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Provvigione prelazione agraria: chi paga il mediatore?

La Corte di Cassazione stabilisce che il coltivatore che esercita il diritto di prelazione agraria non è tenuto a pagare la provvigione al mediatore immobiliare, anche se tale obbligo era previsto nel contratto preliminare stipulato tra il venditore e il promissario acquirente originario. La Corte ha chiarito che l’obbligo di pagare la provvigione non rientra nelle “pari condizioni” di vendita e costituisce un onere ingiustificato per chi esercita un diritto previsto dalla legge. Pertanto, la clausola relativa alla provvigione prelazione agraria è inefficace nei confronti del prelazionante.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Provvigione e Prelazione Agraria: Chi Paga il Mediatore?

La questione della provvigione prelazione agraria è un tema che genera spesso dubbi e contenziosi. Se un coltivatore acquista un terreno esercitando il diritto di prelazione, è tenuto a pagare anche la commissione all’agenzia immobiliare che aveva curato la trattativa iniziale con un altro acquirente? Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e definitiva, stabilendo un principio fondamentale a tutela di chi esercita questo diritto.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla richiesta di pagamento di una provvigione da parte di un’agenzia immobiliare nei confronti di una coltivatrice diretta. L’agenzia aveva mediato la vendita di alcuni terreni agricoli, portando alla stipula di un contratto preliminare tra i proprietari e un terzo acquirente. Tale contratto, come prassi, era subordinato al mancato esercizio del diritto di prelazione da parte degli aventi diritto, tra cui la coltivatrice di un fondo confinante.

Informata della vendita, la coltivatrice decideva di esercitare il proprio diritto di prelazione, acquistando i terreni alle stesse condizioni economiche previste nel preliminare. L’agente immobiliare, ritenendo che l’accettazione delle condizioni si estendesse anche alla clausola che prevedeva il pagamento della sua commissione, citava in giudizio la coltivatrice per ottenere il compenso.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione all’agente, affermando che, subentrando nel contratto, l’acquirente prelazionante ereditava tutti gli obblighi, incluso quello di pagare il mediatore. La coltivatrice, non condividendo tale interpretazione, ricorreva in Cassazione.

Il Diritto alla Provvigione nella Prelazione Agraria

Il nodo centrale della questione era stabilire se l’obbligo di pagare la provvigione prelazione agraria rientrasse nel concetto di “parità di condizioni” richiesto dalla legge per l’esercizio del diritto di prelazione. Secondo la ricorrente, tale obbligo era estraneo al sinallagma contrattuale della compravendita (scambio di cosa contro prezzo) e rappresentava un onere ingiustificato, non previsto dalla normativa speciale in materia agraria.

Il mediatore, al contrario, sosteneva che la clausola sulla provvigione fosse parte integrante delle condizioni di vendita e che, esercitando la prelazione, la coltivatrice le avesse accettate in toto, sostituendosi al promissario acquirente originario in ogni aspetto del contratto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della coltivatrice, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Le motivazioni della Corte si fondano su principi cardine del diritto agrario e del rapporto di mediazione.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che il diritto di prelazione agraria non nasce da un contratto, ma direttamente dalla legge (è un diritto ex lege). La sua finalità è di ordine pubblico: favorire l’accorpamento dei fondi agricoli e lo sviluppo delle imprese coltivatrici. Chi esercita la prelazione non è parte del rapporto di mediazione, che intercorre esclusivamente tra il mediatore e le parti originarie (venditore e primo promissario acquirente).

Di conseguenza, il prelazionante rimane un soggetto terzo rispetto all’attività del mediatore. Non vi è alcun nesso di causalità tra l’opera dell’agente e la decisione del coltivatore di acquistare; quest’ultimo acquista in virtù di un diritto potestativo conferitogli dalla legge, non perché messo in contatto con il venditore dal mediatore.

La Cassazione ha poi chiarito il significato di “a parità di condizioni”. Questo principio si riferisce esclusivamente agli elementi essenziali e inerenti alla causa della vendita, come il prezzo e le modalità di pagamento dello stesso, ma non può estendersi a clausole accessorie e personali, come l’obbligo di pagare un mediatore con cui il prelazionante non ha mai avuto rapporti.

Imporre al coltivatore il pagamento della provvigione si tradurrebbe in una condizione di pagamento più onerosa rispetto a quelle previste dalla legge, andando contro la ratio stessa della normativa sulla prelazione agraria, che mira a tutelare e incentivare l’attività agricola.

Le Conclusioni della Corte

In conclusione, la Corte di Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: il confinante che esercita il diritto di prelazione agraria si sostituisce al promissario acquirente nel contratto preliminare, assumendo solo le obbligazioni conformi e inerenti alla causa della vendita. Di conseguenza, non è tenuto al pagamento della provvigione dovuta al mediatore, anche se regolata nello stesso contratto preliminare.

La sentenza impugnata è stata cassata e, decidendo nel merito, la domanda del mediatore è stata rigettata. Questa decisione rappresenta un importante punto fermo, che protegge i coltivatori da oneri non dovuti e rafforza la natura pubblicistica del diritto di prelazione agraria.

Chi esercita il diritto di prelazione agraria deve pagare la provvigione al mediatore immobiliare?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il soggetto che esercita la prelazione agraria non è tenuto a pagare la provvigione al mediatore, poiché questo obbligo non è inerente alla causa della vendita e il prelazionante è estraneo al rapporto di mediazione.

Perché la clausola sulla provvigione nel contratto preliminare non vincola chi esercita la prelazione?
Perché il diritto di prelazione agraria è un diritto che nasce dalla legge e non dal contratto. L’obbligo di pagare il mediatore è una clausola che riguarda il rapporto tra le parti originarie e il mediatore, ma non può imporre un onere economico aggiuntivo e ingiustificato a un terzo che esercita un diritto previsto dalla legge per finalità di interesse pubblico.

Il principio di acquistare “a parità di condizioni” include anche il pagamento della commissione dell’agenzia?
No. La Corte ha chiarito che l’espressione “a parità di condizioni” si riferisce agli elementi essenziali del contratto di compravendita, come il prezzo del terreno. Non si estende a clausole accessorie che comporterebbero condizioni di pagamento più onerose di quelle previste dalla legislazione speciale a tutela della proprietà coltivatrice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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