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Prova pagamento assegno: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19202/2024, ha rigettato il ricorso di un’erede contro un istituto di credito, stabilendo importanti principi sulla prova del pagamento di un assegno. La Corte ha chiarito che, per dimostrare l’estinzione di un’obbligazione tramite assegno, è sufficiente per il debitore provare l’emissione e la consegna del titolo, attestata dalla girata per l’incasso del prenditore. Spetta poi al creditore dimostrare il mancato incasso. La decisione sottolinea che la riscossione di un assegno è un fatto storico, provabile con ogni mezzo, inclusa la prova testimoniale e le presunzioni.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prova Pagamento Assegno: Come Dimostrare l’Avvenuto Incasso

L’onere della prova nel pagamento tramite assegno è un tema cruciale nelle controversie bancarie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali, stabilendo che la firma per girata sul retro del titolo costituisce un elemento probatorio chiave. In questa analisi, approfondiremo come la Suprema Corte ha delineato i confini della prova pagamento assegno, distinguendo tra atti negoziali e fatti storici.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di un’erede nei confronti di un istituto di credito. L’erede sosteneva che due somme di denaro, una derivante dal cambio di un assegno e l’altra dal controvalore di un certificato di deposito scaduto, non fossero mai state effettivamente consegnate alla sua dante causa. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello avevano respinto le pretese principali dell’erede. In particolare, i giudici di merito avevano ritenuto non plausibile la tesi del mancato incasso, basandosi sulle risultanze istruttorie. L’erede ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando, tra le altre cose, una presunta carenza di motivazione da parte della Corte di Appello e l’inammissibilità delle prove testimoniali utilizzate nel giudizio.

La Prova Pagamento Assegno e l’Onere Probatorio

Il cuore della controversia risiedeva nella questione della prova pagamento assegno. La ricorrente sosteneva che l’operazione dovesse essere soggetta alle rigide regole probatorie dei contratti, contestando l’ammissibilità della prova per testimoni. La Corte di Cassazione ha rigettato questa impostazione, operando una distinzione fondamentale. I giudici hanno chiarito che la riscossione di un assegno e la conseguente consegna del denaro non costituiscono un atto giuridico negoziale (come un contratto), bensì un mero fatto storico. In quanto tale, la sua prova può essere fornita con qualsiasi mezzo consentito dall’ordinamento, incluse le prove testimoniali e le presunzioni. L’assegno, essendo un titolo pagabile a vista, si perfeziona come mezzo di pagamento nel momento in cui passa dalla disponibilità di chi lo emette a quella di chi lo riceve.

Il Valore della Girata

La Corte ha ribadito un principio consolidato: ai fini della prova del pagamento, è sufficiente che il debitore (in questo caso, la banca che paga l’assegno) dimostri l’avvenuta emissione e consegna del titolo. La prova della consegna è implicitamente fornita dalla presenza della sottoscrizione per girata sul verso dell’assegno da parte del beneficiario. Una volta che il debitore ha fornito questa prova, l’onere si inverte: spetta al creditore (o ai suoi eredi) dimostrare il mancato incasso delle somme.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e infondato per diverse ragioni. In primo luogo, ha ritenuto che la Corte di Appello avesse fornito una motivazione autonoma e sufficiente, criticando la ricorrente per non aver contestato specificamente le argomentazioni del primo giudice. In secondo luogo, e più significativamente, ha confermato la correttezza del ragionamento della Corte territoriale sulla natura della prova. La censura della ricorrente sull’inammissibilità della prova testimoniale è stata giudicata fuori centro, poiché la decisione dei giudici di merito non si basava esclusivamente su di essa, ma su una valutazione complessiva di tutta la documentazione e degli elementi raccolti, inclusa la decisiva girata per l’incasso sull’assegno. Per quanto riguarda il certificato di deposito, è stato provato che i fondi sono stati regolarmente reinvestiti in un nuovo titolo e successivamente restituiti alla cliente, come attestato dalle contabili bancarie.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un importante principio in materia di prova pagamento assegno. La girata apposta dal prenditore sul retro del titolo costituisce una presunzione forte dell’avvenuto incasso. Per il debitore che ha emesso l’assegno, dimostrare l’emissione e la consegna (attestata dalla girata) è sufficiente per adempiere al proprio onere probatorio. Sarà poi il creditore a dover superare questa presunzione, fornendo prove concrete del fatto che, nonostante la girata, le somme non siano mai entrate nella sua disponibilità. La decisione chiarisce che la riscossione è un evento fattuale, la cui dimostrazione non è soggetta ai limiti probatori previsti per i contratti.

Come si dimostra di aver pagato un debito con un assegno?
Secondo la Corte, è sufficiente che il debitore dimostri l’emissione dell’assegno e la sua consegna al creditore. La prova della consegna è data dalla firma per girata del creditore sul retro del titolo.

Chi deve provare che un assegno firmato per l’incasso non è stato pagato?
Una volta che il debitore ha provato l’emissione e la consegna del titolo con la girata, l’onere della prova si inverte. Spetta al creditore (o ai suoi eredi) dimostrare il mancato incasso delle somme.

La riscossione di un assegno può essere provata con testimoni?
Sì. La Corte ha stabilito che la riscossione di un assegno non è un atto negoziale ma un fatto storico. Pertanto, la sua prova può essere data con ogni mezzo consentito, incluse le prove testimoniali e le presunzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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