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Querela di Falso Verbale: Chi Citare in Giudizio?

Un automobilista contesta un verbale per sorpasso in curva, avviando una querela di falso verbale. La Cassazione chiarisce che l’agente accertatore non ha legittimazione passiva nel giudizio, che va intentato solo contro l’Amministrazione. Il ricorso viene respinto confermando la validità del verbale.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Querela di Falso Verbale Stradale: A Chi Notificare l’Atto?

Ricevere un verbale per un’infrazione al Codice della Strada è un’esperienza comune. Talvolta, si ritiene che quanto attestato dall’agente non corrisponda alla realtà. In questi casi, lo strumento più drastico a disposizione del cittadino è la querela di falso verbale, un’azione legale volta a dimostrare la non veridicità di un atto pubblico. Ma contro chi va proposta questa azione? Contro l’agente che ha redatto il verbale o contro l’amministrazione di cui fa parte? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto procedurale cruciale, le cui conseguenze possono determinare l’esito del giudizio.

I Fatti del Caso: Un Sorpasso Controverso

La vicenda trae origine da un verbale di accertamento notificato a un automobilista. L’infrazione contestata era un sorpasso effettuato invadendo la corsia opposta in un tratto di strada in curva e con striscia continua di mezzeria. L’accertamento era stato compiuto da un assistente di Polizia Penitenziaria.
L’automobilista, convinto delle proprie ragioni, decideva di opporsi al verbale sostenendo una tesi netta: il tratto di strada indicato non era una curva, bensì un rettilineo. Sulla base di questa asserita falsità, avviava in via incidentale un giudizio di querela di falso, citando sia il Ministero della Giustizia (amministrazione di appartenenza dell’agente) sia l’agente accertatore in proprio.

Il Nocciolo della Questione: Legittimazione Passiva nella Querela di Falso Verbale

Il punto centrale della controversia, affrontato in tutti i gradi di giudizio, riguarda la corretta individuazione del soggetto da citare in giudizio. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dichiarato il difetto di legittimazione passiva dell’agente accertatore. La Corte di Cassazione, confermando questa linea, ha chiarito un principio fondamentale.
Nel giudizio di querela di falso, l’unico soggetto legittimato passivo (cioè, il corretto convenuto) è colui che intende avvalersi del documento per fondare una propria pretesa. Nel caso di un verbale stradale, questo soggetto è l’Amministrazione pubblica che, tramite quell’atto, esercita la propria potestà sanzionatoria. L’agente che ha materialmente redatto il verbale non è titolare di un interesse proprio e autonomo a far valere l’efficacia dell’atto. Pertanto, l’azione non può essere rivolta contro di lui personalmente.

Il Principio di Diritto

La Suprema Corte ribadisce che lo scopo della querela di falso è neutralizzare l’efficacia probatoria di un atto pubblico. L’interesse a resistere a tale azione appartiene unicamente all’ente che si basa su quell’atto per le proprie rivendicazioni. L’agente, pur essendo l’autore materiale, non ha un interesse processuale diretto e non può essere il destinatario della domanda di falso.

La Valutazione del Verbale e la Sua Efficacia

Oltre all’aspetto procedurale, la Corte ha esaminato anche il merito della presunta falsità. L’automobilista sosteneva che l’indicazione di una ‘curva’ al km 17.200 fosse falsa. La Corte ha ritenuto infondata la doglianza, osservando che la descrizione nel verbale va interpretata nel suo complesso. L’agente aveva descritto una dinamica complessa di sorpasso plurimo, iniziata in un tratto curvilineo e proseguita ad alta velocità. Il punto chilometrico indicato non era necessariamente il luogo esatto dell’intera manovra, ma il punto in cui l’agente si era trovato nelle condizioni di sicurezza per rilevare e annotare i dati dell’infrazione. Di conseguenza, piccole imprecisioni descrittive non inficiano la veridicità del nucleo centrale dell’accertamento, ovvero l’avvenuto sorpasso in violazione delle norme.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha rigettato il ricorso in ogni suo punto. Per quanto riguarda la legittimazione passiva, ha confermato che l’unico convenuto legittimo è il Ministero della Giustizia. Sulla presunta falsità del verbale, ha stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente interpretato i fatti, riconoscendo che la dinamica descritta era veritiera e che la condotta illecita era stata pienamente accertata. Infine, ha respinto anche il motivo relativo alla liquidazione delle spese legali, confermando che i giudizi di querela di falso hanno valore indeterminabile, poiché il loro scopo va oltre il semplice valore economico della sanzione, mirando a rimuovere la pubblica fede da un documento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per l’Automobilista

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche per chiunque intenda contestare un verbale stradale con una querela di falso.
1. Individuare il Corretto Convenuto: È un errore citare in giudizio l’agente accertatore. L’azione deve essere indirizzata esclusivamente contro l’Amministrazione di appartenenza (es. Ministero dell’Interno per la Polizia Stradale, Comune per la Polizia Locale, ecc.). Un errore su questo punto può portare a una declaratoria di inammissibilità e alla condanna alle spese.
2. La Prova della Falsità: Un verbale di accertamento gode di fede privilegiata. Per contestarne il contenuto con una querela di falso non basta evidenziare mere imprecisioni o discordanze marginali. È necessario fornire una prova rigorosa che dimostri la falsità dei fatti essenziali che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti in sua presenza.

Contro chi si deve proporre una querela di falso per un verbale di violazione del Codice della Strada?
La querela di falso va proposta esclusivamente nei confronti dell’Amministrazione che intende avvalersi del verbale (es. il Ministero della Giustizia se l’agente è della Polizia Penitenziaria), e non contro l’agente accertatore che lo ha redatto.

L’agente che ha scritto il verbale può essere citato in giudizio nel procedimento di querela di falso?
No, l’agente non ha legittimazione passiva. Può, al massimo, intervenire volontariamente nel processo, ma non può essere il convenuto principale, in quanto l’interesse a difendere la validità dell’atto è dell’Amministrazione di appartenenza.

Una piccola imprecisione nel verbale, come l’esatta localizzazione al chilometro, è sufficiente per annullarlo con una querela di falso?
No. La Corte ha stabilito che mere imprecisioni non sono sufficienti a invalidare il verbale se la sostanza della condotta illecita (es. il sorpasso in curva con linea continua) è accertata e non contestata. Il luogo indicato può essere quello in cui l’agente ha potuto redigere in sicurezza l’atto, e non necessariamente il punto esatto dell’infrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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