Quando la Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso del Datore di Lavoro

L’analisi di un’ordinanza della Corte di Cassazione offre spunti cruciali sulla distinzione tra collaborazione e rapporto di lavoro subordinato nel pubblico impiego e sui limiti del ricorso in sede di legittimità. Il caso esaminato riguarda un’azienda ospedaliera condannata a pagare le differenze retributive a una lavoratrice, il cui rapporto di collaborazione pluriennale è stato riqualificato come subordinato. Vediamo perché il ricorso dell’azienda è stato respinto.

I Fatti: Una Collaborazione Lunga Anni

Una tecnica di laboratorio ha lavorato per un’importante azienda ospedaliera nazionale dal 2002 al 2010, sulla base di successivi contratti di collaborazione. Ritenendo che le modalità effettive della sua prestazione fossero quelle di una lavoratrice dipendente, ha adito il tribunale per chiedere l’accertamento della natura subordinata del rapporto, la sua conversione a tempo indeterminato e, in subordine, il risarcimento del danno.

La Decisione della Corte d’Appello

In riforma della sentenza di primo grado, la Corte d’Appello ha parzialmente accolto le richieste della lavoratrice. I giudici hanno riconosciuto che tra le parti era intercorso un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. Di conseguenza, hanno condannato l’azienda ospedaliera al pagamento delle differenze retributive maturate.

Tuttavia, la Corte ha respinto la domanda di conversione del contratto a tempo indeterminato, poiché nel pubblico impiego l’accesso avviene tramite concorso pubblico, principio costituzionalmente garantito. Sono state rigettate anche le domande di risarcimento del danno e quelle relative all’accesso a procedure di stabilizzazione, considerate una mera facoltà discrezionale dell’amministrazione e non un diritto soggettivo del lavoratore.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

L’azienda ospedaliera ha impugnato la decisione d’appello davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali.

Primo Motivo: Presunto Passaggio in Giudicato

L’azienda sosteneva che la sentenza di primo grado fosse passata in giudicato, impedendo alla Corte d’Appello di riesaminare il caso. La Cassazione ha ritenuto questo motivo inammissibile. Ha chiarito che la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato le carenze nell’analisi del primo giudice riguardo le norme sul lavoro pubblico flessibile. I motivi di appello della lavoratrice erano quindi sufficientemente specifici da impedire la formazione del giudicato e giustificare una nuova valutazione.

Secondo Motivo sul rapporto di lavoro subordinato: Omesso Esame dei Fatti

Il secondo motivo lamentava una valutazione superficiale del materiale probatorio da parte dei giudici d’appello. Anche questa censura è stata dichiarata inammissibile. La Corte Suprema ha ribadito che il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per ottenere una nuova valutazione delle prove o per contestare l’apprezzamento dei fatti compiuto dal giudice di merito. Il tentativo dell’azienda di criticare la valutazione della Corte territoriale si è risolto in una mera confutazione del suo libero apprezzamento, come tale non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

L’ordinanza conferma principi consolidati e offre importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, ribadisce che per contestare una sentenza in Cassazione non è sufficiente lamentare una valutazione dei fatti ritenuta errata; è necessario denunciare vizi specifici di violazione di legge o procedurali. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito della causa, ma un giudice di legittimità.

In secondo luogo, la decisione consolida l’orientamento secondo cui, nel pubblico impiego, il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato sorto in violazione delle norme sul reclutamento non comporta la conversione in un contratto a tempo indeterminato, ma dà diritto al lavoratore di ricevere le differenze retributive spettanti, in applicazione dell’articolo 2126 del Codice Civile.

Se un giudice riconosce un rapporto di lavoro subordinato con una Pubblica Amministrazione, il lavoratore ha diritto all’assunzione a tempo indeterminato?
No, secondo l’ordinanza, la conversione del rapporto è costituzionalmente preclusa perché l’accesso al pubblico impiego deve avvenire tramite concorso. Il lavoratore ha però diritto al pagamento delle differenze retributive maturate, come se fosse stato un dipendente.

Per quali motivi la Corte di Cassazione può dichiarare un ricorso inammissibile?
La Corte può dichiarare un ricorso inammissibile se, come in questo caso, i motivi presentati si limitano a contestare la valutazione delle prove e dei fatti operata dal giudice di merito (il cosiddetto ‘libero apprezzamento’), senza denunciare una reale violazione di legge, oppure se i motivi di impugnazione sono generici e non idonei a superare il principio del ‘passaggio in giudicato’ di una sentenza.

Cosa si intende per risarcimento del danno da mancata stabilizzazione?
È una richiesta di compensazione economica che un lavoratore precario fa valere quando ritiene di avere diritto a essere assunto stabilmente. In questo caso, la Corte ha negato tale diritto, specificando che l’accesso a procedure di stabilizzazione è una facoltà discrezionale dell’Amministrazione e non un diritto soggettivo del lavoratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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