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Punteggio servizio militare: la decisione spetta al Giudice Ordinario

Un membro del personale scolastico ATA ha richiesto il pieno riconoscimento del punteggio per il servizio militare nelle graduatorie. La Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 2277/2024, ha risolto la questione di giurisdizione, stabilendo che la competenza a decidere spetta al Giudice Ordinario e non a quello Amministrativo. La decisione si fonda sul fatto che il ricorrente fa valere un diritto soggettivo derivante dalla legge, chiedendo la disapplicazione dell’atto amministrativo che lo limita, anziché il suo annullamento.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Punteggio servizio militare nelle graduatorie ATA: chi decide?

La corretta valutazione dei titoli e dei servizi è un tema cruciale per chiunque aspiri a una posizione nelle graduatorie scolastiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n. 2277/2024) ha fatto chiarezza su un punto fondamentale: a quale giudice spetta decidere sulle controversie relative al punteggio servizio militare per il personale ATA? La risposta è netta: la giurisdizione è del Giudice Ordinario.

I fatti del caso

Un collaboratore scolastico si è rivolto al Tribunale per ottenere il corretto riconoscimento del punteggio relativo a dieci mesi di servizio militare di leva. L’amministrazione scolastica aveva attribuito un punteggio ridotto (0,5 punti) anziché quello pieno (5 punti), motivando la scelta con il fatto che il servizio era stato prestato “non in costanza di nomina”, ovvero prima dell’instaurazione di un rapporto di lavoro con la scuola. Il lavoratore, ritenendo di avere diritto al punteggio pieno in base alla normativa primaria, ha avviato una causa. Di fronte a questa azione, il Ministero dell’Istruzione ha eccepito il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, sostenendo che la competenza fosse del giudice amministrativo. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione per un regolamento preventivo di giurisdizione.

La questione del punteggio servizio militare e la giurisdizione

Il cuore della controversia non era tanto il merito della richiesta (se il punteggio fosse dovuto o meno), quanto una questione procedurale preliminare: chi ha il potere di giudicare? La scelta tra giudice ordinario e giudice amministrativo non è una mera formalità, ma incide sulla natura stessa della pretesa che si fa valere.

La linea di demarcazione si basa sulla distinzione tra:
1. Interesse legittimo: Si ha quando il cittadino si oppone a un atto della Pubblica Amministrazione che ritiene illegittimo, chiedendone l’annullamento. In questo caso, la giurisdizione è del giudice amministrativo (T.A.R. e Consiglio di Stato).
2. Diritto soggettivo: Si ha quando il cittadino vanta un diritto pieno e perfetto, che la legge gli attribuisce direttamente, e l’atto amministrativo costituisce solo un ostacolo al suo esercizio. In questo scenario, la giurisdizione spetta al giudice ordinario (Tribunale, Corte d’Appello), che può “disapplicare” l’atto amministrativo illegittimo limitatamente al caso specifico.

Nel caso in esame, il ricorrente non chiedeva l’annullamento dei decreti ministeriali che regolano le graduatorie, ma l’accertamento del suo diritto al pieno punteggio servizio militare, sostenendo che tale diritto discendesse direttamente da norme di rango superiore.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi del lavoratore, affermando la giurisdizione del Giudice Ordinario. Le Sezioni Unite hanno ribadito un principio consolidato: quando la domanda è volta specificamente all’accertamento di un diritto all’inserimento o al corretto posizionamento in graduatoria, e si ritiene che tale diritto scaturisca direttamente dalla legge (normazione primaria), la giurisdizione è ordinaria.

Il giudice ordinario, in questi casi, può disapplicare l’atto amministrativo (come un decreto ministeriale o una circolare) che si frappone al riconoscimento del diritto. La Corte ha inoltre sottolineato che la formazione delle graduatorie del personale ATA non è una procedura concorsuale basata su valutazioni discrezionali, ma un processo in gran parte automatico di attribuzione di punteggi in base a titoli predeterminati. Questo rafforza la natura di diritto soggettivo della pretesa al corretto punteggio.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutto il personale scolastico. Stabilisce in modo chiaro che chiunque ritenga di aver subito una lesione nel calcolo del proprio punteggio in graduatoria, sulla base di un diritto che ritiene derivi direttamente dalla legge, deve rivolgersi al Tribunale ordinario in funzione di Giudice del Lavoro. Questo orientamento conferma che la tutela dei diritti individuali del personale scolastico, quando si tratta di accertare posizioni giuridiche già consolidate dalla normativa primaria, trova la sua sede naturale davanti al giudice ordinario, anche se ciò comporta la disapplicazione di provvedimenti ministeriali.

A quale giudice deve rivolgersi il personale ATA per il riconoscimento del punteggio per il servizio militare?
Secondo la Corte di Cassazione, il personale ATA deve rivolgersi al Giudice Ordinario (specificamente, il Tribunale in funzione di Giudice del Lavoro) per chiedere l’accertamento del proprio diritto al corretto punteggio per il servizio militare.

Perché in questo caso la giurisdizione è del giudice ordinario e non di quello amministrativo?
La giurisdizione è del giudice ordinario perché la domanda non mira all’annullamento di un atto amministrativo generale (come un decreto ministeriale), ma all’accertamento di un diritto soggettivo che si ritiene derivi direttamente dalla legge. Il giudice ordinario può quindi disapplicare l’atto amministrativo che ostacola tale diritto, senza bisogno di annullarlo.

Il modo in cui vengono formate le graduatorie ATA influisce sulla scelta del giudice?
Sì. La Corte sottolinea che la formazione delle graduatorie ATA non è una procedura concorsuale con valutazioni discrezionali, ma un’attività quasi automatica di somma di punteggi basata su titoli. Questa natura non selettiva rafforza l’idea che la pretesa del candidato a un corretto punteggio sia un diritto soggettivo, la cui tutela spetta al giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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