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Rapporto di lavoro nullo: no al CCNL giornalisti

La Corte di Cassazione ha stabilito che un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione, instaurato senza pubblico concorso, è da considerarsi un rapporto di lavoro nullo. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto alla retribuzione per l’attività svolta (art. 2126 c.c.), ma non può pretendere l’applicazione di un contratto collettivo di diritto privato, come quello dei giornalisti, né le relative indennità specifiche. La retribuzione deve essere commisurata a quella prevista dalla contrattazione del pubblico impiego.

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Rapporto di Lavoro Nullo nella PA: La Cassazione Nega il CCNL Giornalisti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20425/2025, affronta un tema cruciale nel diritto del lavoro pubblico: le conseguenze di un rapporto di lavoro nullo perché instaurato con una Pubblica Amministrazione senza il necessario concorso pubblico. La decisione chiarisce che, sebbene il lavoratore abbia diritto alla retribuzione per l’attività svolta, non può invocare l’applicazione di un contratto collettivo di diritto privato, come quello dei giornalisti. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa: Una Carriera Giornalistica nella PA Senza Concorso

Un giornalista aveva lavorato per una Regione italiana a partire dal 1986, svolgendo incarichi continuativi per le testate del Consiglio Regionale. Il suo rapporto era sempre stato remunerato secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dei giornalisti. Il lavoratore sosteneva di essere stato “stabilizzato” in forza di una legge regionale del 1996.

Tuttavia, nel 2011 subiva una revoca degli incarichi direzionali e una riduzione dello stipendio. Dopo aver sottoscritto un nuovo contratto nel 2013 che ribadiva l’applicazione del CCNL di categoria, decideva di agire in giudizio per chiedere la reintegrazione nelle precedenti posizioni e il pagamento di varie indennità previste dal contratto dei giornalisti, tra cui l’indennità di “cessione”.

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, dichiarava nullo il rapporto di lavoro fin dall’origine per la mancanza di un concorso pubblico, rigettando integralmente le domande del giornalista. Contro questa decisione, il lavoratore proponeva ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Conseguenze di un Rapporto di Lavoro Nullo

Il nodo centrale della controversia era stabilire la natura del rapporto di lavoro e le conseguenze della sua costituzione senza una procedura concorsuale. Può un rapporto di lavoro di lunga data con la Pubblica Amministrazione essere considerato di natura privatistica e, quindi, svincolato dalla regola del concorso? E in caso di nullità, quale tutela spetta al lavoratore?

Le Motivazioni della Suprema Corte sul rapporto di lavoro nullo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del giornalista, confermando la nullità del rapporto e chiarendo i principi applicabili.

Il Principio Costituzionale del Pubblico Concorso

Innanzitutto, i giudici hanno ribadito che l’accesso ai ruoli della Pubblica Amministrazione deve avvenire, salvo eccezioni previste dalla legge, tramite pubblico concorso (art. 97 della Costituzione). Questo principio è inderogabile e non può essere superato da leggi regionali. La presunta “stabilizzazione” prevista dalla legge regionale del 1996 è stata ritenuta inefficace a sanare la nullità originaria, in quanto una norma regionale non può porsi in contrasto con un principio costituzionale. La clausola che faceva “salvi i rapporti in corso” poteva applicarsi solo a rapporti legittimamente instaurati, non a quelli viziati da nullità.

L’Applicazione dell’Art. 2126 c.c.

Una volta accertata la nullità del rapporto, la tutela del lavoratore trova il suo fondamento nell’art. 2126 del codice civile. Questa norma stabilisce che la nullità del contratto di lavoro non produce effetti per il periodo in cui il rapporto ha avuto concreta esecuzione. In altre parole, il lavoro svolto deve essere retribuito.

Tuttavia, e questo è il punto cruciale della sentenza, il diritto alla retribuzione non significa poter pretendere l’applicazione di qualsiasi contratto. La Corte ha chiarito che, trattandosi di un impiego pubblico (seppur nullo), il trattamento economico non può derivare da un CCNL di diritto privato. La retribuzione deve invece essere parametrata a quella prevista dalla contrattazione collettiva del comparto pubblico di riferimento.

Di conseguenza, sono state respinte le richieste del giornalista relative a indennità specifiche (come l’indennità di cessione) previste esclusivamente dal CCNL giornalistico, poiché non trovavano fondamento nella disciplina del pubblico impiego.

Conclusioni

La sentenza della Corte di Cassazione offre un importante monito: la regola del pubblico concorso per l’accesso al lavoro nella Pubblica Amministrazione è un pilastro fondamentale dell’ordinamento. Un rapporto di lavoro instaurato in violazione di tale regola è insanabilmente nullo. La tutela per il lavoratore è limitata al diritto di ricevere una giusta retribuzione per il lavoro effettivamente prestato, commisurata ai parametri del pubblico impiego, e al relativo accredito contributivo. Non è possibile, invece, rivendicare diritti e tutele ulteriori, come quelli relativi al demansionamento o a specifiche indennità previste da contratti collettivi privati, che presuppongono l’esistenza di un rapporto di lavoro valido ed efficace.

Un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione senza concorso pubblico è valido?
No, la sentenza ribadisce che per la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con la Pubblica Amministrazione è necessario il pubblico concorso, come previsto dall’art. 97 della Costituzione. La sua assenza rende il rapporto di lavoro nullo.

Se un rapporto di lavoro con la PA è nullo, il lavoratore ha diritto a essere pagato?
Sì. In base all’art. 2126 del codice civile, la nullità del contratto non produce effetto per il periodo in cui il rapporto ha avuto esecuzione. Pertanto, il lavoratore ha diritto alla retribuzione per il lavoro effettivamente svolto e al computo dei relativi contributi previdenziali.

In caso di rapporto di lavoro nullo, si può applicare un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore privato (come quello dei giornalisti)?
No. La Corte ha stabilito che, essendo il rapporto di natura pubblicistica (sebbene nullo), la retribuzione non può essere determinata sulla base di un CCNL di diritto privato. Il trattamento economico deve trovare fondamento nella contrattazione collettiva del comparto pubblico di riferimento, escludendo emolumenti specifici previsti solo dal contratto privato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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